I versi di Nazim Hikmet tratti dalla poesia L’addio si presentano come un’esplosione di emozioni, un inno all’amore infinito che supera ogni limite spaziale e temporale. Hikmet, con la semplicità apparente della sua scrittura e l’intensità della sua voce poetica, riesce a condensare in pochi versi una delle dichiarazioni d’amore più potenti e universali della letteratura.
L’uomo dice alla donna
t’amo
e come
con la profondità dei chilometri
con l’immensità dei chilometri
cento
per cento
mille per cento
cento volte l’infinitamente cento.
Nazim Hikmet e l’amore inquantificabile
Questa poesia non è solo una celebrazione dell’amore, ma anche una riflessione sulla sua natura: una forza che si espande nello spazio e nell’anima, che non conosce misure, ma si esprime attraverso il linguaggio umano con parole di immensità. L’immagine dell’amore viene qui esaltata attraverso il linguaggio della misura e del numero, un linguaggio che, paradossalmente, non può mai davvero contenere l’infinito ma tenta, poeticamente, di rappresentarlo.
Hikmet afferma:
“T’amo / e come / con la profondità dei chilometri / con l’immensità dei chilometri.”
Il poeta usa una metafora spaziale, i chilometri, per descrivere l’amore. I chilometri, simbolo di distanza concreta, si trasformano in un’immagine di profondità emotiva. Questo accostamento suggerisce come l’amore possa essere vasto e profondo, impossibile da confinare entro un limite. La scelta di un’unità di misura oggettiva, come i chilometri, paradossalmente sottolinea l’incapacità di qualunque misurazione umana di catturare l’intensità di un sentimento così travolgente.
La profondità e l’immensità diventano dimensioni indispensabili per comprendere l’amore in senso poetico: un amore che non è statico, ma dinamico, che si espande all’infinito, proprio come l’universo. La poesia di Hikmet, infatti, suggerisce che l’amore non è solo un sentimento privato, ma un’esperienza cosmica, un ponte che connette l’essere umano all’immensità dell’esistenza.
La matematica dell’infinito: cento per cento e mille per cento
L’intensità dell’amore viene ulteriormente esaltata nei versi successivi:
“Cento per cento / mille per cento / cento volte l’infinitamente cento.”
Qui Hikmet adotta il linguaggio della matematica e delle percentuali, un linguaggio solitamente associato alla logica e alla razionalità. Tuttavia, la sua poesia ribalta l’uso di questo linguaggio per evocare un amore che sfida ogni calcolo e ogni limite. Non basta dire “cento per cento” per descrivere l’amore; il poeta deve moltiplicarlo per mille, e infine ricorrere a una formula apparentemente impossibile: cento volte l’infinitamente cento.
Questa scelta esprime l’inadeguatezza delle parole, dei numeri e dei concetti umani nel catturare l’amore. Nonostante ciò, Hikmet riesce a trasformare questa inadeguatezza in un elemento poetico. L’infinito non può essere espresso, ma può essere evocato: è qui che risiede la grandezza del suo linguaggio. L’infinito diventa la cifra stessa dell’amore, una forza che non si lascia imprigionare né da numeri né da parole, ma che trova la sua verità nella loro incessante espansione.
L’amore come unione e trascendenza
Nei versi di Hikmet si percepisce anche una dimensione filosofica. L’amore non è solo un sentimento che connette due individui, ma un’esperienza che trascende la singolarità. Quando il poeta afferma il suo amore per la donna con una tale intensità, non sta solo celebrando l’unione tra due esseri, ma anche il potere dell’amore di connettere l’essere umano al mondo e all’universo.
La ripetizione dei numeri e delle immagini di immensità suggerisce che l’amore è una forza che supera ogni ostacolo, ogni limite, ogni distanza. L’amore è, per Hikmet, una forma di eternità, capace di sfidare anche la finitezza della vita umana. Questo tema è ricorrente nella poesia del poeta turco, che spesso ha esplorato il legame tra l’individuo e l’universale, tra il temporaneo e l’eterno.
Per comprendere appieno il significato di questi versi, è importante collocarli all’interno della poetica di Nazim Hikmet. Considerato uno dei più grandi poeti turchi del XX secolo, Hikmet ha sempre unito nelle sue opere il personale e il politico, l’amore e la lotta per la libertà.
In L’addio, l’amore viene descritto non solo come un legame emotivo, ma come una forza rivoluzionaria, capace di sfidare ogni confine e ogni oppressione. È un amore che non accetta limiti, proprio come la libertà che Hikmet ha sempre cercato, sia nella sua vita personale che nella sua lotta politica.
I versi di Nazim Hikmet sono un omaggio all’amore come esperienza universale e personale, come forza che unisce la dimensione umana e cosmica. L’uso di immagini legate alla misura e al numero non è un tentativo di limitare l’amore, ma di mostrare come esso sia un’esperienza che sfida ogni definizione.
In L’addio, Hikmet ci invita a riflettere sulla potenza dell’amore, un sentimento che ci connette non solo agli altri, ma all’infinità del mondo. I suoi versi risuonano come un inno all’eternità dell’amore, capace di sfidare ogni confine, ogni distanza, ogni finitezza. E, proprio come quei “chilometri” e quelle “percentuali” infinite, l’amore di Hikmet non si esaurisce mai, continuando a ispirare chi lo legge.