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Animali notturni, matrimonio e vendetta dal romanzo di Wright al thriller di Tom Ford

Thriller ad alta tensione, Animali notturni mi ha tenuta incollata al bracciolo della poltrona del cinema. Il film, fresco di uscita in Italia, è diretto dallo stilista Tom Ford e si è già aggiudicato un Leone d’argento a Venezia.

Il regista, supportato da un cast eccellente, mette in scena un esperimento metacinematografico, riuscendo a raccontare una storia nella storia, i cui confini si toccano e si fondono destabilizzando, almeno per la prima parte del film, lo spettatore. Il tutto, Tom Ford lo realizza ispirandosi chiaramente a grandi maestri quali Stanley Kubrick, Alfred Hitchcock, Alejandro Iñárritu e Paolo Sorrentino.

E, proprio la prima scena dal forte impatto visivo, ci proietta dentro il mondo della protagonista, che pare il mondo esagerato e lussuoso de La grande bellezza di Sorrentino. Lei è Susan Morrow (interpretata da Amy Adams), bellissima e glaciale proprietaria di una moderna galleria d’arte che vive in una lussuosa villa. Sin dall’inizio, ogni dettaglio ci parla di lei: unghie e trucco impeccabili, feste lussuose, una casa iper-modena e fredda (tutta vetro e arredo scuro), una servitù da gestire, un marito bello e ricco, ma fedifrago e sull’orlo della bancarotta. Ma, quello che conta per Susan, è salvare le apparenze.

La vita di Susan è evidentemente a un bivio. Proprio quando lei è sull’orlo della crisi, riceve un manoscritto da Edward (Jake Gyllenhaal), il suo primo marito, che non vede da diciannove anni. L’uomo le chiede di leggere la sua opera, dal titolo “Animali notturni”, per darne un giudizio sincero, memore di quando lui era un giovane sognatore e aspirante autore e Susan stroncava senza rimorso ogni suo scritto.

La donna è subito colpita dal titolo del manoscritto: “animale notturno” è il soprannome che lui le dava a causa della sua insonnia. Ed è proprio di notte che lei leggerà le pagine del romanzo dell’ex marito. Insieme a lei, lo spettatore sarà coinvolto in una storia ad alta tensione, che inizia con un viaggio per le polverose strade del Texas e si conclude con una caccia a spietati assassini.

La vita reale di Susan si confonde con quella delle pagine del manoscritto, perché lei, la figlia e l’ex marito sono i protagonisti dei fatti e si arriva ad un punto, nel film, in cui lo spettatore non è più in grado di scindere il reale dalla finzione narrativa.

Lo spettatore si appassiona alle vicende della donna tanto quanto segue con ansia la storia del manoscritto, che è un vero e proprio thriller con rapimenti, violenza, omicidi, indagini e vendetta.

È proprio dalle vicende del manoscritto che lo spettatore dà un volto al primo marito di Susan, che nella storia reale non si vede mai, e che ne conosce il carattere e le debolezze, ma anche l’evoluzione e la presa di coraggio.

Se la vita di Susan si sta involvendo verso il fallimento e la netta consapevolezza di essere diventata come sua madre (era ciò che da giovane non avrebbe mai voluto che accadesse), quella di Edward invece, iniziata come sognatore e idealista, si sta invece realizzando. Il manoscritto è lo strumento della rivincita dell’ex marito, che può riscattarsi e vendicarsi sull’essere stato brutalmente lasciato da Susan in gioventù.

Il film di Tom Ford è tratto dal romanzo Tony & Susan di Austin Wright del 1993. Il titolo del romanzo è dedicato agli alter ego di marito e moglie, Tony e Susan, protagonisti del manoscritto. Ci sono molte diversità tra il film e il libro, a iniziare dalla protagonista che nel romanzo di Wright è una madre a tempo pieno e un’insegnante part-time.

Tony & Susan di Austin Wright, saggista e romanziere americano, è l’unica sua opera tradotta in italiano.

Valentina Morlacchi

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