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“Amore & altri rimedi”, il monologo finale del film

Amore & altri rimedi è una storia toccante che parla di un amore diverso ma potente, un film da vedere per riacquistare fiducia nei sentimenti. 

Amore & altri rimedi (Love and Other Drugs) è un film del 2010 diretto da Edward Zwick. Il film, che ha per protagonisti Anne Hathaway e Jake Gyllenhaal, si basa sul romanzo no-fiction Hard Sell: The Evolution of a Viagra Salesman scritto da Jamie Reidy. È una storia toccante che parla di un amore diverso ma potente. Una di quelle storie da vedere per riacquistare fiducia nei sentimenti. 

Un bellissimo film d’amore

Amore & altri rimedi è un film che fa sorridere e ci fa appassionale alla storia tortuosa dei protagonisti sin da subito. Alla fine poi, ci ritroviamo a piangere commossi da una delle scene più romantiche del cinema degli ultimi anni. 

La storia racconta di Maggie, una giovane dal seducente spirito libero, restia a qualsiasi legame sentimentale, e Jamie Randall, un giovane, brillante e rampante rappresentante farmaceutico dal fascino irresistibile, che sfrutta quasi infallibilmente sia nel mondo del lavoro che in quello femminile. L’incontro tra i due porterà entrambi, con loro grande sorpresa, a sentirsi sotto l’effetto della droga più forte di tutte: l’amore. Una storia che inizia per divertimento e finisce con un coinvolgimento inaspettato, che ci fa riflettere sulla potenza delle relazioni, soprattutto quello più inaspettate.

Il legame oltre alla malattia

Maggie è malata di Parkinson e per questo motivo sceglie di vivere la vita con una sola filosofia: “Carpe diem”. È per questo motivo che preferisce non coinvolgersi in relazioni impegnative. La paura la blocca, la paura dell’altro quanto la paura di se stessa. Ma poi arriva Jamie, che attraverso la sua apparente “superficialità”, sembra in grado di farle prendere “una vacanza da se stessa”.  
 
Quante volte la paura di “spaventare” qualcuno, ci blocca? Quante volte ci limitiamo da soli nelle relazioni? Maggie ci insegna a superare le nostre paure, a lasciarci andare anche quando problemi più grandi di noi, sembrano scavalcarci. Questo film parla di malattia ma anche di vita, quella vita a cui ci aggrappiamo.

Il monologo finale del film 

La morale del monologo finale, che vi proponiamo qui di seguito, è una: in due, la vita, si può affrontare meglio. L’amore ci può salvare. 

 

“Io sono un grande stronzo. Anzi no, sono consapevolmente un grande stronzo, perché non mi è mai importato di niente e di nessuno in tutta la mia vita, e la verità è che più o meno tutti l’hanno accettato. Sai è così… è Jamie… e poi tu… Dio… tu!
Tu non hai mai pensato questo di me. Io non ho mai conosciuto nessuno che pensasse davvero che io volessi qualcosa, finché non ho incontrato te, e allora l’hai fatto credere a me, perciò sfortunatamente io ho bisogno di te e tu hai bisogno di me! […] Allora diciamo che in un universo parallelo c’è una coppia come noi solo che lei sta bene, lui è perfetto e i loro problemi sono quanti soldi potranno spendere per la loro vacanza o chi dei due è di cattivo umore quel giorno o se si sentono in colpa se lasciano i propri figli dalla baby sitter. Io non voglio che siamo come quei due, io voglio noi, te: questo.“

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