Sei qui: Home » Frasi » I versi di Silvio Pellico sull’amore dei genitori per i figli

I versi di Silvio Pellico sull’amore dei genitori per i figli

Leggiamo questi versi pieni d'amore scritti dal patriota italiano Silvio Pellico, in cui con gioia e entusiasmo descrive l'amore genitoriale e filiale.

Nei versi tratti dalla poesia I parenti di Silvio Pellico (25 giugno 1789 – 31 gennaio 1854), l’autore, conosciuto più per il suo ruolo da patriota italiano e per essere l’autore del celebre volume Le mie prigioni,  esprime un profondo senso di gratitudine e amore nei confronti del Creatore e della famiglia, in particolare dei genitori. La riflessione di Pellico si basa sulla condizione dell’umanità, segnata dalla sofferenza originaria ma anche accompagnata da un conforto essenziale: l’amore e la cura dei genitori verso i figli.

Inno di gratitudine e d’amore
Al Creator de’ nostri cuori amanti,
Di tutte meraviglie al Creatore!
Dacchè pel fallo prisco doloranti
Alla luce veniam, qual dolce aïta
Nè’ genitori è data a’ nostri pianti!
In ogni coppia umana, onde la vita
D’altri umani si svolge, ecco una diva
Pe’ figliuoletti carità infinita.

Silvio Pellico, raffinato poeta oltre che letterato e patriota

Pellico descrive la vita umana come un percorso che nasce dal dolore, in riferimento al “fallo prisco”—ovvero il peccato originale, secondo la tradizione cristiana. Tuttavia, in questa condizione di sofferenza, Dio offre una consolazione straordinaria: la presenza amorevole dei genitori. Essi, nella loro dedizione ai figli, incarnano una forma di carità divina, un amore infinito che rappresenta un riflesso della bontà celeste. Questo tema, che mescola elementi religiosi e affettivi, enfatizza il ruolo fondamentale della famiglia come luogo di protezione e crescita.

L’autore parla della coppia genitoriale come fonte di vita per nuove generazioni, sottolineando l’idea che il legame tra genitori e figli non sia solo biologico, ma anche spirituale ed emotivo. Egli usa il termine “diva” per esprimere la sacralità dell’amore materno e paterno, ponendo questi sentimenti su un livello quasi divino.

Silvio Pellico, noto soprattutto per il suo libro “Le mie prigioni”, è un autore che ha vissuto intensamente il proprio tempo, segnato dalle lotte per l’indipendenza italiana e da una forte spiritualità. La sua poesia risente di questa sensibilità religiosa e del senso del dovere morale. Nella sua opera, la famiglia viene spesso esaltata come istituzione centrale della società e come pilastro dell’educazione dei giovani.

Nel periodo in cui Pellico scrive, l’idea della famiglia si intreccia strettamente con valori cristiani e tradizionali. I genitori sono visti come guide morali e affettive, fondamentali per la crescita individuale. L’importanza della famiglia nella letteratura dell’epoca riflette il bisogno di stabilità e di solidarietà in un’epoca di forti cambiamenti storici e sociali.

Mai dimenticarsi dell’amore ricevuto dai genitori

Sebbene i versi di Pellico siano espressione di un contesto storico preciso, il loro significato resta ancora oggi molto attuale. La famiglia continua a essere un pilastro della società, pur evolvendo nelle sue dinamiche. L’amore incondizionato dei genitori e la loro funzione di sostegno morale e affettivo sono concetti che non hanno perso valore.

Inoltre, la riflessione di Pellico sulla gratitudine nei confronti dei propri genitori è un insegnamento universale. Spesso si tende a dare per scontata la presenza e la dedizione della famiglia, ma questa poesia ci invita a riconoscerne l’importanza e a coltivare il sentimento di riconoscenza verso chi ci ha cresciuto e guidato.

Nei suoi versi, Pellico celebra l’amore genitoriale come manifestazione tangibile della misericordia divina. Il messaggio profondo di questa poesia è che, nonostante le difficoltà della vita, l’affetto familiare rappresenta un rifugio e una fonte di forza. La sua poetica non è solo una testimonianza del suo tempo, ma una riflessione senza tempo sull’amore, sulla responsabilità e sulla gratitudine, valori imprescindibili per ogni società. Oggi, seppur non associando più l’amore dei genitori all’amore di e per Dio sarebbe bene ricordarsi più spesso delle persone che ci aiutano, ci vogliono bene o che, semplicemente ci stanno vicine, perché l’amore che riceviamo, se sapremo recepirlo, sarà l’amore che doneremo, arricchendoci nell’atto stesso del donare.

© Riproduzione Riservata