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“C’è ancora domani”, 5 motivi per andare a vedere il film di Paola Cortellesi

Premiato al Roma Film Festival e campione d'incassi, "C'è ancora domani" sancisce l'esordio alla regia di Paola Cortellesi.

Quando il trailer di “C’è ancora domani” ha cominciato a circolare sul web, in molti si sono chiesti, incuriositi, se l’esordio alla regia di Paola Cortellesi sarebbe stato interessante e piacevole.

Adesso, la risposta è davanti ai nostri occhi: già premiato al Roma Film Festival, “C’è ancora domani” è diventato nel giro di due settimane campione d’incassi, ottenendo il titolo di film italiano con i ricavi più alti dell’anno al box office.

Perché “C’è ancora domani” merita di essere visto

Ma andiamo a scoprire subito qualche informazione in più sul film di Paola Cortellesi e sul perché valga assolutamente la pena di andare al cinema per vederlo.

È un mix di generi

Quando Paola Cortellesi ha raccontato “C’è ancora domani”, ha sottolineato la natura multiforme del suo primo esperimento alla regia. Il film, ve ne accorgerete sin dai primi minuti di proiezione, è un felice mix di generi, in cui dramma, commedia, giallo e perfino musical si fondono insieme dando vita a un prodotto intrigante e versatile, interessante per chiunque si trovi a vederlo al cinema.

mix di generi

È una storia che parla di tutti noi

Con “C’è ancora domani”, Paola Cortellesi mette in scena uno spaccato di vita della Roma del dopoguerra, eppure non ci sentiamo mai troppo distanti da ciò che viene raccontato nella pellicola.

La storia di Delia, protagonista del film impersonata proprio da Cortellesi, è la storia di tante e tante donne in Italia – e nel resto del mondo -; le leggi che regnano nella comunità del quartiere di Delia sono le stesse che si avvicendano di generazione in generazione anche nelle nostre città, seppur con metodi e tempi diversi.

Così accade che, sebbene lo scarto temporale sia notevole, ci rivediamo proiettati nelle storie dei personaggi di “C’è ancora domani”, e ci chiediamo se il domani sia già qui o se ancora lo stiamo aspettando.

parla di tutti noi

È un film profondo

E da qui, veniamo al prossimo, importante punto. “C’è ancora domani” non è puro intrattenimento: tutt’altro.

Guardando il film di Paola Cortellesi si sorride, si ride e si piange, si empatizza coi personaggi; si spera e ci si dispera con loro. Ma non finisce qui. Ogni dettaglio presente nella sceneggiatura è un tassello pronto a funzionare in un disegno più grande, progettato per indurre a riflessioni profonde, talvolta più amare di quanto vorremmo, sul mondo in cui viviamo oggi.

Ci sembrano distanti anni luce da noi, le vicende di Delia, Ivano e Marcella, che si proiettano in modo diverso anche in altri ambienti della società romana. Poi, superando il filtro del bianco e nero e della “modernità” che mettiamo fra noi e le storie raccontate, comprendiamo che tante cose non sono ancora cambiate, e che Cortellesi ha messo su un film che racconta tanto di noi, oggi.

Dalle relazioni tossiche al disincanto prodotto dallo scarto fra sogno e realtà, dalla denuncia sociale alla tematica femminile… “C’è ancora domani” si interroga e ci interroga.

fa riflettere

È un film di qualità

Ve ne renderete conto sin dalle prime scene. Girato in bianco e nero, accuratamente pensato nei minimi dettagli, “C’è ancora domani” è un film con cui Paola Cortellesi dimostra grande amore per il cinema ma anche grande consapevolezza di sé e del suo progetto.

Il film si costruisce su due binari opposti: un filo temporale perfettamente delineato dalla scelta stilistica del bianco e nero e dall’ambientazione storicizzata incontra alcuni dettagli stranianti, come la colonna sonora e il mix di generi. Il risultato è una pellicola di qualità, che ci spiazza in diversi momenti.

omaggio al cinema

È una pellicola sorprendente

Veniamo quindi all’ultima ragione per cui vale la pena di andare al cinema per vedere “C’è ancora domani”.

Il film di Paola Cortellesi vi sorprenderà. Lo farà per la sua grazia, per l’ironia che fa da chiave di volta all’intero impianto ma, soprattutto, lo farà perché non comprenderete la portata di “C’è ancora domani” se non nell’ultimo fotogramma che chiude la pellicola.

Ci teniamo a non rivelarvi troppo per non rovinarvi la sorpresa. Vi diciamo soltanto che con quest’opera prima Cortellesi ha trattato un tema che di rado è presente nel cinema italiano. Lo ha fatto con voce nuova e alternativa; sorprendendoci, facendoci riflettere su cosa davvero sia importante nelle nostre vite, di singoli e di membri di una comunità.

sorprendente

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