I versi di Valerio Magrelli, tratti dalla poesia “Ottobre“, invitano a una profonda riflessione sulla relazione tra il passato, il presente e il futuro, attraverso l’elemento simbolico del cielo. L’immagine del cielo che “resta” suggerisce una costante che, pur nel fluire del tempo e delle stagioni, rimane immutata, fungendo da testimonianza di un tempo passato, ma anche da promessa di un futuro ancora da vivere.
Ma resta il cielo a ricordarci un tempo
in cui la vita respirava piena.
Il tempo ciclico dei mesi che passano
I versi di Valerio Magrelli evocano la dimensione della memoria, un passato in cui la vita era vissuta intensamente, in modo completo. Questo “respiro pieno” può essere interpretato come un periodo di pienezza emotiva, di gioia o di realizzazione personale, ormai lontano nel tempo. Il cielo, con la sua permanenza immutabile, diventa un archivio della memoria, capace di ricordare all’essere umano l’esistenza di quel tempo perduto.
L’idea di un cielo che “ricorda” suggerisce la possibilità di una connessione tra il mondo naturale e quello umano. Il cielo non è solo un elemento passivo o neutro nel paesaggio; piuttosto, diventa un testimone attivo del tempo che scorre e delle esperienze vissute dall’uomo. Il ricordo diventa un modo per trattenere il passato e, allo stesso tempo, confrontarsi con la sua inevitabile perdita.
Il valore del cielo nei versi di Valerio Magrelli
Nel verso “Ma resta un cielo a ricordarci il tempo in cui respirerà piena la vita” c’è una chiara inversione di prospettiva: non più un richiamo nostalgico a un tempo passato, ma una proiezione verso il futuro. La vita non respira più in modo completo, come nel primo verso, ma lo farà, in un tempo futuro. L’elemento di speranza è evidente, con l’idea che, nonostante le difficoltà o le perdite attuali, c’è ancora la possibilità di una vita vissuta appieno. Il cielo diventa così un simbolo di resilienza e di continuità, testimone non solo del passato, ma anche di un futuro che si aprirà.
Questa prospettiva di speranza, per quanto velata di malinconia, è ciò che conferisce ai versi una qualità universale. Valerio Magrelli, in questi versi, riesce a catturare il conflitto tra la perdita e la speranza, tra la memoria e l’attesa, elementi che sono parte integrante dell’esperienza umana.
Il cielo, nell’immaginario poetico, è spesso associato a concetti di eternità, vastità e infinito. In molte tradizioni letterarie, è il luogo che sovrasta la vita terrena, rappresentando una dimensione più elevata e distaccata dai problemi quotidiani. Nella poesia di Valerio Magrelli, tuttavia, il cielo è strettamente legato alla vita umana e alle sue vicissitudini. Diventa un rifugio per la memoria, ma anche una promessa per il futuro.
Il fatto che il cielo “resti” suggerisce una certa inalterabilità della natura, nonostante il passare del tempo e i cambiamenti nelle vite degli uomini. In questo senso, il cielo si erge come una sorta di simbolo dell’eterno, un elemento fisso in mezzo alla transitorietà della condizione umana.
Respiro metafora della vita
L’uso del verbo “respirare” nei versi di Valerio Magrelli è particolarmente significativo. Il respiro è spesso usato come metafora della vita stessa, un indicatore della vitalità e della capacità di godere pienamente dell’esperienza del mondo. Nella poesia, il respiro pieno rappresenta non solo la capacità di vivere, ma di vivere in modo autentico e soddisfacente. Il fatto che il poeta parli di un respiro passato e di un respiro futuro sottolinea una tensione tra la consapevolezza della finitezza del presente e la speranza di un futuro in cui sarà possibile riconquistare quella stessa pienezza.
I versi di Valerio Magrelli esplorano il tema del tempo e della memoria con delicatezza e profondità. Il cielo, simbolo di eternità, diventa un filo conduttore tra il passato e il futuro, tra la vita che è stata e quella che potrebbe essere. L’immagine del “respiro pieno” offre una riflessione sul desiderio umano di pienezza, che oscilla tra la nostalgia per ciò che è stato e la speranza per ciò che verrà. In questi versi, Valerio Magrelli riesce a cogliere l’essenza dell’esperienza umana, intrappolata tra la memoria e l’attesa, in un continuo movimento tra il ricordo e la promessa di un futuro migliore.
Leggiamo di seguito il testo completo della poesia “Ottobre, contenuta all’interno del volume “Il sangue amaro”, edito da Einaudi nel 2014.
Ottobre di Valerio Magrelli
Le foglie che cadono,
le fogne che si intasano,
le città che si allagano
i passanti che annegano
le autorità che negano.
Nient’altro.Ma resta il cielo a ricordarci un tempo
in cui la vita respirava piena.
Ma resta un cielo a ricordarci il tempo
in cui respirerà piena la vita.