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Comandante, l’incredibile storia di Salvatore Todaro

Dalla carta alla pellicola, “Comandante” racconta le vicende che hanno reso grande il nome di Salvatore Todaro durante la Seconda Guerra Mondiale

Film di apertura dell’ottantesima edizione della Mostra del Cinema di Venezia, “Comandante” è tratto dall’omonimo libro di Edoardo De Angelis – che ha curato anche la regia della pellicola – e Sandro Veronesi, pubblicato da Bompiani lo scorso gennaio.

“Io sono di nuovo pronto a colpire e affondare tutti i nemici che incontrerò sul mio cammino e a ridiventare invulnerabile quando salverò la loro vita. Così si è sempre fatto, in mare, così sempre si farà. E coloro che non lo faranno saranno maledetti”.

“Comandante”, il libro

Le pagine del libro scritto a quattro mani da De Angelis e Veronesi raccontano la storia di Salvatore Todaro, comandante del sommergibile Cappellini durante la Seconda Guerra Mondiale. Sono pagine che compongono una sinfonia di voci tutte diverse che intrecciano l’italiano alle lingue dialettali dei membri dell’equipaggio creando un piccolo universo a se racchiuso nell’angusto spazio di un sottomarino. Pagine che raccolgono la testimonianza di un uomo di mare, più che un uomo di guerra, dedito ed estremamente fedele a quella legge, l’unica, capace di piegare il codice bellico. È un’umanità, quella raccontata, che cozza con le regole ferree di un conflitto, ma che esiste e sopravvive ai secoli restando saldamente ancorata tra le onde dei mari del mondo.

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Sinossi

“Si dicono tante cose di lui, che era a bordo del Malaspina quando ha affondato la British Fame, che è un mago, un fachiro, un ipnotizzatore, che non dorme mai”: questo sanno del loro Comandante gli uomini che all’alba del 28 settembre 1940 si imbarcano sul sommergibile Cappellini per andare alla guerra. Sanno anche che il Comandante potrebbe rimanere a terra, al riparo, perché un incidente lo ha condannato a vivere in un busto d’acciaio che gli toglie il fiato.

E invece lui, Salvatore Todaro, è lì, pronto a guidarli al di là delle mine che rendono Gibilterra una trappola, a combattere per l’Italia nell’oceano aperto, e “quando lui è sicuro, ti senti sicuro”. Marcon, aiutante di bordo, il volto sfigurato dall’acetilene e quell’accento venexian che piace tanto al Comandante. Schiassi, il marconista, che con l’idrofono ausculta le profondità. Stumpo, il motorista-corallaro, capace di riconoscere i polpi femmina. Stiepovich, il tenente di Trieste che ha portato con sé il violino. Giggino, il cambusiere, che ancora non sa quanto scaldano il cuore le patatine fritte…

Sono le loro voci a raccontare la sorda monotonia delle ore in immersione e il momento cruciale in cui, lungo la linea immobile dell’orizzonte, si profila la sagoma di un mercantile a luci spente. Bisogna affondarlo, sfidare la morte propria e quella dei nemici: è allora che il Comandante prende una decisione fatale, capace di rischiarare la notte. Perché i corpi che galleggiano nel mare nero per lui non sono nemici, sono naufraghi. Raccontando e restituendo al nostro legittimo orgoglio uno degli episodi meno conosciuti e più luminosi dell’ultima guerra, Edoardo De Angelis e Sandro Veronesi denunciano la barbarie di ogni conflitto e celebrano la grandezza dei valori dell’umanità quando ci sono donne e uomini pronti ad affermarli nonostante tutto.

 

Il film in concorso a Venezia

È stato proprio “Comandante” ad inaugurare le pellicole in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia di quest’anno. Scritto e diretto da Edoardo De Angelis e magistralmente interpretato da Pierfrancesco Favino nei panni di Salvatore Todaro, il film porta sul grande schermo quella che fu una breccia di luce in uno dei periodi più oscuri della storia moderna. Un film che non porta a casa premi da questa ottantesima edizione della Mostra, ma che rende omaggio ad un uomo -e un equipaggio- di grandi valori. Distribuito da 01 Distribution, sarà nelle sale italiane a partire dal 1 novembre.

Alice Turiani

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