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Perché fare rinunce per vivere meglio, l’insegnamento di Gandhi

Per cominciare la giornata di oggi, vi proponiamo una frase di Gandhi, per riflettere sul sacrificio a cui siamo stati chiamati in questo periodo storico

Per cominciare la giornata di oggi, vi proponiamo una frase di Gandhi per riflettere su rinunce e sacrifici a cui siamo stati chiamati negli ultimi mesi. 

Nulla si ottiene senza sacrificio e senza coraggio. Se si fa una cosa apertamente, si può anche soffrire di più, ma alla fine l’azione sarà più efficace. Chi ha ragione ed è capace di soffrire alla fine vince.

Nulla si ottiene senza sacrificio

Da quando il coronavirus ha fatto la sua apparizione, le nostre vite stanno cambiando radicalmente. Per la salute nostra e di chi ci circonda, abbiamo dovuto sacrificare il nostro bene più prezioso: la libertà. Libertà di viaggiare, muoversi, lavorare, ma anche la libertà nel vivere i rapporti. Vietati abbracci e stretti di mano. Per non parlare del rigoroso metro di distanza a cui dobbiamo tenere gli altri. Insomma, quello a cui siamo stati improvvisamente chiamati è forse il più grande sacrificio da cittadini a cui abbiamo mai preso parte.

Abituati a reclamare i nostri diritti da uomini liberi, doverci piegare in modo assoluto ai nostri doveri di cittadini si è rivelato più faticoso del previsto. Per cambiare le nostre abitudini occorre, infatti, coraggio. Come ci ricorda la frase di Gandhi, “nulla si ottiene senza sacrificio e coraggio”. Lo dobbiamo a noi stessi, ai nostri cari e alla comunità di cui facciamo parte. Cerchiamo di ricordarlo in questi giorni bui, dove l’egoismo tenta in tutti i modi di prendere il sopravvento. Siamo generosi, onesti, premurosi. Usiamo il buon senso

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Vietati abbracci e strette di mano: la solitudine ai tempi del Coronavirus

In preda a una nuova solitudine, dovremo fare i conti con una visione più precaria della vita. Ma è nella precarietà che possiamo riscoprire la qualità dei legami affettivi…

Come possiamo incarnare il cambiamento

Incarnare il cambiamento è quanto di più difficile ci venga richiesto dalla società, perché implica un lavoro quotidiano con il nostro io. Infatti,  per decidere in quale direzione andare, dobbiamo prima conoscere noi stessi, limare le nostre rigidità, porci in ascolto del mondo, cogliere i bisogni di chi ci circonda, per tracciare infine un percorso da seguire con tenacia e costanza. Solo così vedremo cambiare il mondo secondo il nostro desiderio, solo così potremo forgiare una società giusta in cui crescere i nostri figli, solo così potremo essere parte di un reale cambiamento. 

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«La mia canzone per fermare chi scappa», Giuliano Sangiorgi dei Negramaro

“Sono giorni che ci penso…Vorrei incontrarti, ma non si può”, una canzone contro la paura di Giuliano Sangiorgi

Gandhi, il padre della non-violenza

Alla fine del XIX  secolo la Gran Bretagna consolidava il suo impero coloniale in India, la più vasta e importante delle colonie europee in Asia. In quegli stessi anni si faceva strada il pensiero rivoluzionario di Gandhi, il Mahatma, come fu soprannominato dai suoi seguaci in tutto il mondo. Attraverso nuove forme di lotta, come la disobbedienza civile, la non violenza e la resistenza passiva, Gandhi seppe guidare il popolo indiano al raggiungimento dell’indipendenza nel 1947, liberandosi per sempre dal dominio dei coloni britannici. Nella lotta all’imperialismo, il Mahatma riuscì a raccogliere le mille anime che componevano la società indiana sotto un unico cielo, nel nome delle antiche radici comuni della spiritualità indiana. 

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