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Omaggio ad Anna Magnani, volto eterno del cinema italiano

Anna Magnani, orgoglio nazionale, è considerata una delle maggiori interpreti femminili della storia del cinema. Ripercorriamo il suo lavoro in "Mamma Roma" di Pier Paolo Pasolini, dove diviene messaggera di una realtà tragica

Nata il 7 marzo 1908, oggi ricorre il 116° anniversario dalla nascita di Anna Magnani, figlia della Città Eterna, volto eterno del cinema italiano.

Anna Magnani, orgoglio nazionale, è considerata una delle maggiori interpreti femminili della storia del cinema.

L’attrice è stata la prima donna italiana a vincere nel 1956 il Premio Oscar, come migliore attrice protagonista, per il suo ruolo nel film “La rosa tatuata” diretto da Daniel Mann.

Anna Magnani e Pier Paolo Pasolini

Nel 1960 Pier Paolo Pasolini stava lavorando alla realizzazione del volume “Donne di Roma” e attraverso la parola poetica traccia il profilo di Anna Magnani, rendendola portatrice del canto popolare, quello più autentico e vero:

“Dall’aria di sfida di Anna, può nascere qualsiasi cosa: ma quello che ci si aspetta sempre, comunque, è che canti. Uno stornello. Di quello vecchi, appena rinnovato da qualche allegra invenzione, e che finisce ridendo. Lei non può che esprimersi cantando, perché ciò che ha da esprimere è una cosa indistinta e intera: la pura vita, sua, e delle generazioni di donne romane che sono state al mondo prima di lei…”

Nel 1961, successivamente aver assistito in sala alla prima del film “Accattone” di Pier Paolo Pasolini, proiettato al Festival d’Arte Cinematografica di Venezia, Anna Magnani dirà:

“Pasolini è un poeta. Mi è bastato vedere Accattone per convincermene. Uno che al primo film riesce a scrivere in quel modo con la macchina da presa, come regista dà tutte le garanzie.”

Al produttore Alfredo Bini poi chiosa: “Mi devi far fare un film con Pier Paolo!”

Durante un’interista, alla domande del giornalista sugli elementi in comune con Anna Magnani, il cineasta Pasolini risponde che è l’angoscia l’elemento che condividono:

“Siamo due esseri pietrificati dall’angoscia. Per questo il nostro incontro è così difficile: perché è l’incontro di due angosce, e quindi di due personalità non modificabili.”

Mamma Roma

Mamma Roma è il film secondogenito scritto e diretto da Pier Paolo Pasolini.

Esce nelle sale italiane nel 1962 alle cui riprese hanno partecipato, protagonisti delle drammatiche vicende, attori del calibro di Anna Magnani nel ruolo di Mamma Roma una prostituta sottoproletaria, Franco Citti interpreta Carmine suo protettore ed Ettore Garofalo nella parte del figlio Ettore oggetto della volontà materna di riscatto sociale.

Ѐ una storia che ritrae l’Italia separarsi dal paleocapitalismo ed entrare nell’era neocapitalista. Ettore si trasferisce da Guidonia, zona rurale a un quartiere periferico di Roma, quando sua madre abbandona la strada portando con sé la speranza di realizzare il sogno di una vita borghese.

Mamma Roma cerca di elevare il suo tenore di vita popolare atteggiandosi nei costumi a borghese. Il male borghese non è altro che un’incurabile povertà spirituale che inutilmente cerca di sopperire mediante la ricchezza materiale.

Spinta dal desiderio ardente della vita comoda o presunta tale si appropria di copiature, imitazioni e mimica acquista una moto per suo figlio, vestono i loro stessi abiti affinché se altre differenze possono esistere non emergono almeno quelle della strada, frequenta insieme a lui la parrocchia de gente perbene, de signori.

Il film si conclude in  un climax disperante, con la morte di Ettore che invoca nel suo ultimo respiro la parola mamma, nell’indifferenza e assenza di responsabilità della società verso l’altra parte della società dimenticata ed emarginata. Pasolini ci lascia con l’immagine dell’urlo straziante di Mamma Roma alla notizia della morte solitaria di suo figlio Ettore.

Il film fu accolto positivamente dalla critica: Mamma Roma infatti al Festival di Venezia prese il premio della FICC (Federazione italiana dei Circoli del Cinema).

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