I versi di Patrizia Cavalli sull’irresistibile forza dell’amore

10 Luglio 2025

Leggiamo questi versi tratti dalla concisa poesia di Patrizia Cavalli che, con metrica precisa illumina l'irrazionale, inarginabile sentimento d'amore.

I versi di Patrizia Cavalli sull'irresistibile forza dell'amore

L’amore, nella sua forma più autentica e profonda, sfugge spesso a ogni tentativo di classificazione razionale. I versi di Patrizia Cavalli racchiudono, con apparente leggerezza, una riflessione vertiginosa sul sentimento amoroso. In queste poche righe, la poetessa ci guida in un’esperienza che è insieme intima e universale: l’amore che nasce, esiste e prende forma, ma che ancora non ha trovato un volto, un destinatario preciso. L’amore, dunque, come stato dell’essere più che come relazione.

«Due ore fa mi sono innamorata.
Tremo d’amore e seguito a tremare,
ma non so bene a chi mi devo dichiarare»

Patrizia Cavalli e l’amore che nasce dall’anima

Patrizia Cavalli riesce a catturare l’istante dell’innamoramento come se fosse una folgorazione: “Due ore fa mi sono innamorata.” La precisione temporale, quasi cronachistica, dà al verso un tono ironico eppure serissimo. L’amore non è descritto come un percorso lento o una costruzione progressiva, ma come un evento repentino, inaspettato, che accade all’improvviso. Non è rilevante, in questa fase, il motivo per cui l’amore si è acceso né verso chi: ciò che conta è che si è acceso. Questo slancio emotivo, che coinvolge tutto il corpo — “Tremo d’amore e seguito a tremare” — non è dunque dipendente da un “tu” specifico. È un moto dell’anima che nasce da sé, autosufficiente, e che si manifesta con una potenza fisica, quasi involontaria.

L’ultimo verso — “ma non so bene a chi mi devo dichiarare” — introduce una nota di spaesamento che è anche rivelazione. La poetessa ha dentro di sé un amore che la scuote, la fa tremare, ma non sa a chi rivolgerlo. L’oggetto d’amore non è ancora comparso. Questo rovescia una delle convinzioni comuni sull’amore: che esso sorga come risposta alla visione, alla conoscenza, all’attrazione verso un altro. Qui, invece, l’amore si presenta prima, e il soggetto rimane momentaneamente privo di un “altro” a cui destinarlo. L’amore si configura come una tensione, un desiderio puro, che ancora non ha trovato dove orientarsi.

Questa condizione emotiva, espressa da Patrizia Cavalli con raffinata ironia e sincerità, tocca uno dei nodi fondamentali della poetica amorosa contemporanea: la dissociazione tra sentimento e oggetto. L’amore non è necessariamente diretto verso qualcuno in particolare; può essere un impulso vitale, un’esigenza del cuore che cerca un volto ma che, per ora, è ancora cieca. In questo senso, la poesia si fa anche riflessione sull’identità del soggetto desiderante. Chi è che ama, quando ancora non sa chi o cosa desidera? La persona che prova amore in assenza dell’amato è già trasformata dal sentimento, già spinta fuori dal suo equilibrio, già aperta alla possibilità di una relazione, pur non avendo ancora trovato il termine del suo slancio.

Nella poetica di Patrizia Cavalli, e in particolare in questi versi, troviamo la centralità del corpo e del tempo presente. Il tremore dell’innamoramento non è un’idea astratta ma una sensazione tangibile, che attraversa la carne. L’amore, allora, è prima di tutto un’esperienza incarnata, che si fa sentire nel battito del cuore, nella pelle, nei muscoli. Eppure, questa fisicità non basta a chiarire il sentimento: c’è qualcosa di dissonante, quasi comico, nel fatto che si ami senza sapere chi amare. Questo paradosso viene accolto dalla poetessa non con angoscia ma con una forma di stupore tenero, quasi divertito.

Sul piano filosofico e psicologico, la poesia può essere letta come una testimonianza del potere dell’amore come stato esistenziale. Potremmo dire che la Cavalli ci mostra un amore “ontologico”, che è parte dell’essere, e non “epistemico”, cioè legato alla conoscenza dell’altro. In questo, la sua poesia si avvicina a quella di certi mistici o poeti romantici che vedevano nell’amore una forza universale e impersonalmente personale, che può investire chiunque, senza un apparente motivo, solo perché esiste dentro di noi una sorgente pronta a sgorgare.

Va anche notato che l’ironia lieve e la semplicità del linguaggio con cui Patrizia Cavalli affronta questo tema rendono ancora più intensa la riflessione. Non ci sono abbellimenti retorici, né metafore astratte: la poesia vive nella quotidianità del linguaggio parlato, ma questo parlato è attraversato da una verità profonda. L’amore può nascere prima di trovare una direzione. L’amore può far tremare senza che ci sia ancora qualcuno a cui scrivere una lettera. E forse, suggerisce la poesia, questo amore è già valido, già completo nella sua mancanza di compimento.

Amore senza amante

In conclusione, i versi di Patrizia Cavalli ci restituiscono l’esperienza amorosa nella sua forma più nuda e sincera: quella del desiderio che precede l’oggetto, dell’emozione che anticipa la relazione. È un amore senza destinatario, ma non per questo meno vero. Anzi, proprio in questa sua apertura assoluta, in questa sua indeterminatezza, l’amore si rivela come una forza irriducibile, un mistero che ci abita e che, per un attimo, ci fa tremare, anche senza sapere perché.

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