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I versi di Trilussa sul tempo che non possiamo fermare

Leggiamo questi caustici versi di Trilussa estratti dalla poesia "Ricordi d'un comò" in cui ironicamente il poeta dileggia chi non vuole invecchiare.

I versi di Trilussa tratti dalla poesia Ricordi d’un comò rappresentano un’affilata riflessione sulla vanità e sull’illusione del tempo. Con il suo tipico tono ironico e arguto, il poeta romano smaschera l’inganno che molte persone cercano di perpetuare su se stesse: quello di nascondere i segni del tempo per preservare un’immagine di giovinezza eterna. L’immagine della tartaruga, che crede di nascondere la sua intera esistenza semplicemente ritrarre la testa nel guscio, si presta perfettamente a descrivere questa vana illusione umana.

Ecco un capello bianco, ecco una ruga…
Tu strappi, levi, copri… e credi spesso
de comparì vent’anni… Ma è lo stesso
a l’illusione de la tartaruga
ch’annisconne la testa, persuasa
che nun se veda più manco la casa!

Trilussa e la sua caustica ironia romanesca

Carlo Alberto Salustri, meglio conosciuto come Trilussa, è stato uno dei più grandi poeti dialettali italiani del XX secolo. La sua poesia si caratterizza per un uso sapiente del romanesco, che gli permette di trasmettere con immediatezza ed efficacia messaggi profondi, spesso mascherati dietro un’apparente leggerezza. Trilussa non si limita a descrivere la vita quotidiana con acuta osservazione, ma la interpreta con una saggezza popolare che rivela una profonda conoscenza dell’animo umano.

In Ricordi d’un comò, il poeta affronta il tema del tempo e dell’invecchiamento, due argomenti centrali della sua produzione. Egli osserva come gli esseri umani tentino disperatamente di nascondere i segni dell’età, sia fisicamente che psicologicamente, come se fosse possibile fermare il tempo con piccoli accorgimenti estetici o con l’autoinganno.

L’illusione dell’eterna giovinezza

Nei versi in esame, Trilussa sottolinea con ironia il desiderio di apparire più giovani:

Ecco un capello bianco, ecco una ruga…
Tu strappi, levi, copri… e credi spesso
de comparì vent’anni…

L’azione di eliminare i segni dell’età diventa quasi compulsiva: si strappano i capelli bianchi, si coprono le rughe con trucchi o altri espedienti, nella convinzione di poter ingannare il tempo. Ma questa operazione è destinata a fallire, perché il tempo scorre inesorabile, lasciando sempre qualche traccia del suo passaggio.

Il poeta paragona questa vana speranza all’illusione della tartaruga:

Ma è lo stesso a l’illusione de la tartaruga
ch’annisconne la testa, persuasa
che nun se veda più manco la casa!

L’immagine della tartaruga è tanto semplice quanto efficace: essa crede di scomparire completamente solo perché ritira la testa nel guscio, senza rendersi conto che il resto del corpo rimane ben visibile. Allo stesso modo, chi cerca di celare i segni del tempo con qualche trucco non fa altro che illudersi di sfuggire all’inevitabile.

Trilussa non si limita a ridicolizzare la vanità umana, ma invita a una riflessione più profonda: accettare il tempo che passa con consapevolezza e serenità è l’unico modo per vivere in armonia con se stessi. La società moderna, ancora più di quella in cui visse Trilussa, sembra ossessionata dalla giovinezza e dalla bellezza esteriore, spesso dimenticando che il valore di una persona non risiede nell’aspetto fisico, ma nella sua esperienza e nella saggezza acquisita con il tempo.

Il poeta, con il suo sarcasmo bonario, ci suggerisce di non vivere nella paura dell’invecchiamento, ma di affrontarlo con dignità. L’accettazione del tempo che passa non significa rassegnazione, ma piuttosto la capacità di valorizzare ogni fase della vita, riconoscendo che ogni età ha il suo fascino e la sua bellezza.

Trilussa e l’eredità della poesia popolare

L’opera di Trilussa ha un forte legame con la tradizione della poesia popolare, che affonda le sue radici nella cultura romana. Il poeta utilizza un linguaggio accessibile e immagini tratte dalla quotidianità per veicolare messaggi universali. Questo lo rende ancora oggi attuale e amato da un vasto pubblico.

Il suo modo di affrontare temi profondi con leggerezza e ironia rappresenta una forma di saggezza che ci invita a riflettere sulla nostra esistenza senza eccessivi drammi. La sua poesia ci mostra come l’umorismo possa essere un potente strumento per affrontare la realtà e per accettare con serenità il ciclo naturale della vita.

I versi di Trilussa in Ricordi d’un comò ci offrono una preziosa lezione sulla natura umana e sul rapporto con il tempo. Con il suo stile inconfondibile, il poeta ci mette di fronte alla nostra vanità e alla nostra paura di invecchiare, ricordandoci che l’illusione di poter fermare il tempo è tanto assurda quanto quella della tartaruga che crede di scomparire nascondendo la testa nel guscio.

Accettare con serenità il tempo che passa è la chiave per vivere con pienezza ogni stagione della vita. E, forse, l’ironia di Trilussa ci insegna che ridere di noi stessi è il primo passo per imparare ad affrontare il tempo con saggezza.

 

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