Quando si parla di formazione, di crescita, di carattere c’è una parola che in realtà nasconde una forza determinante, un’importanza fondamentale, ovvero inclinazione.
Inclinazione è seguendo la definizione che ci offre il vocabolario Treccani, in senso figurato, può essere definita come “l’attitudine a qualche cosa, disposizione naturale (o più raramente acquisita) dell’animo o della mente verso un oggetto, un’attività, un modo di vita.”
Una frase di Mauro Corona, il noto scrittore, autore di numerosi bestseller, ci offre l’opportunità di poter riflettere proprio sull’importanza dell’attitudine individuale, nell’importante fase educativa e formativa dei bambini e dei ragazzi. Ci permettiamo di aggiungere che questo vale in tutte le fasi della vita.
Ecco il pensiero sull’inclinazione di Mauro Corona:
“La nostra vita è uguale alla manera. Anche la tua. La vita va affilata giusta se vuoi che funzioni, se vuoi che tagli le difficoltà non deve essere né troppo stesa né troppo conica, se no non vai avanti. La mola che affila le nostre vite è l’educazione, i valori dati da una buona educazione sono importanti, ma più importante è l’inclinazione. Chi ci dà l’educazione deve premere la vita sulla mola con l’inclinazione giusta, altrimenti sbaglia filo e con il filo sbagliato i giovani non tagliano le difficoltà, ma si rompono.”
La citazione di Mauro Corona è tratta dal capitolo Vestita d’autunno dell’Ottavo Quaderno del suo libro Storia di Neve, romanzo pubblicato per la prima volta da Mondadori, nel 2008.
Inclinazione individuale: è fondamentale per formare alla vita
Il contesto
Questa importante riflessione nasce da una frase di uno dei personaggi del libro di Mauro Corona, Lidio Fantat, “un boscaiolo che sapeva sempre una pagina più del libro”, che la rivolge a Neve, giovanissima ragazza protagonista del romanzo.
Lidio ha sessantacinque anni e porta nella sua bisaccia sempre un libro, I promessi sposi. Ma, non sa leggere e non conosce neppure la storia contenuta nel volume che aveva sempre con sé. Neve si accorge che il boscaiolo nei momenti di pausa leggeva sempre, ma in realtà non fingeva di leggere, come sembrerebbe automatico pensare essendo lui analfabeta. L’uomo guardando e sfogliando le pagine del libro riesce a costruire grandi storie fantastiche, sempre nuove.
“Quando guardo le pagine di questo libro mi vengono in mente storie, tante storie una dopo l’altra e me le racconto, così è come se le leggessi dal libro. Il libro penso abbia dentro una sola storia, invece io ne invento tante guardando le pagine e sono storie belle, se sapessi scrivere le scriverei, ma un giorno te ne conterò qualcuna.” Questa fu la spiegazione che diede Lidio a Neve, per spegarle la sua esperienza.
Un giorno Lidio decise di accompagnare la ragazza alla scoperta della cima della Pietra Forata, dove, a dire del boscaiolo, “i picchi” andavano a morire. Per Neve è un’avventura fantastica, convinta di trovare nella vetta del Campanile un vero cimitero di uccelli, creato dalla fantasia del boscaiolo.
Il viaggio diventa un’esperienza in cui ogni cosa diventa espressione di un messaggio profondo da condividere. Le parole espresse nel libro sono di grande rilievo e significato. Suggeriamo che è il caso di leggere l’opera di Mauro Corona.
Concentriamoci, però, sul messaggio che vogliamo condividere. Tornando a valle il boscaiolo vide un albero di tasso che gli poteva servire. Ma nel colpirlo con la sua scure si accorse che la lama si era rovinata. Il legno dell’albero morto si era indurito troppo e l’affilatura della sua lama non era ideale per colpire un albero diventato come ghisa.
Lidio riconosce la sua responsabilità e guardando Neve le dice:
“Vedi, canaja, l’avevo affilata troppo sottile, il tasso secco me l’ha rovinata. È colpa mia, dovevo affilarla conica, allora resisteva. Ma non troppo conica altrimenti non taglia niente, neanche sambuco. Se è troppo conica invece che tagliarlo lo mastica, se è troppo stesa sui legni duri si rovina.”
Questa parte del libro è davvero ricca di contenuti profondi e ricchi di significato. Ma, il brano che ci ha colpito e quello che contiene la frase su riportata, ovvero metafora tra la “manera”, la piccola scure del boscaiolo, e la vita.
