C’è un libro che ha fatto storia, rivoluzionario nel modo in cui è stato scritto, nel linguaggio del suo autore, nei protagonisti del romanzo. Le frasi da Storie di ordinaria follia di Charles Bukowski catapultano in un mondo crudo, scomodo, spesso sporco, ma sempre intensamente vero.
Bukowski non scrive per piacere, ma per sopravvivere. Le sue parole, a tratti ciniche e disperate, sono pugni allo stomaco che risvegliano. Ecco perché queste 20 frasi, tratte dalla raccolta Storie di ordinaria follia, che meritano di essere lette, condivise, interiorizzate.
Storie di ordinaria follia è una raccolta si compone di 42 racconti, che descrivono vari aspetti della vita di Charles Bukowski, alle prese con le scommesse sulle corse dei cavalli, con il sesso, con le donne, con l’alcol e con altri aspetti della sua disordinata vita di cinquantenne senza un lavoro fisso. Il libro fu pubblicato nel 1972. In Italia la raccolta fu tradotta e pubblicata sda Feltrinelli nel 1975.
I protagonisti dei racconti di Charles Bukowski sono personaggi dei margini, dalle prostitute a perdigiorno vagabondi, da clochard a uomini che sono disposti a guadagnare il pane in qualsiasi modo per poi spendere tutto per farsi del male con l’alcol e la droga. Bukowski mette in scena “il lato oscuro” dell’America degli anni 30, che esortava ogni individuo a tentare di raggiungere il massimo successo, o meglio a sopravvivere, dopo la terribile crisi del 1929.
L’autore mette a nudo il fallimento esistenziale, la solitudine, il sesso, l’arte, la brutalità del vivere. Ma tra queste pagine feroci emergono scintille di saggezza sporca, disillusa, che ancora oggi parlano a generazioni inquiete.
Frasi da Storie di ordinaria follia di Bukowski: il lato più vero dell’esistenza
Quando si parla delle frasi di Storie di ordinaria follia di Charles Bukowski, ci si trova davanti a un mosaico brutale e poetico di realtà. Ogni citazione è un frammento di verità nuda, uno specchio impietoso che riflette la condizione umana senza censure.
In queste righe, l’autore americano esprime tutto il disincanto della sua poetica: la rabbia verso la società, l’amore per gli animali, il rifiuto del conformismo, la sacralità dello stile, la lotta per restare vivi. Leggerle significa entrare nel cuore pulsante del suo mondo fatto di bar, stanze in affitto, sogni infranti e momenti di inaspettata lucidità.
Tra umanità, animali, inferni e bar
Tra le frasi di Storie di ordinaria follia più incisive, spiccano quelle che raccontano la disillusione di Bukowski verso l’umanità, il suo amore incondizionato per gli animali, e la poetica disperata dei bar notturni. In queste citazioni si condensano la sua filosofia ruvida, la sua sensibilità nascosta e quel senso di inferno quotidiano che solo lui sapeva trasformare in letteratura.
1. (Sugli animali) Non puoi fare a meno di amarli. Guarda come si muovono. Sono tutti così diversi, sono tutti così reali, tutti leali a se stessi. Non sono come gli esseri umani. Hanno un contegno, non si sentono smarriti, mai brutti. Hanno il dono. Serbano quello stesso dono con il quale sono nati…”
2. a volte si deve lottare così duramente per l’esistenza che non si ha tempo di viverla.
3. Soltanto i poveri conoscevano il significato della vita; i ricchi e quelli nella bambagia potevano solo immaginarlo.
4. la gente era il suo spettacolo più grande e non si pagava per assistervi.
5. cominci a salvare il mondo salvando un uomo per volta; tutto il resto è glorioso romanticismo o politica.
L’odio per la società, l’amore per lo stile
6. la razza umana mi ha sempre, disgustato. Ciò che, in sostanza, me la rende disgustosa è la malattia dei rapporti familiari, il che include il matrimonio, scambio di potere e aiuti, cosa che, come una piaga, come una lebbra, poi diviene: il tuo vicino di casa, il tuo quartiere, la tua città, la tua contea, la tua patria… tutti quanti che s’abbrancano stronzamente gli uni agli altri, nell’alveare della sopravvivenza, per paura e stupidità animalesca.
7. accavallò le gambe e si tirò su la gonna. Pensavo che un uomo dovesse morire prima di salire in paradiso.
8. Perché mortifichi la tua bellezza?” chiesi. “Perché non ci convivi?”“Perché la gente pensa che sia l’unica cosa che ho. La bellezza non vale niente, la bellezza passa. Non sai quanto sei fortunato a essere brutto, perché se piaci alla gente sai per certo che è per qualcos’altro.”
“Okay,” dissi, “sono molto fortunato.
9. Anche un barlume di vita sta a cuore quando si avvicina la fine dell’esistenza.
10. Non importa quanto poco rimanga a un uomo, troverà il modo di adattarsi a ricevere sempre meno.
11. sì, lo stile è importante. molta gente urla la verità, ma senza stile non vale una cicca.
Disillusione, arte e sconfitta
12. eccelli in qualsiasi campo e ti creerai i tuoi nemici personali. i campioni si beccano le pernacchie; la folla gode nel vederli al tappeto per trascinarli in basso dentro ai loro stessi secchi di merda. gli idioti per lo più la fanno franca; un vincente può essere abbattuto da un fucile ordinato per posta (così ce la raccontano) o dal suo stesso fucile in una piccola cittadina.
13. che differenza c’è fra poesia e prosa? La poesia dice troppo in pochi versi, la prosa dice troppo poco con tante righe.
14. le due più grandi invenzioni dell’uomo sono il letto e la bomba atomica; il primo ti tiene alla larga da tutto, la seconda elimina te da tutto
15. i peccati sono congegnati in paradiso per creare i nostri inferni personali, di cui a quanto pare abbiamo bisogno.
16. Ogni uomo aveva il suo inferno a cui badare, ma io ero in testa di tre lunghezze sulla pista.
17. se devi perdere, fallo da vincente. in altre parole vendi cara la pelle. se alla fine perderai comunque, che se ne vadano tutti affanculo, alla partenza punta su uno che fa l’andatura, non hai perso fino a quando non ti battono, fino a quando non ti superano.
18. non c’è nulla di gratis a questo mondo
19. sì, è vero. un codardo è un uomo che riesce a prevedere il futuro. un uomo coraggioso quasi sempre è privo di immaginazione.
20. qualsiasi cosa è uno spreco di tempo a meno che tu non stia scopando alla grande o creando arte immortale o guarendo completamente da una malattia o gettandoti su un amore o una felicità tanto agognati. finiremo tutti nel secchio sozzo della sconfitta – chiamalo pure morte o errore fatale.