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Giuseppe Fenoglio, “E’ solo di un termine che ha bisogno la povera gente”

Lo scrittore gentiluomo Giuseppe Fenoglio ci regala una frase tratta dal libro "Una questione privata" che dovrebbe servire da spunto al governo e a chi ci guida. Dare un termine aiuta le persone ad avere certezze e speranza.

Vorrei condividere una bellissima citazione di Giuseppe Fenoglio, uno scrittore italiano che merita di essere letto, perché racconta la lotta partigiana per debellare la minaccia del nazismo. Una frase suggerita da Oscar Farinetti, l’imprenditore che ha creato la catena Eataly, che l’ha letta durante la trasmissione #Cartabianca, condotta da Bianca Berlinguer su Rai 3.

La citazione di Giuseppe Fenoglio  merita di essere condivisa perché sembra ritagliata per il momento che stiamo vivendo. Bisogna dare una scadenza alla fine di questa guerra contro questo maledetto virus. I cittadini si stanno sottoponendo a sacrifici enormi. Sembra di essere tornati ai luoghi e ai momenti vissuti da Fenoglio durante la seconda guerra mondiale.

 

L’incertezza provoca disoriamento

La paura, l’incertezza, la sofferenza, le morti, i lutti della lotta partigiana, sono simili a ciò che stiamo vivendo oggi tutti noi. All’epoca il virus era il nazismo, l’occupazione tedesca.  Adesso è il Coronavirus, un nemico subdolo, invisibile che ha generato il panico nella popolazione mondiale e miete sofferenza in migliaia di persone.  

Per questo c’è bisogno di coraggio, ma soprattutto di certezze. Siamo tutti coscienti che abbiamo di fronte un nemico invisibile, difficile da contrastare. Un nemico che non da punti di riferimento. Chi ci guida ha la responsabilità di dare certezze, di offrire punti di riferimento. Altrimenti le persone già costrette a sacrifici non riescono a stimolare la speranza, a capire quale potrà essere il futuro.

L’Italia deve ripartire economicamente e i protagonisti dovranno essere i suoi cittadini. Proprio per questo chi ci guida deve offrire punti chiari alla popolazione. Chi guida deve dare un senso al sacrificio che stiamo affrontando. Deve mostrare visione e competenza su come e quando si uscirà da questo massacro. 

 

La citazione di Giuseppe Fenoglio

La meravigliosa citazione di Giuseppe Fenoglio è tratta dal libro “Una questione privata“, pubblicato postumo nell’aprile del 1963, dall’editore Garzanti. Fu Lorenzo Mondo, critico letterario, scrittore e giornalista, a scoprire tra le carte lasciate da Fenoglio l’opera. Giuseppe Fenoglio morì, infatti, il 18 febbraio del 1963. 

 

Maggio- ripetè la donna a se stessa – certo che è terribilmente lontano, ma almeno, detto da un ragazzo serio ed istruito come te, è un termine. E’ solo di un termine che ha bisogno la povera gente. Da stasera voglio convincermi che a partire da maggio i nostri uomini potranno andare alle fiere e ai mercati come una volta, senza morire per la strada. La gioventù potrà ballare all’aperto, le donne giovani resteranno incinte volentieri, e noi vecchie potremo uscire sulla nostra aia senza paura di trovare un forestiero armato. E a maggio, le sere belle, potremo uscire fuori e per tutto divertimento guardarci e goderci l’illuminazione dei paesi

 

Giuseppe Fenoglio, lo scrittore gentiluomo

Beppe, così tutti lo chiamavano, nasce nella capitale economica delle Langhe, ad Alba (Cuneo), il 1 marzo 1922 da Amilcare e Margherita Faccenda. Nonostante l’estrazione modesta della sua famiglia, i genitori gestiscono una macelleria, arriva a frequentare il liceo. Agli anni del tanto amato liceo risale la sua fortissima passione per la lingua e la letteratura inglese e americana: per James, Lawrence, Conrad, Yeats, Coleridge, Shakespeare.

In seguito s’iscrive alla Facoltà di Lettere di Torino, ma per la chiamata alle armi interrompe gli studi universitari, senza mai più riuscire a conseguire la laurea. Nel 1943 frequenta un corso per allievi ufficiali. Viene trasferito a Roma, da dove, dopo l’armistizio dell’8 settembre, riesce a tornare ad Alba.

Qui si arruola tra i partigiani, prima in un gruppo comunista. Poi, nell’estate del ’44, in formazioni monarchiche, nei cosiddetti «azzurri» o «badogliani», e precisamente nel reparto di Enrico Martini Mauri e di Piero Balbo. Negli ultimi mesi di guerra è ufficiale di collegamento con la missione inglese di stanza nel Monferrato. Nel corso della lotta armata sulle colline i suoi genitori vengono arrestati per rappresaglia dai fascisti, ma poi rilasciati.

Dopo la liberazione, ritorna nella sua amatissima Alba. Fenoglio, lo scrittore gentiluomo  nella sua terra d’origine inizia a dedicarsi alla narrativa, malgrado lavorasse in un’azienda vinicola. 

Saro Trovato

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