Arriva il primo film sul Coronavirus, ambientato in ascensore

3 Aprile 2020

Un gruppo di persone bloccato in ascensore, una donna tossisce e scoppia il panico. Diretto da Mostafa Keshvari, "Corona" racconta il nostro presente di paura

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Cosa succede in un ascensore rimasto fermo, quando nasce il sospetto che una delle sette persone intrappolate, una ragazza cinese, potrebbe avere il Coronavirus. È questa la trama basilare di “Corona”, primo film sul Coronavirus. A girare questo thriller psicologico da 63 minuti, è stato Mostafa Keshvari, regista iraniano che ha studiato cinema e lavora in Canada, a Vancouver. Autore di vari corti, ha firmato il suo primo lungometraggio nel 2018, il pluripremiato “Unmasked”, su un’immigrata musulmana che si iscriveva di nascosto a una scuola di recitazione.

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Corona, il primo film sul Coronavirus

Anche “Corona” affronta, per l’autore, il tema del pregiudizio: “Parla di paura, è uno studio sulla società, le persone e le scelte morali” dice al New York Times. L’idea è venuta al regista “proprio su un ascensore, oltre due mesi fa, leggendo la notizia degli attacchi che stavano subendo, per la paranoia legata al virus, i turisti cinesi. Il Covid-19 “è stato denominato all’inizio “virus cinese – ricorda Keshvari, parlando del film con Hollywood Reporter -. Ma ora colpisce tutti, non esiste un problema razziale. Ora la razza umana deve unirsi per sconfiggerlo. Il virus non discrimina, perché dovremmo farlo noi?”.

Un istant film

Keshvari ha iniziato a lavorare sul film a inizio gennaio. In sole due settimane ha scritto la sceneggiatura e in dieci giorni è stato creato il set. “Abbiamo affittato uno spazio e ci abbiamo costruito un ascensore”. Agli attori ha lasciato anche un certo margine di improvvisazione. “Ho chiesto loro di immaginare che il coronavirus fosse presente su quell’ascensore”. Il film è stato girato in pochi giorni a febbraio con una troupe di 25 persone: si era all’inizio dell’epidemia, “pensavamo sarebbe passata in fretta. Nessuno avrebbe potuto immaginare (tutto questo)”. Comunque fra cast e troupe non c’è stato finora nessun caso positivo al virus. L’idea iniziale era di proporre il film ai festival, ma ora con il lockdown e l’aggravarsi della pandemia l’unica opzione, per diffonderlo, “è lo streaming”.

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