Tra le infinite perle di saggezza che la letteratura latina ci ha consegnato, vi è questa frase tratta dalla commedia Truculentus di Plauto:
“Pensa quanto è saggio il piccolo topolino:
non affida mai la sua vita a un solo buco.”
Dietro la semplicità dell’immagine, che a prima vista potrebbe sembrare solo un’osservazione curiosa sul comportamento degli animali, si nasconde una profonda riflessione sulla prudenza, sulla flessibilità e sulla capacità di adattarsi alle circostanze della vita. Plauto, con la leggerezza tipica del teatro comico, riesce a condensare un principio universale che conserva validità ancora oggi.
Il contesto della commedia di Plauto
Plauto, vissuto tra il III e il II secolo a.C., è uno dei più grandi commediografi latini. Nelle sue opere, spesso adattamenti di modelli greci, egli introduceva osservazioni di vita quotidiana che, pur inserite in un contesto comico, contenevano insegnamenti morali e di buon senso.
Nel Truculentus, l’uso di metafore semplici e concrete, come quella del topolino, serve non solo a suscitare l’ilarità, ma anche a offrire agli spettatori un invito a riflettere. È proprio nella commedia, genere popolare e accessibile, che troviamo spesso massime di saggezza immediata, facili da ricordare e da applicare alla vita reale.
La metafora del topolino
L’immagine è tanto semplice quanto efficace. Il topolino, animale minuto e vulnerabile, sopravvive solo grazie alla sua astuzia. Non si affida a un’unica via di fuga, ma costruisce più passaggi e rifugi, in modo da avere sempre un’alternativa quando si presenta un pericolo.
Trasposta alla condizione umana, la metafora diventa un insegnamento sulla necessità di non dipendere mai completamente da un’unica risorsa, da un solo progetto, da una sola persona. Affidare tutta la propria sicurezza, o la propria felicità, a un’unica possibilità significa esporsi a rischi enormi. La vita, come il gatto per il topolino, è imprevedibile e pronta a sorprenderci: solo chi ha più vie di scampo, più soluzioni a disposizione, può dirsi davvero prudente.
La prudenza come virtù
Plauto mette in luce una virtù che il pensiero latino, e in particolare quello romano, ha sempre esaltato: la prudentia. Essa non consiste solo nella cautela, ma nella capacità di prevedere i rischi, calcolare le alternative e prepararsi a diverse possibilità.
La saggezza del topolino non è dunque la paura, ma la lungimiranza. Non si tratta di vivere in uno stato di sospetto costante, quanto piuttosto di costruire le condizioni perché un imprevisto non diventi una catastrofe. Questo principio, valido nella Roma antica, è quanto mai attuale nelle nostre società moderne, dove le certezze economiche, lavorative e sociali possono vacillare da un momento all’altro.
Un insegnamento contro la rigidità
C’è anche un altro aspetto da cogliere: la frase di Plauto è un invito a non irrigidirsi, a non restare intrappolati in una sola prospettiva. La vita richiede flessibilità. Come il topolino scava più buchi per garantirsi la fuga, così l’uomo deve coltivare più interessi, più amicizie, più strade per la realizzazione personale. In questo modo, la perdita di una non significherà il crollo di tutto.
Questo non implica dispersione o superficialità, ma resilienza. Il topolino non si rifugia in cento tane inutili, ma costruisce alternative concrete. Allo stesso modo, la saggezza umana sta nel saper individuare più possibilità reali, senza affidarsi ciecamente al caso.
La modernità di un’immagine antica
L’osservazione di Plauto mantiene una freschezza sorprendente. In un mondo caratterizzato dall’incertezza, dalle crisi economiche e climatiche, dalle trasformazioni tecnologiche, “non affidare la vita a un solo buco” equivale a dire: sii pronto al cambiamento, non fossilizzarti, costruisci più percorsi possibili.
Che si tratti di lavoro, affetti o passioni, la vita diventa più stabile proprio quando non dipende da una sola colonna portante. Questo principio, antichissimo, è oggi al centro di concetti moderni come la resilienza, la gestione del rischio, la capacità di reinventarsi.
La frase di Plauto sul piccolo topolino non è solo un’osservazione buffa: è una sintesi di saggezza pratica che attraversa i secoli. Essa ci ricorda che la vera intelligenza non sta nell’affidarsi a un’unica certezza, ma nel saper moltiplicare le possibilità, nell’avere sempre un piano B, nell’essere pronti a cambiare direzione se le circostanze lo richiedono.
Come il topolino che, pur piccolo e fragile, sopravvive grazie alla sua astuzia, anche l’uomo può affrontare le tempeste della vita con maggiore sicurezza, non confidando in un solo rifugio, ma costruendo attorno a sé una rete di possibilità. È questa, ancora oggi, la vera saggezza.