Una frase di Giuseppe Tomasi di Lampedusa sull’importanza del cambiamento

23 Dicembre 2024

Scopri questa celebre frase tratta da "Il Gattopardo" di Giuseppe Tomasi di Lampedusa: parole sul cambiamento che risuonano ancora incredibilmente attuali

Una frase di Giuseppe Tomasi di Lampedusa sull'importanza del cambiamento

Il valore del cambiamento in una frase senza tempo. Scrittore e intellettuale dalla complessa personalità, Giuseppe Tomasi di Lampedusa è ricordato soprattutto per il suo romanzo “Il Gattopardo“. Personaggio taciturno e solitario, trascorse gran parte del suo tempo nella lettura.

Nato il 23 dicembre 1896 e scomparso il 23 luglio 1957, Giuseppe Tomasi di Lampedusa ricordando la propria infanzia scrisse: “ero un ragazzo cui piaceva la solitudine, cui piaceva di più stare con le cose che con le persone”. Leggiamo una delle sue citazioni più famosi, tratta appunto da “Il Gattopardo”, che ci invita a riflettere sul valore del cambiamento per le nostre vite.

Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi.

Il valore del cambiamento

Questa frase iconica, tratta da una pietra miliare della letteratura e non solo, contiene una perla di saggezza, tanto da parlare di “gattopardismo” in riferimento alla capacità di sapersi adattare, di trasformarsi, per mantenere o addirittura migliorare il proprio stato.

Se quello raccontato da Giuseppe Tomasi di Lampedusa era l’atteggiamento proprio di chi, avendo fatto parte del ceto dominante o agiato in un precedente regime, si adatta a un nuova situazione politica, sociale o economica, simulando d’esserne promotore o fautore, per poter conservare il proprio potere e i privilegi della propria classe, nella vita di tutti noi questo concetto ci insegna l’importanza del cambiamento per mantenere o migliorare la propria esistenza: un’azione indispensabile, soprattutto oggi che viviamo in un mondo che viaggia a velocità vertiginose in cui spesso ciò che fino a ieri era valido oggi non lo è più.

Il concetto espresso dall’autore si fonda sull’affermazione paradossale che “tutto deve cambiare perché tutto resti come prima”, che è l’adattamento più diffuso con cui viene citato il passo che nel romanzo Il Gattopardo si legge testualmente in questa forma “Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi”.

A pronunciare la celebre frase non è il principe di Salina ma suo nipote Tancredi, suggerendo così al principe Fabrizio che chi non sostiene il cambiamento sembrerebbe rifiutare un “naturale” processo verso qualcosa che sicuramente non può che essere migliore. Un insegnamento da mettere in pratica oggi, non per mantenere un privilegio sociale, ma semplicemente per vivere meglio.

Il Gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa

Ambientato in Sicilia all’epoca del tramonto borbonico, il romanzo racconta la storia di una famiglia della più alta aristocrazia isolana colta nel momento rivelatore del trapasso del regime, mentre già incalzano i tempi nuovi. Protagonista è il principe Fabrizio Salina e una Sicilia viva e moderna ma consapevole della problematica storica, politica e letteraria contemporanea. Come dicevamo, “Il Gattopardo” uscì postumo e fu un eccezionale caso letterario.

Un caso letterario

Inizialmente, infatti, il romanzo era stato presentato agli editori Mondadori ed Einaudi che però lo rifiutarono. Il testo fu letto da Elio Vittorini che a quanto pare successivamente si rammaricò molto dell’errore. A riconoscere il valore dell’opera fu Giorgio Bassani, che decise di pubblicarlo per Feltrinelli e ne scrisse la prefazione alla prima edizione. Non a torto, Bassani spinse molto questo libro, che si aggiudicò il Premio Strega nel 1959 e vendette 100.000 copie, aggiudicandosi il titolo di primo best-seller italiano. Qualche anno dopo, nel 1963, la storia ispirò l’omonimo film di Luchino Visconti, realizzato con Claudia Cardinale e Burt Lancaster e vincitore della Palma D’oro come miglior film al 16° Festival di Cannes.

“Il Gattopardo” oggi è certamente uno dei libri italiani più celebri nel mondo, capace di ispirare ancora oggi scrittori e non solo: è attesa per il 2025 la serie tv Netflix tratta dall’opera di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, con nel cast attori del calibro di Kim Rossi Stuart e Deva Cassel (la figlia di Vincent e Monica Bellucci).

Giuseppe Tomasi di Lampedusa

Duca di Palma e Montechiaro, principe di Lampedusa, partecipò alla guerra del 1915-18 come ufficiale e rimase nell’esercito fino al 1925; si ritirò quindi a vita privata (anche perché avverso al fascismo), viaggiando e dimorando per lunghi periodi all’estero. Buon conoscitore di varie lingue e letterature moderne, oltre alle classiche, lasciò inedito, tra le altre opere, anche il Il gattopardo, concepito nel corso di un lungo periodo di tempo e scritto poco prima di morire, che, per il vasto successo riscosso costituì un singolare caso letterario (nel 1963 L. Visconti ne trasse il celebre film omonimo).

Nel 1961 è stato pubblicato un volume di Racconti, composto di tre racconti veri e propri (Il mattino di un mezzadro; La gioia e la legge; Lighea) e di un lungo scritto autobiografico, I luoghi della mia prima infanzia. Postume sono anche apparse le raccolte di saggi Lezioni su Stendhal (1977), Invito alle lettere francesi del Cinquecento (1979) e Letteratura inglese: dalle origini al Settecento (1990).

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