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I versi di Lautréamont sulla grandezza dell’essere umano

Leggiamo questi versi di Isidore Lucien Ducasse meglio conosciuto con lo pseudonimo di Lautréamont sull'immenso valore dell'umanità.

Isidore Lucien Ducasse (4 aprile 1846 – 28 novembre 1870), meglio conosciuto con lo pseudonimo di Conte di Lautréamont, è una delle figure più enigmatiche della letteratura ottocentesca. Il suo pensiero, espresso in versi dal tono visionario e provocatorio, sfida le convenzioni e invita alla riflessione su temi universali come l’immortalità dell’uomo e il potere della ragione. Nei versi qui citati si cela un’interessante riflessione sull’essenza della condizione umana e sul ruolo che il pensiero razionale gioca nel progresso dell’individuo e della società.

“L’uomo non è meno immortale dell’anima.
I grandi pensieri vengono dalla ragione!”

Lautréamont e l’immortalità degli esseri umani

Il primo verso, “L’uomo non è meno immortale dell’anima”, apre un campo di interpretazioni che spaziano dalla filosofia alla spiritualità. L’affermazione sembra mettere in discussione il dualismo tra corpo e anima, suggerendo che anche l’essere umano, nella sua interezza, possieda un aspetto immortale. Questa idea può essere letta in due modi: da un lato, vi è una possibile negazione della tradizionale distinzione tra fisico e metafisico, dall’altro, vi è l’affermazione che l’uomo, attraverso le sue opere, le sue idee e il suo lascito, possa raggiungere un’immortalità concreta e tangibile.

L’immortalità non viene qui intesa come mera sopravvivenza dell’anima in un aldilà religioso, ma piuttosto come persistenza dell’essenza umana nelle sue creazioni, nei suoi pensieri e nelle sue azioni. In questo senso, l’uomo è immortale perché lascia un segno nella storia, nella cultura e nella conoscenza. Questo concetto riecheggia il pensiero di molti filosofi, da Platone, che vedeva nelle idee una forma di eternità, fino a Nietzsche, con il suo concetto di “eterno ritorno” legato al valore delle azioni umane.

La ragione come fonte dei grandi pensieri

Il secondo verso, “I grandi pensieri vengono dalla ragione!”, sottolinea l’importanza del pensiero razionale nella creazione delle idee che hanno segnato la storia. Lautréamont, spesso associato al surrealismo e al simbolismo per la carica evocativa delle sue immagini, qui si allontana dall’irrazionalità e dal puro istinto creativo per attribuire alla ragione il primato nella generazione di pensieri elevati.

L’illuminismo aveva già esaltato la ragione come strumento principale per comprendere il mondo, abbattere le superstizioni e progredire verso una società più giusta. Tuttavia, Lautréamont scrive in un’epoca in cui il positivismo e il materialismo scientifico stanno influenzando profondamente il pensiero europeo. Il suo verso sembra dunque inserirsi in questa prospettiva, riaffermando il ruolo della logica e della razionalità nella formazione delle idee rivoluzionarie e delle conquiste umane.

L’arte tra istinto e ragione

Lautréamont è noto per la sua capacità di combinare immagini oniriche con affermazioni profonde e razionali. Questa apparente contraddizione è in realtà una sintesi perfetta della condizione artistica: l’arte è spesso il frutto di un’ispirazione irrazionale, ma è attraverso la riflessione e la strutturazione logica che le idee diventano opere compiute. In questo senso, la ragione non soffoca l’istinto, ma lo guida, permettendo la creazione di pensieri che possano sopravvivere nel tempo.

Basti pensare alla letteratura e alla filosofia: ogni grande pensatore ha avuto momenti di intuizione improvvisa, ma è stato il rigore della ragione a trasformare quelle intuizioni in teorie strutturate e comprensibili. Da Kant a Hegel, da Dante a Leopardi, la grandezza del pensiero umano è sempre stata il risultato di una sintesi tra ispirazione e metodo.

L’eredità del pensiero lautréamoniano

L’idea di un’umanità capace di immortalità attraverso la ragione è un concetto ancora oggi attuale. Nel mondo contemporaneo, la conoscenza scientifica, le scoperte tecnologiche e la cultura digitale hanno amplificato la possibilità per l’uomo di lasciare traccia di sé. Internet e le nuove forme di archiviazione dati sono strumenti che avvicinano l’umanità a una sorta di immortalità virtuale.

Al tempo stesso, la riflessione di Lautréamont ci invita a non sottovalutare il valore della razionalità in un’epoca in cui il pensiero irrazionale, le fake news e la diffusione di teorie prive di fondamento stanno mettendo in crisi il sapere tradizionale. Recuperare il valore della ragione significa dunque preservare la capacità di produrre grandi pensieri, degni di lasciare un’impronta nella storia.

Nei versi di Lautréamont si cela un messaggio profondo sulla condizione umana: l’uomo è immortale non nel senso metafisico del termine, ma perché attraverso la sua ragione è in grado di generare pensieri che trascendono la sua esistenza. Questa visione non solo rivaluta la funzione della razionalità nella produzione intellettuale, ma ci offre anche una prospettiva di speranza: ciò che costruiamo con la mente, con la logica e con la conoscenza può sopravvivere al tempo e alle contingenze della vita. Così, il vero lascito dell’uomo non è il suo corpo, ma il suo pensiero.

 

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