Questa citazione, tratta dal libro La fine è il mio inizio, racchiude la forza e la delicatezza del pensiero di Tiziano Terzani, giornalista, viaggiatore, narratore e, soprattutto negli ultimi anni della sua vita, cercatore instancabile di senso. È un pensiero che invita a ripensare il nostro rapporto con il mondo e con noi stessi, opponendo la spontaneità dell’amore e dell’intuizione alla rigidità dell’intelletto e alla dispersione della ragione.
«Amare, non volere. Bagnare, non asciugare. Ecco il segreto delle cose. L’intelletto solidifica, la ragione diluisce.»
La visione di Tiziano Terzani
La fine è il mio inizio nasce come un lungo dialogo tra Tiziano Terzani e il figlio Folco, registrato quando il giornalista era già consapevole della sua malattia terminale. È un libro-testamento, che raccoglie riflessioni maturate non soltanto dall’esperienza professionale di inviato in Asia, ma soprattutto da un percorso interiore che lo portò ad avvicinarsi alle filosofie orientali, al buddhismo, alla meditazione.
La frase citata riflette esattamente questo incontro tra Oriente e Occidente. Da un lato, vi è la critica alla volontà eccessiva, all’ansia di controllo tipica della modernità occidentale. Dall’altro, c’è la valorizzazione di un atteggiamento più fluido e naturale, che si affida al ritmo stesso delle cose, in sintonia con il pensiero orientale.
Amare, non volere
Il primo binomio oppone l’amore alla volontà. Per Terzani, l’amore è un atto di apertura, di gratuità, di accoglienza dell’altro e del mondo così com’è. Non è sforzo, non è dominio, non è conquista. È una disposizione dell’animo che lascia accadere, senza pretendere di piegare la realtà ai propri desideri.
La volontà, al contrario, porta con sé rigidità. Volere significa fissare un obiettivo e cercare di imporre la propria forza per raggiungerlo. Nella società moderna, dominata dalla logica del successo e della produttività, il “volere” è stato trasformato in una sorta di religione laica: tutto deve essere oggetto di conquista, di controllo, di possesso. Ma questo atteggiamento rischia di creare frustrazione e alienazione, perché la vita non sempre si lascia governare dai nostri progetti.
Amare, invece, significa sintonizzarsi con ciò che accade, senza lottare per modificarlo a tutti i costi. È un invito a ritrovare la leggerezza del vivere, a riconoscere che la vita è più grande della nostra volontà.
Bagnare, non asciugare
Il secondo binomio ha un valore simbolico. Bagnare significa dare vita, fertilizzare, mantenere umido ciò che altrimenti inaridirebbe. È un gesto che favorisce la crescita e la trasformazione. Asciugare, invece, significa togliere, prosciugare, ridurre.
Con questa immagine, Terzani sembra suggerire che la vita autentica sta nel lasciar fluire, nel nutrire ciò che ci circonda, non nel ridurre o limitare. Anche qui emerge la critica a una società che tende a “asciugare”, a semplificare, a rendere tutto funzionale e razionale, ma che così facendo perde la ricchezza e la vitalità del reale.
Il segreto delle cose, dice Terzani, è nel bagnare: nel permettere che la vita scorra e continui a germogliare. È un invito alla cura, alla gentilezza, al rispetto della natura e delle relazioni.
L’intelletto e la ragione
Nella seconda parte della citazione, Terzani contrappone due strumenti fondamentali della mente umana: l’intelletto e la ragione. Ma li presenta in una luce critica.
L’intelletto “solidifica”: ossia irrigidisce, rende statico ciò che è fluido. Pensare troppo, analizzare in eccesso, ridurre tutto a concetti e schemi rischia di imprigionare la realtà, che invece è mutevole e sfuggente.
La ragione, dal canto suo, “diluisce”: frammenta, disperde, allontana dall’essenziale. Se usata come unico criterio di conoscenza, la ragione può portare a smarrire la concretezza della vita, dissolvendo la complessità in un mare di spiegazioni che non conducono a nessuna verità profonda.
Terzani non rifiuta la mente razionale, ma la relativizza: intelletto e ragione sono strumenti utili, ma non devono diventare padroni assoluti. Accanto a essi occorre recuperare l’intuizione, la sensibilità, l’ascolto interiore.
Una saggezza “fluida”
La citazione riassume un atteggiamento che potremmo definire di saggezza fluida. Non rigidità, ma apertura. Non volontà di potenza, ma amore. Non aridità, ma nutrimento. Non eccesso di pensiero, ma capacità di sentire.
Questa saggezza si avvicina molto al taoismo, dove l’acqua è simbolo di vita e di flessibilità: scorrendo, essa trova sempre una via, senza opporre resistenza. Anche Terzani invita a “bagnare”, cioè a vivere come l’acqua, che non si irrigidisce e non si disperde, ma alimenta ciò che incontra.
Attualità del messaggio
In un’epoca dominata dalla tecnologia, dall’efficienza e dal culto della volontà individuale, le parole di Terzani suonano quanto mai necessarie. Siamo abituati a misurare tutto in termini di obiettivi e risultati, a ridurre la vita a un progetto da realizzare. Ma così rischiamo di dimenticare l’essenza delle cose: la capacità di amare senza possedere, di vivere senza soffocare, di pensare senza irrigidirsi.
Il “segreto delle cose”, secondo Tiziano Terzani, è un equilibrio delicato tra mente e cuore, tra ragione e intuizione, tra volontà e abbandono. Non è facile, ma è forse la via più autentica per affrontare la vita con serenità.
«Amare, non volere. Bagnare, non asciugare. Ecco il segreto delle cose.» In queste parole, Tiziano Terzani ci lascia un insegnamento prezioso: vivere non significa dominare la realtà, ma accordarsi al suo ritmo. L’intelletto e la ragione hanno la loro funzione, ma non bastano a cogliere il senso profondo dell’esistenza. Occorre aprirsi all’amore, alla cura, alla fluidità, imparando a guardare le cose senza irrigidirle né svuotarle.
In un mondo che corre verso il controllo e l’asciuttezza, Terzani ci invita a rallentare, a bagnare e ad amare: a vivere con più autenticità e con più grazia.