Una frase di Jose Ortega y Gasset sul sano valore del dubbio

8 Maggio 2025

Leggiamo questa frase di Jose Ortega y Gasset in cui l'intellettuale spagnolo pone l'accento sull'importanza di non abbarbicarsi ciecamente alle idee

Una frase di Jose Ortega y Gasset sul sano valore del dubbio

La citazione di José Ortega y Gasset ci introduce immediatamente al cuore della sua filosofia educativa, in cui l’insegnamento non è mera trasmissione di contenuti, ma dialogo critico, esercizio di libertà e responsabilità. In poche parole, Ortega rivendica il valore del dubbio come parte integrante del processo formativo, rovesciando l’idea tradizionale del sapere come dogma per proporre invece una visione dinamica, aperta e problematica della conoscenza.

“Se insegni, insegna anche a dubitare di ciò che insegni”

Jose Ortega y Gasset: un pensatore libero

Ortega y Gasset, filosofo spagnolo del primo Novecento, fu un pensatore profondamente legato alla realtà del suo tempo, ma con uno sguardo proiettato oltre l’immediatezza dell’attualità. Nella sua opera Missione dell’università, del 1930, esprime già con chiarezza questa posizione: la funzione dell’università — e per estensione di ogni attività educativa — non può ridursi a un accumulo di nozioni, ma deve insegnare a pensare, cioè a interrogarsi, a mettere in discussione, a vedere oltre il visibile.

Dubitare di ciò che si insegna non significa essere relativisti o rinunciare a ogni certezza. Significa invece riconoscere la fallibilità del sapere umano e la sua natura storica e contestuale. Insegnare a dubitare è, in fondo, insegnare a pensare in modo autentico, a non accettare le idee come verità preconfezionate, ma a sottoporle a verifica, confronto, elaborazione personale. È una lezione di umiltà intellettuale, ma anche di grande fiducia nell’intelligenza degli altri: solo chi rispetta davvero i propri interlocutori può invitarli al dubbio, alla critica, alla libertà.

In questa prospettiva, l’insegnante non è un’autorità da venerare, ma una guida, un compagno di viaggio che condivide la propria visione del mondo ma resta aperto alle obiezioni, alle revisioni, agli sviluppi successivi. Ortega non nega l’importanza del sapere, anzi, la rivendica con forza: ma non accetta che esso si trasformi in ideologia, in sistema chiuso, in strumento di potere. Il sapere, per essere vivo, deve restare aperto, cioè incompiuto.

Questo principio ha profonde conseguenze anche sul piano pedagogico. Se si insegna a dubitare, si insegna anche a pensare con la propria testa, a esercitare il giudizio critico, a costruire un rapporto personale con la verità. Non si tratta di indurre sfiducia o nichilismo, ma di educare alla complessità. Ogni teoria, ogni sistema, ogni convinzione va considerata nella sua parzialità e nei suoi limiti. Ciò non significa rifiutarla in blocco, ma situarla, interpretarla, eventualmente superarla.

Un’educazione che insegna a dubitare è quindi un’educazione alla libertà. Ma la libertà, in Ortega, non è mai semplice arbitrio. È responsabilità, è ricerca, è tensione verso una verità che non è mai definitiva ma sempre da riconquistare. In questo senso, il dubbio non paralizza, ma stimola. Non distrugge, ma costruisce. Chi dubita veramente è colui che si prende la fatica di capire, di scavare sotto la superficie, di interrogare il senso profondo delle cose.

Il valore del dubbio si manifesta anche sul piano etico e politico. In un’epoca come la nostra, attraversata da fondamentalismi e verità assolute urlate sui social e nei media, la lezione di Ortega appare più attuale che mai. Insegnare a dubitare significa immunizzare contro il fanatismo, contro la semplificazione, contro il conformismo. Significa coltivare cittadini critici, capaci di distinguere tra opinione e conoscenza, tra propaganda e riflessione, tra autorità e autoritarismo.

Jose Ortega y Gasset e l’educazione alla riflessione

In fondo, questa citazione ci ricorda che l’educazione non è — o non dovrebbe essere — un processo di addomesticamento, ma di emancipazione. Non si tratta di riempire teste vuote, ma di accendere menti vive. L’insegnante che insegna a dubitare non impone verità, ma apre percorsi. Offre strumenti, non risposte. E proprio per questo rende i suoi studenti liberi, capaci di pensare, scegliere, agire.

Ortega, in definitiva, affida all’educazione un compito altissimo: formare persone in grado non solo di conoscere, ma di interrogare ciò che conoscono. La vera cultura, secondo lui, non è l’erudizione, ma la consapevolezza. È la capacità di vedere le cose in prospettiva, di metterle in discussione, di aprirle a nuove possibilità. È una forma di inquietudine, ma anche di vitalità.

“Se insegni, insegna anche a dubitare di ciò che insegni” è dunque molto più di un consiglio didattico: è un principio filosofico, un’etica del sapere, un programma culturale. Chi lo accoglie si impegna in un cammino senza fine, in cui ogni certezza è sempre anche una domanda. E forse proprio in questo sta la grandezza dell’insegnare: non dare risposte definitive, ma seminare il dubbio, cioè la scintilla da cui nasce ogni autentico pensiero.

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