Gabriel García Márquez (6 marzo 1927 – 17 aprile 2014), premio Nobel per la letteratura nel 1982, ha saputo raccontare come pochi autori le passioni umane nella loro dimensione più viscerale e contraddittoria. Nei suoi romanzi, spesso immersi in atmosfere sospese tra realtà e magia, l’amore occupa un posto centrale, non tanto come sentimento idealizzato, quanto piuttosto come forza oscura, talvolta devastante, altre volte salvifica. Una delle citazioni più significative che riflette questa complessità appare in Dell’amore e di altri demoni, romanzo pubblicato nel 1994:
“Lei gli domandò in quei giorni se era vero, come dicevano le canzoni, che l’amore poteva tutto. «È vero,» le rispose lui «ma farai bene a non crederci.”
Gabriel García Márquez e la citazione tratta dal suo romanzo breve
In questa frase, in apparenza semplice, si nasconde una visione profonda e ambivalente dell’amore, in perfetta sintonia con la poetica e la filosofia esistenziale di Márquez. La giovane protagonista, Sierva María, rivolge al sacerdote Cayetano Delaura una domanda intrisa di ingenuità e di speranza: davvero l’amore è onnipotente, come narrano le canzoni e le leggende popolari? La risposta di lui conferma il potere assoluto del sentimento, ma nello stesso tempo lo priva della sua funzione salvifica, suggerendo di non fidarsene. È questo il nodo centrale di tutta la riflessione di Márquez sull’amore: una forza invincibile, sì, ma che non necessariamente conduce alla felicità o alla redenzione.
In Dell’amore e di altri demoni, la storia d’amore tra i due protagonisti nasce e cresce in un contesto di superstizione, oppressione religiosa e ignoranza. Il convento in cui Sierva María è rinchiusa, accusata di essere posseduta dal demonio, rappresenta il luogo simbolico della repressione dei desideri e della paura nei confronti della natura umana. In questo ambiente soffocante e violento, l’amore si manifesta come unica possibilità di verità e autenticità. Tuttavia, è anche una condanna. Il sentimento che lega Sierva María e Cayetano Delaura non ha alcuna possibilità di realizzarsi nel mondo reale, schiacciato com’è dalle convenzioni sociali e dalla morale religiosa.
La frase di Delaura, “È vero, ma farai bene a non crederci,” esprime la consapevolezza tragica di chi ha conosciuto il potere dell’amore, ma ha visto anche quanto possa essere crudele il prezzo da pagare per abbandonarsi ad esso. Márquez sembra volerci dire che l’amore può tutto, nel senso che può sconvolgere vite, abbattere barriere, infrangere leggi e precetti morali, ma questo “tutto” non coincide necessariamente con il lieto fine delle favole. L’amore che può tutto è anche quello che può distruggere, portare alla follia, condurre alla rovina. È un sentimento che non tollera compromessi e che, proprio per questo, chi vive in un mondo regolato da norme rigide e pregiudizi deve guardare con diffidenza.
La riflessione che emerge da questa citazione si inserisce perfettamente nel pensiero di Márquez sul rapporto tra individuo e società. Nei suoi romanzi, le passioni autentiche, tra cui l’amore, si scontrano sempre con la dimensione collettiva, che tende a soffocarle e a ricondurle entro limiti accettabili. La società, con le sue leggi e i suoi codici morali, non tollera ciò che non può controllare. Per questo, l’amore che davvero “può tutto” è pericoloso.
Non è un caso che anche in L’amore ai tempi del colera, uno dei romanzi più celebri dello scrittore colombiano, l’amore tra Florentino Ariza e Fermina Daza attraversi mezzo secolo di ostacoli, rinunce e incomprensioni, sopravvivendo al tempo e alle convenzioni, ma trasformandosi, nel frattempo, in qualcosa di profondamente diverso da ciò che era in origine. Márquez sembra suggerire che il potere dell’amore risiede nella sua capacità di resistere, di mutare e di sopravvivere, ma che affidare a esso la soluzione di tutte le sofferenze umane è un’illusione pericolosa.
La risposta di Cayetano Delaura è quindi una lezione amara e necessaria: l’amore ha un potere immenso, ma chi si illude che esso basti a risolvere ogni cosa rischia di soccombere alle sue stesse illusioni. Márquez non nega la grandezza dell’amore, ma invita a riconoscerne la natura ambivalente. È un sentimento capace di elevarci e di annientarci, e proprio per questo non va idealizzato, ma affrontato con consapevolezza.
Marquez e l’amore onnipresente nei suoi romanzi
In definitiva, la citazione da Dell’amore e di altri demoni restituisce uno dei temi più cari alla letteratura di Gabriel García Márquez: il conflitto tra il potere rivoluzionario dei sentimenti e l’opprimente realtà sociale. In questo contrasto si consuma la tensione esistenziale dei personaggi e si riflette, ancora oggi, la condizione di chiunque si trovi a vivere tra il desiderio di libertà e le catene dell’ordine costituito.