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I versi di Patrizia Cavalli dedicati a settembre e alla fine dell’estate

Il desiderio e l’ansia per qualcosa che sta per accadere, accade, ed è già passata. Leggiamo i versi di Patrizia Cavalli dedicati a settembre.

I versi di Patrizia Cavalli, tratti dalla sua raccolta di poesie “Vita meravigliosa“, evocano una riflessione profonda sul ciclo delle stagioni e sulle emozioni che queste portano con sé.

Maggio e settembre, i due mesi che segnano l’inizio e la fine dell’estate, diventano nelle parole della poetessa più che semplici riferimenti temporali; sono vere e proprie “sentinelle” che presidiano, con un mix di dolcezza e malinconia, i confini di un periodo carico di significati.

“A me è maggio che mi rovina
e anche settembre, queste due sentinelle
dell’estate: promessa e nostalgia.”

Patrizia Cavalli e lo sguardo ai due limiti dell’estate

Nel primo verso, l’autrice dichiara che è maggio che la rovina, e non è difficile intuire il perché. Maggio rappresenta la promessa dell’estate, il preludio di un periodo di luce, calore e spensieratezza. È il mese in cui la natura esplode in una varietà di colori, i giorni si allungano, e l’aria si riempie di profumi floreali.

C’è un senso di aspettativa nell’aria, un’anticipazione quasi elettrica di ciò che verrà. Tuttavia, questa promessa è anche carica di una tensione sottile: il desiderio e l’ansia per qualcosa che sta per accadere, accade, ed è già passata

Per la Cavalli, maggio è un mese di intensi contrasti emotivi. La sua “rovina” può essere interpretata come il tormento dell’attesa, della speranza ancora in sospeso, un momento in cui si sente il peso delle aspettative. Maggio è la promessa di un’estate perfetta, che, però, può portare con sé il rischio della delusione.

È un mese che, pur promettendo gioia, può mettere a nudo le fragilità dell’animo umano, esponendoci al rischio che le aspettative non siano del tutto soddisfatte.

Settembre, d’altro canto, porta con sé la nostalgia. È la sentinella che segna la fine dell’estate, il mese in cui il calore inizia a svanire, i giorni si accorciano e le foglie iniziano a cambiare colore, preannunciando l’arrivo dell’autunno. Settembre è carico di malinconia, un sentimento che emerge dal guardarsi indietro e vedere l’estate scivolare via. È il mese dei bilanci, delle riflessioni su ciò che è stato, dei rimpianti per le giornate che non torneranno più.

La nostalgia che accompagna settembre non è solo per l’estate che se ne va, ma anche per il tempo che passa inesorabilmente. Rappresenta la consapevolezza che ogni cosa ha un inizio e una fine, e che la bellezza dell’estate è fugace. Settembre è, quindi, un mese di transizione, un ponte tra la pienezza estiva e il declino autunnale, e con esso porta un senso di perdita che è profondamente umano.

Le Sentinelle dell’Anima

Patrizia Cavalli, con la sua sensibilità poetica, trasforma maggio e settembre in sentinelle, guardiani di un confine emotivo che trascende le stagioni stesse. Mentre maggio rappresenta l’impulso verso la vita, la spinta in avanti con la speranza di nuove esperienze, settembre ci riporta al reale, facendoci fare i conti con ciò che è stato e con ciò che non potrà essere più.

Le sentinelle, in questo senso, non sono solo guardiane dell’estate, ma anche delle nostre emozioni più intime, delle aspettative e dei rimpianti che ciascuno di noi porta dentro di sé.

La Cavalli esplora, attraverso questi mesi, il ciclo naturale delle emozioni: la speranza e la nostalgia, la gioia anticipata e la tristezza del ricordo. In un certo senso, maggio e settembre diventano simboli universali della condizione umana: il desiderio di ciò che è nuovo e il rimpianto di ciò che è passato.

Essi delimitano non solo l’estate, ma anche l’arco delle nostre esperienze emotive, rendendo questi due mesi particolarmente significativi per chiunque abbia vissuto l’intensità di un’attesa o la dolcezza amara di un addio.

I versi dell’autrice ci invitano a riflettere su come le stagioni della natura rispecchiano quelle dell’animo umano. Mentre maggio ci carica di aspettative e di un’energia quasi febbrile, settembre ci chiede di rallentare, di guardare indietro con tenerezza e, talvolta, con rimpianto.

È in questa alternanza di emozioni che si trova la bellezza della poesia di Patrizia Cavalli: un’ode alla fragilità umana, alla bellezza delle cose effimere, e alla consapevolezza che, tra promessa e nostalgia, viviamo il nostro essere nel mondo.

Questa oscillazione tra il desiderio di futuro e il rimpianto del passato è, in fondo, il cuore della nostra esistenza. Le “sentinelle” di Patrizia Cavalli non sono solo mesi sul calendario, ma figure simboliche che ci ricordano quanto sia prezioso ogni istante vissuto, anche quando questo ci porta sofferenza o rimpianto. In un mondo che corre veloce, fermarsi a riflettere su ciò che maggio e settembre rappresentano può offrirci una prospettiva più profonda sulla nostra stessa umanità e sul valore dei nostri sentimenti.

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