Mi obbligarono a leggere La fata carabina (1987) – in lingua francese, per giunta – per i compiti delle vacanze estive al liceo. Nonostante la copia in italiano che avevo letto al posto di quella in lingua originale, all’età di quindici anni capii ben poco dello stile e del linguaggio di Daniel Pennac. Un po’ perché ero poco predisposta verso i libri letti “per forza” a scuola e un po’ perché trovai il romanzo strano e poco comprensibile. Fortuna vuole che, terminato il liceo, l’autore, nella sua stranezza, mi avesse così colpita che decisi di leggere di mia iniziativa il primo romanzo del cosiddetto “Ciclo di Malaussène”, ovvero Il paradiso degli orchi (1985). E lì fu amore: fui folgorata dallo stile eclettico e tagliente di Pennac e mi procurai tutti i romanzi della saga Malaussène e me li lessi tutti d’un fiato. Mi innamorai all’istante delle storie incredibili narrate da Pennac e di ogni singolo, strampalato personaggio.
Il protagonista della saga è appunto Benjamin Malaussène e i romanzi che ne fanno parte sono: Il paradiso degli orchi (1985), La fata carabina(1987), La prosivendola (1989), Signor Malaussène (1995), Ultime notizie dalla famiglia (1997) e La passione secondo Thérèse (1999). Sei romanzi che raccontano di Benjamin, di professione capro espiatorio, della sua bizzarra famiglia e dei personaggi che popolano il multietnico quartiere in cui vivono, Belleville, a Parigi.
Benjamin lavora al Grande Magazzino e il suo compito è quello di impietosire i clienti insoddisfatti a tal punto da indurli a ritirare i reclami e le lamentele, al fine di salvaguardare l’immagine del centro commerciale. Si tratta di un lavoro ingrato ma che permette a Benjamin di sostenere la sua numerosa famiglia, composta da una moltitudine di fratellastri e sorellastre che la madre ha avuto da diversi uomini. La maggiore delle sorellastre è Louna, infermiera incinta e fidanzata con un medico; segue Clara, aspirante fotografa e futura mamma di E’ Un Angelo (sì, avete letto bene: il bambino si chiama proprio così); ci sono poi Thérèse, sensitiva che vanta poteri di preveggenza, e Jeremy, ragazzino piromane dallo spirito irrequieto. Conclude la cerchia dei Malaussène Il Piccolo (esatto, si chiama in questo modo), appunto il fratellino più piccolo, che indossa buffi occhiali rosa e si porta sempre appresso Julius, il cane epilettico della famiglia.
Le disavventure di Benjamin e il suo coinvolgimento in fatti loschi hanno inizio ne Il paradiso degli orchi, quando nel Grande Magazzino scoppia una serie di bombe e il primo indiziato della polizia è proprio Malaussène. Per scagionarsi dalle accuse e dimostrare la propria innocenza, Benjamin si affiderà al suo istinto investigativo e all’avvenente Zia Julia, una giornalista d’assalto di cui Ben si innamora. Trovati i colpevoli dinamitardi e un nuovo lavoro (Malaussène farà il capro espiatorio alla casa editrice Edizioni del Taglione), si conclude il primo capitolo della saga.
Ne La fata carabina Benjamin viene invece coinvolto dalla polizia che indaga sugli omicidi di alcuni anziani di Belleville, coinvolti in un giro di droga. Maluassène, con l’appoggio di fratelli e sorelle e di Zia Julia, sarà fondamentale per la risoluzione del caso.
In La prosivendola Benjamin Malaussène si trova a indagare sulla morte del fidanzato della sorella Clara, assassinato brutalmente. Incaricato dalla Regina Zabo, la direttrice delle Edizioni del Taglione, di assumere l’identità di uno scrittore che deve rimanere segreta, Benjamin è vittima di un attentato e finisce in coma, per poi risvegliarsi grazie a un improbabile trapianto di organi.
Signor Malaussène è invece un monologo che Benjamin dedica al figlio, che ha avuto con Zia Julia, e che si chiama “Signor Malaussène” (Pennac non perde il vizio di dare nomi inverosimili ai suoi personaggi). Benjamin racconta al neonato la straordinaria avventura della sua nascita: è figlio suo e di Zia Julia, ma è nato dal grembo di una suora che si è trasformata in detective per smascherare un giro di prostituzione e le cui indagini hanno coinvolto anche Benjamin.
Ultime notizie dalla famiglia racchiude due racconti: Signor Malaussène a teatro, incentrato su un divertente monologo sulla paternità, e Cristiani e mori, in cui il fratello Il Piccolo va alla ricerca di suo padre.
Conclude la saga La passione secondo Thérèse, in cui Benjamin dovrà di nuovo fare i conti con la polizia e le sue indagini, a causa di un omicidio, questa volta del promesso sposo di Thérèse.
Ogni romanzo della saga è costellato da personaggi bizzarri e inverosimili, ai quali il lettore si affezione pagina dopo pagina. La lettura scorre instancabile perché si è letteralmente trascinati dal narratore nella storia, che diventa sempre più incredibile ed esagerata. Ma il lettore deve fidarsi di Pennac e lasciarsi condurre nei vicoli di Belleville e imparare ad amare e conoscere i suoi abitanti, in primis la famiglia di Benjamin.
La meraviglia e lo stupore dell’autore verso il genere umano traspaiono dalle pagine, nelle quali si addensa uno stile comico, ironico e umoristico – nonostante il filo conduttore delle storie siano omicidi e indagini poliziesche – imbastito di metafore e giochi lessicali.
Uno stile fantasioso, coinvolgente e incalzante, che richiede comunque una certa concentrazione nella lettura, contraddistingue la penna di Daniel Pennac, che è in grado di raccontare le brutture e le efferatezze della società moderna con tatto e originalità.
Proprio per tutte queste caratteristiche, sarebbe un vero peccato privarsi dell’estro creativo di Pennac e non leggere i suoi romanzi (preferibilmente in ordine cronologico, poiché legati in successione gli uni agli altri). E proprio per lo stesso motivo, è bene non nutrire troppe aspettative nella versione cinematografica dal titolo Il paradiso degli orchi (2013) di Nicolas Bary, che risulta incapace di condensare personaggi, stile e tematiche che Pennac sviluppa nei sei romanzi.
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Valentina Morlacchi
9 ottobre 2015