Sei qui: Home » Frasi » La frase di Lovecraft che invita a non adagiarsi troppo

La frase di Lovecraft che invita a non adagiarsi troppo

La frase di H.P. Lovecraft, tratta da "Altri racconti", tocca un tema fondamentale non solo nella sua opera, ma anche nella filosofia e nella psicologia umana: il rapporto tra familiarità e rassicurazione. Analizziamola assieme.

La frase di H.P. Lovecraft, tratta da “Altri racconti”, tocca un tema fondamentale non solo nella sua opera, ma anche nella filosofia e nella psicologia umana: il rapporto tra familiarità e rassicurazione. Lovecraft, noto per la sua capacità di esplorare gli abissi dell’ignoto e del terrore cosmico, qui sfida un’idea profondamente radicata nella nostra mente: quella che associa ciò che è familiare con ciò che è sicuro e confortante. In questa riflessione, egli smonta questa convinzione, definendola sciocca e attribuendola a un tratto tipico della psicologia di massa.

“Secondo me, non c’è nulla di più sciocco della convinzione che quello che è familiare sia necessariamente rassicurante, e si tratta addirittura di una convinzione tipica della psicologia di massa.”

Lovecraft e la familiarità come falsa sicurezza

Lovecraft suggerisce che la familiarità non è sinonimo di sicurezza. Spesso, infatti, tendiamo a sentirci a nostro agio con ciò che conosciamo semplicemente perché ci è noto, non perché sia effettivamente sicuro o positivo. Questa tendenza psicologica può portarci a ignorare o sottovalutare pericoli reali che si nascondono proprio in ciò che riteniamo familiare. Ad esempio, in ambito sociale o politico, potremmo continuare ad accettare norme, istituzioni o abitudini dannose solo perché fanno parte della nostra quotidianità, senza mettere in discussione la loro effettiva bontà o sicurezza.

Questo meccanismo psicologico si estende anche alla nostra percezione dell’ignoto. Lovecraft è famoso per aver introdotto nei suoi racconti l’idea del “cosmic horror“, un terrore derivante dall’incontro con l’ignoto, con entità o fenomeni così alieni e incomprensibili da sfidare la nostra sanità mentale. Eppure, egli sembra suggerire che il vero terrore non risieda solo nell’ignoto, ma anche nel familiare: ciò che è vicino e noto può nascondere orrori altrettanto grandi, proprio perché non lo percepiamo come una minaccia.

Psicologia di Massa e Conformismo

Lovecraft attribuisce questa convinzione errata alla psicologia di massa, un concetto che implica la tendenza delle persone a conformarsi a idee, comportamenti o credenze condivise dalla maggioranza. Il conformismo sociale è spesso alimentato dal desiderio di sicurezza e di appartenenza a un gruppo, ma può anche portare a una cecità collettiva di fronte a realtà scomode o pericolose. La familiarità diventa così una sorta di “coperta di Linus” collettiva, un rifugio che ci impedisce di affrontare il vero volto della realtà.

Lovecraft, nel contesto del suo tempo, osservava una società in cui il conformismo e la paura dell’ignoto si traducevano in un rifiuto di tutto ciò che era diverso, nuovo o sconosciuto. Questo atteggiamento, se da un lato offriva un’apparente sicurezza, dall’altro limitava la capacità di evolversi e di adattarsi a nuove sfide. Egli vedeva nella psicologia di massa una forza conservatrice, che tendeva a mantenere lo status quo a scapito della verità e della conoscenza.

L’Ignoto come Fonte di Conoscenza

Per Lovecraft, l’ignoto non è solo una fonte di terrore, ma anche di conoscenza. Esplorare l’ignoto significa sfidare le nostre certezze, mettere in discussione ciò che diamo per scontato e aprirci a nuove possibilità. In questo senso, l’ignoto diventa uno strumento di emancipazione intellettuale, mentre la familiarità si rivela una trappola che ci impedisce di crescere e di comprendere la complessità del mondo.

Lovecraft ci invita, attraverso questa riflessione, a essere più critici nei confronti delle nostre percezioni e delle convinzioni collettive. Egli ci esorta a non accontentarci del rassicurante, del noto, ma a esplorare con coraggio l’inconsueto, il nuovo, anche quando questo comporta affrontare paure profonde e ancestrali. Solo attraverso questa esplorazione possiamo sperare di accrescere la nostra comprensione del mondo e di noi stessi.

Implicazioni Moderne

La critica di Lovecraft alla familiarità come sinonimo di sicurezza è sorprendentemente attuale. Nella società moderna, viviamo circondati da comodità e routine che spesso ci fanno dimenticare la complessità e le sfide del mondo esterno. Le “bolle” create dai social media, ad esempio, rinforzano le nostre convinzioni preesistenti, isolandoci da punti di vista diversi e potenzialmente arricchenti. Questa tendenza a cercare rifugio nel familiare, nel noto, è un ostacolo alla crescita personale e collettiva.

In un mondo in rapida evoluzione, dove nuove tecnologie, culture e idee emergono continuamente, l’insistenza di Lovecraft sul valore dell’esplorazione dell’ignoto appare come un invito a non cedere alla tentazione di rifugiarci nelle nostre certezze, ma a cercare attivamente il nuovo, l’inaspettato. Solo in questo modo possiamo evitare di cadere nelle trappole del conformismo e del pensiero di massa, che limitano il nostro potenziale e la nostra comprensione del mondo.

In conclusione, Lovecraft ci offre una lezione importante: ciò che è familiare non è necessariamente sicuro o positivo, e la vera sicurezza si trova nell’apertura mentale e nella capacità di affrontare l’ignoto con curiosità e coraggio.

© Riproduzione Riservata