I versi di Valerio Magrelli dedicati all’attentato dell’11 settembre 2001 alle Torri Gemelle catturano l’essenza di un trauma collettivo che ha segnato profondamente la coscienza globale. Magrelli ci parla di una notte particolare, la notte che ha seguito il terribile attentato, quando milioni di persone in tutto il mondo hanno condiviso unโesperienza comune, un incubo alimentato dalle immagini trasmesse senza sosta dai televisori.
“Il nostro sonno, oggi,
sarร un compito in classe.
Tema: noi torce.
Svolgimento: ognuno
covi, dormendo, la sua fiamma, accesa
al fuoco morto del televisore.”
Valerio Magrelli e la sua riflessione post 11 settembre
Questa riflessione poetica non รจ solo una descrizione di un evento drammatico, ma una potente meditazione sullโimpatto che la tragedia ha avuto sulla psiche collettiva.
“Nota. Il poeta riflette sul fatto che, nella notte seguente lโattentato, centinaia di milioni di telespettatori avranno presumibilmente sognato, in lingue e paesi diversi, il medesimo sogno.” Questa la frase che troviamo in nota sotto i versi di questa bella e tremenda poesia
“Il nostro sonno, oggi, / sarร un compito in classe. / Tema: noi torce.”, Valerio Magrelli paragona il sonno di quella notte a un compito in classe, un esame da affrontare involontariamente. Questa similitudine sottolinea il senso di obbligo e di inevitabilitร che ha caratterizzato lโesperienza del mondo intero: come in un compito in classe, non si puรฒ fuggire o scegliere di non partecipare. La visione delle torri che crollano รจ stata impressa nella mente di chiunque abbia visto quelle immagini, trasformandosi in un sogno ricorrente che tutti, anche senza volerlo, hanno condiviso.
Valerio Magrelli prosegue con “Svolgimento: ognuno / covi, dormendo, la sua fiamma, accesa / al fuoco morto del televisore.”, suggerendo che ognuno di noi, nel proprio sonno, custodisce quella fiamma, quel ricordo doloroso. La “fiamma” รจ una metafora potente che rappresenta sia la luce della memoria, mai spenta, sia la distruzione e la paura che hanno caratterizzato quei momenti. Il “fuoco morto del televisore” rappresenta le immagini viste attraverso lo schermo, che continuano a bruciare nelle menti degli spettatori, nonostante il televisore stesso sia spento. Questa espressione rende visibile il paradosso della modernitร : il fuoco, simbolo antico di vita e calore, diventa qui un fuoco freddo e distante, un riflesso senza calore, ma capace di imprimere una memoria indelebile.
Lโattentato dellโ11 settembre non รจ stato solo un evento tragico, ma un simbolo di vulnerabilitร e di paura collettiva. La globalizzazione e lโera digitale hanno amplificato la portata di questa tragedia, facendo sรฌ che ogni angolo del mondo fosse connesso e partecipe.
Valerio Magrelli cattura questa dimensione globale, evidenziando come la tragedia non sia stata vissuta solo dalle vittime dirette, ma da una moltitudine che, in quel momento, si รจ sentita parte di unโumanitร condivisa. Il “sonno” diventa quindi un luogo di incontro, una dimensione onirica in cui le barriere geografiche e culturali si dissolvono, lasciando spazio a un’esperienza comune di dolore e riflessione.
La poesia di Valerio Magrelli ci ricorda anche il potere della rappresentazione mediatica. Le immagini trasmesse dal “fuoco morto del televisore” hanno avuto la capacitร di attraversare i confini e di unire persone diverse in unโunica emozione. Questo fenomeno ha portato a una riflessione su come i media influenzino non solo la nostra percezione degli eventi, ma anche la nostra psiche, introducendo nelle nostre menti immagini e paure che possono persistere e influenzare i nostri sogni e pensieri.
Il “compito in classe” รจ un esame a cui tutti siamo chiamati a partecipare, anche involontariamente, e il tema del “noi torce” sottolinea lโidea di una collettivitร illuminata da un unico, tragico evento. Questo compito, tuttavia, non ha una correzione o un voto: รจ un esame senza giudizio, ma con un peso emotivo e psicologico che tutti devono sopportare.
L’11 settembre ha cambiato il mondo in molti modi: politicamente, culturalmente, e anche a livello personale per molti individui. I versi di Valerio Magrelli mettono in luce come il trauma possa essere condiviso e vissuto a livello inconscio, non solo attraverso le decisioni e le azioni quotidiane, ma anche nei recessi piรน profondi della nostra mente. Questo aspetto dell’esperienza umana โ il condividere un incubo comune, il “covo” di ciascuno che ospita una “fiamma” individuale โ ci ricorda che, al di lร delle differenze, esiste un legame universale che ci unisce in momenti di crisi e riflessione.
In conclusione, i versi di Valerio Magrelli ci offrono una finestra su come un evento globale possa penetrare nel privato, nellโintimo degli individui, trasformandosi in unโesperienza comune che trascende i confini fisici. La poesia diventa cosรฌ non solo una riflessione sul trauma collettivo, ma anche un invito a riconoscere la fragilitร e la condivisione della condizione umana, unita dalla luce di quelle torce accese nella notte del mondo.