Inclinazione, un valore da tenere presente
Seguendo gli insegnamenti del boscaiolo, possiamo affermare che la “manera” è il simbolo perfetto di ciò che siamo. Non nasce affilata. Serve una mola, una mano esperta, un’inclinazione precisa. E così è la vita.
Per “tagliare” le difficoltà, per affrontare la complessità del mondo, non basta essere ben affilati. Bisogna utilizzare l’affilatura corretta. Non troppo stesi, perché si diventa fragili. Non troppo conici, perché non si incide. Serve il filo giusto. Serve equilibrio.
Ma quel filo non lo scegliamo da soli. Viene formato, lentamente, inconsapevolmente, da chi ci cresce, ci educa, ci osserva e ci plasma. La mola che affila la nostra esistenza è fatta di educazione, esempi, valori. Ma soprattutto, di inclinazione.
Perché non conta solo cosa ci viene trasmesso, ma come. Un consiglio dato con amore è diverso dallo stesso consiglio dato con durezza. Un gesto insegnato con rispetto rimane. Uno imposto, si dimentica.
L’inclinazione è quel dettaglio sottile che fa la differenza tra un taglio netto e uno strappo. Tra una vita facile d’affrontare e una che si spezza alla prima difficoltà. E spesso chi educa, genitori, insegnanti, modelli, non si rende conto di quanto sia importante quest’angolo invisibile che preme sulla crescita.
Si vive in un’epoca che premia l’efficienza, l’urgenza, l’effetto immediato. Ma l’inclinazione richiede presenza, ascolto, lentezza. È un’arte silenziosa. Una forma di amore.
L’inclinazione, possiamo affermare, è il piccolo angolo con cui si affronta qualcosa: un problema, una relazione, un futuro. Non è l’urgenza. Non è la velocità. Non è la forza. È il modo con cui si entra in contatto con il mondo.
Gli artigiani lo sanno bene: l’inclinazione fa tutta la differenza. Troppo dritta, e si rovina tutto. Troppo obliqua, e non si incide. Serve la giusta pressione. La giusta angolazione. La giusta mano. Lo stesso vale per l’educazione alla vita.
Non sono sole regole a costruire la giusta formazione
Educare, crescere, formare qualcuno, o sé stessi, non è solo una questione di regole o valori. È una questione di come questi valori vengono trasmessi. D’inclinazione, appunto. Un consiglio dato con ascolto incide. Lo stesso dato con freddezza, scivola via. Un esempio coerente plasma. Uno imposto, si rifiuta.
Non dobbiamo dimenticare che, tutti noi veniamo affilati, in qualche modo. Dalla famiglia, dalla scuola, dalle amicizie, dalla città in cui cresciamo. Ma non è sufficiente ricevere un’educazione. Conta l’inclinazione con cui ci è stata data.
Inclinazione passiva e attiva
L’inclinazione è giusto sottolinearlo va sempre vista da un duplice punto di vista.
- passiva, quando la riceviamo: l’influenza che qualcuno ha su di noi, il modo in cui veniamo “affilati”;
- attiva, quando la esercitiamo: il modo in cui tocchiamo la vita degli altri, o la nostra stessa vita.
Da bambini o ragazzi si è come delle lame grezze che vanno affilate nel giusto modo per affrontare la vita. Si è sottoposti alla mola educativa della famiglia, della scuola, delle altre strutture pedagogiche che intervengono nella crescita. I genitori, gli insegnanti devono svolgere un lavoro difficilissimo, devono affilare, orientare, preparare al mondo. Questa fase è davvero importante e non va tralasciato nulla.
Ciò che non bisogna mai dimenticare è ogni soggetto è diverso dall’altro. Quindi quando si affronta il momento educativo bisognerebbe comprendere qual è la reale “inclinazione” del soggetto.
Non bastano i contenuti e i valori standard, serve una “mano” misurata e accurata di educazione, ideale per ognuno. Di certo, non è facile, perché deve avvenire qualcosa d’importante e che per molti è di difficile attuazione: la comprensione.
Ciò vale anche quando si riceve l’educazione o la formazione. Lo sforzo che andrebbe fatto è capire chi siamo realmente. Ogni contributo ricevuto, se si è coscienti del proprio essere è facile gestirlo nel modo dovuto. Riuscire a comprendere sé stessi è forse ancora più difficile da capire gli altri. Ma, i risultati possono essere eccezionali.
Quindi, seguiamo l’importante lezione di Mauro Corona. Inclinazione è una parola, un concetto, un modo di pensare, di essere, di vivere. Inclinazione è un principio per ogni forma di relazione.