Cosa conta davvero nella vita per un’esistenza autentica? In molti scrittori e poeti hanno cercato di dare una risposta a questa domanda esistenziale. Uno di questi è stato il drammaturgo, poeta, regista teatrale e saggista tedesco Bertolt Brecht, all’interno di un verso tratto dalla poesia “Piaceri”, scritta nel 1954 a Berlino Est e pubblicata da Bertolt Brecht nella raccolta “Poesie 1947-1956”.
“Scrivere, piantare viaggiare cantare essere gentili”
Ciò che conta davvero
Questo verso di Brecht sintetizza alla perfezione ciò che per lui conta davvero nella vita: scrivere, piantare, viaggiare, cantare, essere gentili. Ognuna di queste azioni rappresentano valori universali e condivisibili da molti: il piacere della cultura, la passione e il rispetto per l’ambiente, l’importanza di conoscere nuove culture e popolazioni, la bellezza di esprimere e condividere il proprio talento e le proprie passioni, il sapersi rapportare con gli altri in modo amichevole.
Nella vita, ciò che conta può variare da persona a persona, ma ci sono alcuni temi universali che molte persone tendono a considerare importanti: l’importante è condividere valori positivi e metterli in pratica esprimendo la propria personalità, il proprio talento e al tempo stesso metterlo al servizio degli altri.
Sapere mantenere relazioni positive, capaci di raggiungere il benessere emotivo e la felicità, mantenere la salute fisica e mentale, avere uno scopo capace di realizzarci come persone nel mondo, dare un senso alla nostra esistenza grazie all’apprendimento continuo e coltivare la felicità e la gratitudine per le piccole cose: tutte queste cose. e tante altre ancora, possono migliorare notevolmente la qualità della vita.
Non solo il proprio benessere: dare priorità nella vita a ciò che conta davvero ci permette di fare parte di una comunità e contribuire al benessere degli altri.Ogni individuo ha le proprie priorità e valori: per questo è importante riflettere su ciò che è significativo per ciascuno di noi e metterlo in pratica.
I piaceri della vita
Questi versi di Bertolt Brecht sono dedicati ai piaceri della vita. Scritta in periodo di grande leggerezza, ispirata da uno stato d’animo d’appagamento, ed eccitato dalla soddisfazione per la casa che gli era appena stata assegnata in Chausseestrasse, a pochi passi dal teatro Berliner Ensemble di Berlino Est, la poesia racconta dei piccoli piaceri mattutini e dei piccoli gesti che rendono la nostra vita più bella.
In un momento favorevole, con le migliori condizioni di vita cui poteva aspirare e con il tempo a disposizione, finalmente, per poter organizzare la sua giornata e il suo lavoro al meglio, nel 1954 Brecht si butta anima e corpo a comporre poesie.
Ecco di seguito il testo integrale:
“Piaceri” di Bertholt Brecht
Il primo sguardo dalla finestra al mattino
il vecchio libro ritrovato
volti entusiasti
neve, il mutare delle stagioni
il giornale
il cane
la dialettica
fare la doccia, nuotare
musica antica
scarpe comode
capire
musica moderna
scrivere, piantare
viaggiare
cantare
essere gentili.
Chi è Bertolt Brecht
Brecht è conosciuto soprattutto come drammaturgo, ma è stato autore di diverse raccolte di poesie, tra le più commoventi della lirica tedesca novecentesca. I suoi versi diretti, la scrittura semplice e ritmata, il tono disilluso e al tempo stesso pacato, come se stesse prendendo delle brevi annotazioni quotidiane, raccontano di uno scrittore sensibile e di un intellettuale attento.
Nonostante l’epoca di atroci crudeltà che gli si dipana intorno, il suo immaginario poetico è concreto, concentrato sull’esaltazione di una forma di bellezza gentile e appagante, a cui è difficile sottrarsi, e sui piccoli piaceri della vita.
Eugen Berthold Friedrich Brecht, conosciuto come Bertolt Brecht, nasce in Germania nel 1898 in una famiglia borghese. Cresce schivo e solitario; i frequenti problemi di salute gli impediscono di trascorrere un’infanzia spensierata. Nel 1913 comincia a scrivere i suoi primi componimenti. Prosegue gli studi con scarso interesse, più appassionato all’arte, al cinema e alla letteratura.
Quando nel 1920 muore la madre, Bertolt Brecht rompe tutti i legami con Augusta, la città di origine, e si trasferisce a Monaco, città culturalmente ricca e vivace. Qui, infatti, Brecht si entra a far parte della Lachkeller, la “Cantina delle risate”, un gruppo diretto dal famoso cabarettista Karl Valentin, che si esibisce in spettacoli comici e clowneschi.
Questa esperienza influenza moltissimo il lavoro dell’autore che, in questo periodo caratterizzato dalle espressioni dadaiste e futuriste, si interessa sempre di più ai poeti ribelli, come i francesi Villon, Rimbaud e Verlaine e il drammaturgo tedesco Büchner.
I componimenti di Brecht, che prima erano più incentrati sul patriottismo e sulla grandezza della Germania, adesso si focalizzano sulla povertà del popolo: la fame, la guerra, la miseria, l’emarginazione e la povertà sono tematiche che il poeta tratta facendo uso della pietas e riesumando la forma semplice e tradizionale della ballata. Bertolt Brecht diventa sempre più famoso.
Gira l’Europa e conosce molti intellettuali dell’epoca. Alcune delle sue opere teatrali causano tensioni con i governi dei paesi in cui esse vengono rappresentate, come avviene più volte a Berlino Est.
Il suo teatro, che ha fortemente influenzato l’arte scenica del Novecento, lo rende celebre in tutto il mondo e lo fa entrare a pieno diritto nel canone artistico e letterario europeo. Muore nel 1956, a causa di un infarto cardiaco che è solo il culmine di un lungo periodo di malattia.