C’era un tempo in cui le tendenze nascevano sulle passerelle di Parigi, Milano e New York, per poi filtrare lentamente nelle riviste patinate e infine arrivare nei guardaroba del pubblico.
Oggi, quell’epoca sembra lontana come un film in bianco e nero. Nell’era dello streaming e dei social, le mode si accendono nel buio del salotto, davanti a una puntata da binge-watching, e si propagano in poche ore in tutto il mondo.
Le serie tv non si limitano a raccontare storie: creano linguaggi visivi, dettano codici estetici, alimentano desideri collettivi. Dal gotico accademico rilanciato da Mercoledì ai pastelli iper-romantici di Bridgerton, dal minimalismo caotico di The Bear alle atmosfere rétro di Stranger Things, il piccolo schermo è diventato la nuova passerella globale, capace di influenzare la moda, l’arredamento, persino la gastronomia.
Il 2025, in particolare, segna un punto di svolta: la fusione tra serialità e trend culturali è così stretta da rendere impossibile capire dove finisca la finzione e inizi la realtà.
Curiosità
Dopo Wednesday, non solo il look gotico, ma anche il colletto bianco ha registrato un’impennata di vendite, diventando un accessorio a sé stante. L’uscita di Bridgerton ha spinto Google Trends a registrare il massimo storico per “Regency dresses” e “afternoon tea set”.
Con The Bear, le vendite di t-shirt bianche basiche negli USA sono cresciute del 40% nel mese successivo alla messa in onda della nuova stagione.
Le serie tv rappresentano uno dei pochi spazi narrativi condivisi a livello internazionale. Un look visto a Tokyo può essere imitato a Milano nel giro di ore, creando una lingua visiva universale.
Questo non solo influenza il mercato della moda, ma ridefinisce il concetto stesso di trend: oggi una tendenza non nasce in un luogo specifico, ma in una scena precisa, in un frame che diventa immediatamente iconico.
Serie tv e moda: come il piccolo schermo sta influenzando i look di tutti
Le serie tv del 2025 dimostrano che la moda non è più un elemento esterno alla narrazione audiovisiva, ma una sua componente vitale. Gli abiti raccontano storie tanto quanto i dialoghi, e ogni episodio diventa potenzialmente un catalizzatore di tendenze globali.
Dal divano di casa alle strade delle metropoli, i personaggi che amiamo finiscono per vestire anche noi, influenzando il nostro immaginario e il nostro guardaroba.
Il piccolo schermo è ormai la passerella più seguita al mondo: e la prossima rivoluzione di stile, probabilmente, non arriverà da una sfilata, ma dalla puntata di una serie in streaming.
Il potere virale delle immagini
Il fenomeno non è nuovo: già negli anni ’90 Sex and the City trasformava Manolo Blahnik in un oggetto del desiderio e Friends lanciava il taglio di capelli “The Rachel”. Ma la velocità e la portata odierne sono senza precedenti.
Basta pensare all’uscita di Wednesday su Netflix: in meno di una settimana, le ricerche di “abito nero con colletto bianco” su Google sono aumentate di oltre il 1000%, i video su TikTok che imitavano il ballo di Jenna Ortega hanno superato il miliardo di visualizzazioni e marchi di fast fashion hanno messo in produzione capsule collection ispirate alla serie.
Lo stesso è accaduto con Bridgerton, che ha reso di nuovo desiderabili corsetti, guanti lunghi e gioielli vittoriani. Non si tratta solo di costume design: la serialità crea universi estetici in cui il pubblico vuole immergersi, abitandoli anche fuori dallo schermo.
Moda come parte della narrazione
Un tempo, i costumi erano un elemento accessorio della sceneggiatura. Oggi, spesso, sono parte integrante della costruzione del personaggio e della trama. In The Bear, gli abiti: magliette larghe, pantaloni da lavoro, sneakers logorate, raccontano una tensione costante tra pragmatismo e caos creativo, incarnando l’energia compressa di una cucina professionale.
In The Crown, ogni look diventa un documento politico e storico, studiato per comunicare potere, fragilità o cambiamento. In Euphoria, la moda è un linguaggio emotivo: glitter, eyeliner e look iper-curati diventano estensioni dello stato d’animo dei personaggi. Il costume design non è più una semplice scelta estetica: è storytelling puro, capace di amplificare l’impatto emotivo della serie.
Dal set alla strada: il ciclo della tendenza
La catena è rapida e ben oliata. Una serie lancia un’immagine iconica, i social la amplificano, i brand intercettano la domanda, il pubblico compra e reinterpreta.
Il 2025 vede collaborazioni sempre più dirette tra case di moda e produzioni televisive. Alcuni brand lavorano già sui concept delle serie in fase di pre-produzione, sapendo che la visibilità globale sarà assicurata.
Altri rilanciano dopo l’uscita, creando collezioni ispirate ai personaggi. Così, Emily in Paris ha generato vendite record di cappelli a basco e borse colorate, mentre Stranger Things ha portato a un boom di felpe anni ’80, jeans a vita alta e t-shirt con stampe rétro. Il pubblico non resta passivo: cosplay, look ricreati per eventi e video “get the look” su TikTok fanno sì che il trend si diffonda con varianti personalizzate.
Influenza oltre l’abbigliamento
L’effetto delle serie non si limita al vestiario. The Bear ha aumentato l’interesse per l’alta cucina contemporanea e per la ristorazione indipendente; Bridgerton ha riportato in auge il tè pomeridiano e le feste in giardino in stile Regency; The White Lotus ha influenzato il turismo di lusso, facendo crescere le prenotazioni negli hotel dove è stata girata.
Persino il beauty segue la scia: Euphoria ha rilanciato il trucco glitterato, mentre Wednesday ha reso popolare il lipstick scuro abbinato alla pelle chiara.