Dead Ringers, vita morbosa di due gemelli inseparabili da Wood & Geasland a Cronenberg

13 Febbraio 2020

Ho appena finito di guardare il film "Dead Ringers" (Inseparabili) di David Cronenberg e mi accorgo di essere ancora aggrappata al bracciolo del divano per il turbinio di emozioni che ha suscitato in me. Ansia e inquietudine miste a una sensazione di spaesamento che ti lascia qualcosa di ‘disturbante’ e

Ho appena finito di guardare il film “Dead Ringers” (Inseparabili) di David Cronenberg e mi accorgo di essere ancora aggrappata al bracciolo del divano per il turbinio di emozioni che ha suscitato in me. Ansia e inquietudine miste a una sensazione di spaesamento che ti lascia qualcosa di ‘disturbante’ e ‘perverso’.

E, aggiungo, anche un po’ di sana ‘paura’ da film horror (un genere che non amo particolarmente). Eppure, nel film non ci sono mostri, sangue a fiumi, mutilazioni o assassini che sbucano da dietro una porta con una motosega in mano. Tuttavia, l’intera storia dei gemelli monozigoti Mantle è pervasa da un clima malato, insano e inquietante che fa da preludio a una tragedia annunciata. Lui, David Cronenberg, è il regista che ha inventato il genere del body horror (che intreccia l’aspetto psicologico con l’orrore dell’uomo dinnanzi al corpo mutato dalla malattia) e quello di cui vi racconto oggi è un film capolavoro, reso tale dalla sua genialità, oltre che dall’interpretazione di un magistrale Jeremy Irons, che recita entrambi i protagonisti, i due gemelli inseparabili Beverly ed Elliot Mantle.
Il film è uscito nel 1988 ed è tratto dall’omonimo romanzo del 1977, che in origine fu pubblicato col titolo Twins e ripubblicato successivamente come Dead Ringers. Il romanzo fu scritto a quattro mani da Jack Geasland e Bari Wood, noto autore di horror e fantascienza, che si ispirarono a fatti di cronaca nera realmente accaduti a New York negli anni Settanta. I protagonisti della vicenda sono i fratelli gemelli Beverly ed Elliot, tanto identici fisicamente quanto totalmente diversi caratterialmente. Entrambi affermati ginecologi specializzati nell’infertilità femminile e le malattie dell’utero, Elliot è un dongiovanni spietato e cinico, mentre Beverly è l’anello debole della coppia a causa della sua timidezza e incapacità di prendere decisioni.

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I due gemelli, perfettamente identici nell’aspetto, sfruttano ciò a loro vantaggio sia professionalmente, scambiandosi le pazienti durante le visite, sia nella sfera privata, scambiandosi le amanti che Elliot, grazie al suo fascino, puntualmente seduce e che offre poi al fratello più impacciato. Seppure così uguali nei tratti fisici, è grazie alla bravura di Jeremy Irons che lo spettatore riesce sempre e comunque a capire se si tratti di Elliot, i cui connotati del volto sono più contratti e severi, o Beverly, il cui sguardo è meno duro.

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I gemelli Mantle vivono un’esistenza praticamente perfetta: affermati professionalmente e benestanti, hanno tutte le donne che vogliono, liberi da ogni legame affettivo. L’unica relazione che hanno è quella che intercorre tra loro due in quanto gemelli: vivono le loro vite totalmente in simbiosi (e, in questo, si avverte qualcosa di ‘insano’ e ‘perverso’ sin dall’inizio del film), in un rapporto nel quale l’uno non può fare a meno dell’altro. Ma, cosa succede se uno dei due si innamora di una donna? Ecco che fa la sua apparizione Claire Niveau, un’attrice di origini francesi, al cui fascino Beverly non resiste, sino a innamorarsi perdutamente di lei. Con l’arrivo di Claire nella vita dei gemelli emerge la sovrapposizione tra finzione e realtà in cui i due hanno sempre vissuto: non a caso, a mio parere, la donna di mestiere fa l’attrice; lei recita per professione, ma viene travolta dalla realtà dei due gemelli, che fanno della recitazione la loro vita (con le clienti che poi diventano, puntualmente le loro amanti). E, infatti, anche Claire all’inizio riceve lo stesso trattamento delle altre: prima, è Beverly che la visita nel suo studio; subentra poi Elliot, che ne prende il posto e seduce la donna, per riuscire ad avere un appuntamento al quale, poi, si presenta il timido Beverly. Questa volta, però, succede qualcosa di imprevisto: Beverly, affascinato dalla deformazione dell’utero di Claire – un utero ‘triforcuto’ (di pura invenzione fantascientifica!) – si innamora di lei. Non solo: a causa di un malinteso nato dalla gelosia dell’uomo e dalla lontananza di Claire per lavoro, Beverly si convince erroneamente che lei lo abbia lasciato e cade così in un vortice di autodistruzione tra alcol e droga (a cui la stessa Claire lo aveva iniziato durante la loro frequentazione).

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Ed Elliot in tutto questo? L’equilibrio su cui si è sempre basata la loro vita è ormai rotto e la sincronia perfetta delle loro esistenze è ormai andata perduta. Elliot prende in mano la situazione, cercando di arginare i danni di Berverly sul lavoro (ad esempio utilizza inquietanti attrezzi sulle pazienti che paiono strumenti alieni di tortura) e cercando di curare la sua tossicodipendenza. L’abisso nel quale Beverly è caduto è così profondo che a nulla valgono gli sforzi del gemello, il quale si vede costretto a prendere una decisione: abbandonare il fratello e rinunciare alla sua metà o scendere negli inferi insieme a lui per salvaguardare il loro morboso rapporto?

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L’intero film è accompagnato da atmosfere cupe (la fotografia è caratterizzata da toni prevalentemente grigi, ad eccezione dei camici color rosso sangue con cui operano i ginecologi nella clinica) e claustrofobiche (tutte le scene si svolgono in luoghi chiusi). In questo straordinario capolavoro, Cronenberg fa emergere tutta la perversione verso la quale l’essere umano è capace di spingersi e l’abisso nel quale si può cadere, senza farvi ritorno.

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Valentina Morlacchi 

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