Lao-Tzu, il leggendario fondatore del taoismo e autore del Tao Te Ching, ha lasciato ai posteri un patrimonio di aforismi e riflessioni che ancora oggi risuonano con straordinaria forza. Tra i versi che più colpiscono vi sono quelli contenuti in La regola celeste:
«Chi conosce gli altri è saggio;
chi conosce se stesso è illuminato.»
Questa massima, nella sua apparente semplicità, apre in realtà uno spazio di riflessione complesso che tocca la filosofia orientale, l’etica personale e persino la psicologia contemporanea. Lao-Tzu, con la sua scrittura essenziale, ci invita a distinguere due tipi di conoscenza: quella rivolta verso l’esterno, legata alla comprensione degli altri, e quella interiore, che ci conduce a una forma più alta di consapevolezza.
Lao-Tzu, messaggero d’una saggezza antica
La prima parte del verso sottolinea l’importanza di conoscere gli altri. Nella tradizione taoista, così come in molte filosofie, la saggezza non è mai soltanto un esercizio individuale: vivere bene significa sapersi muovere nelle relazioni umane, comprendere motivazioni, desideri e paure altrui.
Chi conosce gli altri è “saggio” perché riesce a orientarsi nella complessità del mondo sociale. Questo implica empatia, capacità di ascolto e di osservazione, attenzione ai dettagli che rivelano il carattere e le intenzioni delle persone. In un contesto storico come quello della Cina antica, in cui Lao-Tzu scriveva, la capacità di comprendere i rapporti sociali, le dinamiche di potere e le reazioni umane era fondamentale non solo per la sopravvivenza, ma anche per il buon governo e la vita comunitaria.
Anche oggi, questa idea mantiene una forte attualità: chi sa comprendere gli altri possiede un vantaggio non solo nelle relazioni personali, ma anche nel lavoro, nella politica, nella gestione dei conflitti. La saggezza sociale, basata sulla conoscenza altrui, è una forma di intelligenza relazionale che permette di costruire ponti, evitare incomprensioni e coltivare armonia.
Conoscere se stessi: l’illuminazione
Se la conoscenza degli altri è saggezza, quella di sé stessi è, per Lao-Tzu, un livello superiore: illuminazione. Qui entra in gioco un tema centrale di tutta la filosofia orientale, ma che risuona anche in tradizioni occidentali come quella socratica: il viaggio interiore.
Conoscere se stessi significa penetrare oltre le maschere sociali, oltre le illusioni dell’ego, per raggiungere una comprensione autentica della propria natura. Non si tratta soltanto di sapere quali siano i propri desideri o limiti, ma di cogliere il legame profondo tra la propria individualità e l’ordine universale, il Tao.
L’illuminazione di cui parla Lao-Tzu non è una semplice introspezione psicologica, ma una trasformazione radicale: chi conosce se stesso non è più in balia delle passioni, non si lascia travolgere dal giudizio esterno, non vive schiavo delle illusioni. Egli è libero perché ha compreso la propria essenza e la sua connessione con l’armonia cosmica.
Confronto tra saggezza e illuminazione
La distinzione operata da Lao-Tzu è sottile ma decisiva. Conoscere gli altri è un sapere utile, che rende l’individuo capace di vivere in società. Ma conoscere se stessi è un sapere assoluto, che apre la via alla libertà interiore.
Potremmo dire che la saggezza guarda all’esterno, mentre l’illuminazione guarda all’interno. Entrambe le direzioni sono necessarie, ma non equivalenti: la prima permette di vivere bene con gli altri, la seconda permette di vivere bene con se stessi.
Questo dualismo è presente anche nella filosofia occidentale. Basti pensare all’oracolo di Delfi e al celebre motto “conosci te stesso” che Platone e Socrate elevano a principio fondamentale della vita filosofica. Anche qui la conoscenza di sé non è mero calcolo o introspezione superficiale, ma ricerca della verità che libera l’anima.
Un messaggio per l’uomo contemporaneo
Nell’epoca attuale, dominata da comunicazione, connessioni digitali e continua esposizione pubblica, la massima di Lao-Tzu appare ancora più attuale. Oggi molti investono energie enormi per conoscere gli altri: attraverso i social, le dinamiche di gruppo, la psicologia del consumo e della persuasione. Questo porta a una grande abilità nel leggere i comportamenti esterni, ma spesso a scapito della conoscenza interiore.
L’uomo contemporaneo rischia di essere saggio nelle relazioni, ma povero di sé stesso. La ricerca incessante di approvazione e la dipendenza dallo sguardo altrui portano a trascurare l’illuminazione interiore. Lao-Tzu ci ricorda che senza la conoscenza di sé ogni saggezza esterna rimane incompleta.
I versi di Lao-Tzu sulla conoscenza degli altri e di sé stessi racchiudono una lezione universale. Essere saggi, cioè saper comprendere gli altri, è una virtù necessaria alla vita sociale. Ma l’illuminazione, che nasce dalla conoscenza di sé, è una conquista superiore, perché porta alla libertà interiore e all’armonia con il cosmo.
Il messaggio di Lao-Tzu ci spinge a bilanciare il nostro sguardo: non fermarci alla saggezza delle relazioni, ma intraprendere anche il viaggio verso l’interno. In fondo, chi conosce se stesso possiede la chiave non solo per vivere in armonia con gli altri, ma soprattutto per vivere in armonia con il Tao, con l’essenza più profonda della vita.