Una frase di Roberto Vecchioni sulla bellezza dell’amore

12 Febbraio 2025

Leggiamo assieme questa bellissima citazione di Roberto Vecchioni tratta dal suo romanzo "Lezioni di volo e atterraggio", sulla bellezza dell'amore.

Una frase di Roberto Vecchioni sulla bellezza dell'amore

La citazione di Roberto Vecchioni tratta da Lezioni di volo e atterraggio ci offre un’immagine poetica e profonda dell’amore, visto come un’esperienza totalizzante che supera il linguaggio e si trasforma in materia. Vecchioni, con la sua consueta sensibilità, dipinge un quadro in cui il sentimento amoroso si fa concretezza, superando i confini della parola per divenire una realtà palpabile. Il cuore del suo discorso ruota attorno all’idea che l’amore autentico non abbia bisogno di artifici stilistici o di contorsioni linguistiche, perché esso esiste nella sua purezza essenziale. Leggiamola e rileggiamola in prossimità del giorno di San Valentino.

Io ero inebetito e felice, preso nell’assurdo di un alfabeto di spilli sulla pelle, convinto in quei giorni al miracolo di un amore che si fa materia e vola: era la sua diritta assonanza tra parole e cuore. Niente stilismi, dadaismi, men che meno surrealismi cerebrali e accademici; nessuna pretesa di stupire con acrobazie sintattiche, metafore contorte. Lei era vita, vita donata, appunto, all’ascolto o al non ascolto, bastava che le sue parole le intendesse Dio, immaginai da stupido.

L’amore per Roberto Vecchioni come alfabeto di spilli sulla pelle

L’immagine dell’“alfabeto di spilli sulla pelle” suggerisce un amore che è tanto intenso quanto doloroso, una scrittura che si incide sulla carne e lascia segni indelebili. Qui Vecchioni esprime la fisicità dell’amore, il suo essere un’esperienza vissuta, percepita con ogni senso, non solo un’astrazione poetica. Il verbo “inebetito” denota una condizione di totale abbandono, di meraviglia quasi infantile di fronte a qualcosa di più grande di sé.

L’amore, nella visione di Vecchioni, è un miracolo, qualcosa di inspiegabile che si compie nella coincidenza perfetta tra cuore e parole. Non si tratta di un sentimento filtrato dalla ragione o mediato da tecnicismi linguistici, ma di un’energia pura che si manifesta e si concretizza senza bisogno di orpelli. Questa concezione contrasta con quella di molti poeti e letterati che hanno cercato di descrivere l’amore attraverso metafore elaborate e costruzioni sintattiche complesse.

La semplicità dell’amore: parole e cuore in armonia

Vecchioni rifiuta gli artifici stilistici, i “dadaismi” e i “surrealismi cerebrali e accademici” che talvolta caratterizzano la letteratura. Per lui, l’amore non ha bisogno di virtuosismi letterari: è una realtà tangibile, immediata, che si impone senza bisogno di essere spiegata o analizzata. In questa affermazione si coglie anche una critica a una certa intellettualizzazione dell’amore che lo allontana dalla sua essenza più vera e spontanea.

L’amore, secondo Vecchioni, non deve stupire con acrobazie linguistiche: la sua forza sta nella sua autenticità. Questa prospettiva è affine a quella di autori come Cesare Pavese, che nelle sue opere ha spesso sottolineato la necessità di un linguaggio semplice e diretto per esprimere le emozioni più profonde. L’idea che le parole debbano coincidere con il cuore rimanda anche alla poetica di Ungaretti, con la sua ricerca di una parola essenziale, capace di contenere tutta l’intensità del vissuto.

Un’altra immagine significativa nella citazione di Vecchioni è quella dell’amore come dono incondizionato. L’amata è descritta come “vita donata, appunto, all’ascolto o al non ascolto”, a significare che l’amore vero non ha bisogno di essere ricambiato o compreso pienamente per esistere. Questo concetto richiama l’idea dell’amore come atto di pura generosità, libero da aspettative e condizioni.

La conclusione della citazione introduce un elemento spirituale: Vecchioni immagina, “da stupido”, che le parole dell’amata bastino a Dio, anche se nessun altro le ascolta. Qui emerge un senso di trascendenza: l’amore non è solo un’esperienza umana, ma qualcosa che si eleva oltre la dimensione terrena e acquista una sacralità propria. Questa visione richiama le concezioni mistiche dell’amore, come quelle espresse da autori come Rainer Maria Rilke, per il quale l’amore era una forza universale che avvicina l’uomo all’assoluto.

L’amore, nella visione di Vecchioni, è un’esperienza che si incide sulla pelle e nell’anima, una realtà che si fa materia e vola al di là delle parole. Non è un esercizio di stile, né un gioco di intellettualismi: è un sentimento autentico che si dona senza riserve, con una purezza che non ha bisogno di essere compresa per esistere.

Questa riflessione ci invita a riscoprire l’amore nella sua essenza più vera, lontano da sovrastrutture e complicazioni, come una forza semplice e potente capace di trasformare la nostra esistenza.

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