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“Gifted – Il dono del talento”, il combattuto futuro di una bambina speciale

La storia di Gifted - Il dono del talento, comincia in una cittadina nei pressi di Tampa, in Florida, dove la piccola Mary Adler cresce sotto le cure non convenzionali dello zio Frank, fratello della madre deceduta

Per il ciclo “Mercoledì cinema”, Rai1 propone, mercoledì 29 settembre alle 21.20, il film drammatico “Gifted – Il dono del talento”, con la regia di Marc Webb e interpretato da Chris Evans, Mckenna Grace, Octavia Spencer e Lindsay Duncan.

Il dono del talento, la trama

Frank Adler vive in Florida dove cresce da solo Mary, 7 anni, figlia della defunta sorella Diane. L’uomo vuole dare un’educazione normale alla nipote, dotata di uno straordinario talento matematico, ereditato dalla madre. La nonna Evelyn vuole invece garantire alla bambina un’istruzione che la faccia eccellere e per questo è disposta anche a togliere al figlio la custodia della piccola. I due modi diversi di immaginare il futuro di Mary finiscono ben presto per scontrarsi in una battaglia legale per l’affido, nella quale anche Mary sarà impaziente di dire la sua.

La vulnerabilità dei personaggi

Chris Evans, lasciati i panni di Capitan America dei cinecomic, voleva esplorare le dinamiche familiari e le storie di gente comune in cui è possibile identificarsi. Per questo il regista Marc Webb ha pensato a lui per il personaggio di Frank Adler. Con lui recita nel film “il dono del talento” la giovanissima attrice Mckenna Grace, anche lei a suo agio nel ruolo della piccola Mary.

Accanto ad Evans e alla Grace nel film recita Il premio Oscar Octavia Spencer: l’attrice impersona la vicina di casa di Frank Adler Roberta Taylor, che per la piccola Mary è una specie di mamma. A proposito del legame fra le due, il regista ha spiegato che aveva voglia di raccontare una famiglia nella quale non contassero né l’effettivo grado di parentela né il colore della pelle. Il film non è dispiaciuto alla critica forse perché traboccante di emozioni e di verità. Vere, almeno, sono state le le lacrime che il regista ha versato insieme a Mckenna nelle scene in cui la bimba doveva piangere. Non solo a lei è stato chiesto di dimostrarsi fragile. Anche Chris Evans  doveva trasudare vulnerabilità, unita a un senso dell’umorismo che si confondeva con il sarcasmo e a un imperscrutabile lato oscuro. 

 

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