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Una frase di Khalil Gibran sul valore della maternità

In vista della festa della mamma, cominciamo la giornata di oggi con una frase del poeta Khalil Gibran che invita a riflettere sul profondo significato della maternità e sull'importanza dell'essere madre.

Tra poche ore si celebra la Festa della Mamma. Per l’occasione, oggi vi proponiamo una frase del poeta Khalil Gibran sul valore della maternità e sull’importanza dell’essere madre.

“La parola più bella sulle labbra del genere umano è “Madre”, e la più bella invocazione è “Madre mia”. È la fonte dell’amore, della misericordia, della comprensione, del perdono. Ogni cosa in natura parla della madre.”

Il valore della maternità

Probabilmente è la parola che più pronunciamo nella nostra vita, quella che in molti hanno detto per la prima volta da piccoli: parliamo della parola “madre”, cinque lettere che esprimono appieno il concetto di vita: la madre è colei che genera, che da vita.

Madre è “fonte dell’amore, della misericordia, della comprensione, del perdono” secondo il poeta Gibran. Infatti, non esiste un amore incondizionato e pure tanto forte quanto quello di una mamma, capace di comprendere e perdonare tutto quello che fanno i propri figli: esiste un esempio più forte di amore senza pretese e aspettative se non quello di una madre.

Tutto ciò che troviamo in natura “parla della madre”. I fiori nascono dalle piante, le piante nascono dai semi, i cuccioli di orso e di qualsiasi altro mammifero nascono da una madre, che istintivamente è portata a prendersene cura e a difenderlo dai pericoli esterni.

Il concetto di nascita in natura è intrinseco a quello di madre: non a caso si parla di “madre natura” per indicare la comune personificazione della natura focalizzata intorno agli aspetti di donatrice di vita e di nutrimento, incarnandoli nella figura materna. 

Non c’è amore più naturale e spontaneo di quello che una madre prova per il proprio figlio: ricordiamocelo ogni giorno, non solo una volta l’anno.

Maternità e femminilità

Nella società di oggi, spesso la maternità viene vista come un ostacolo alla femminilità di una donna: essa limiterebbe la propria realizzazione lavorativa, minerebbe irrimediabilmente la bellezza del corpo femminile, limiterebbe la vita sociale.

Quante volte è capitato di vedere donne costrette a scegliere tra la famiglia e la carriera, quante volte le donne sul posto di lavoro vengono scoraggiate dall’avere figli? La società infatti e i valori tradizionali che vi sono ancora inculcati trasmettono l’idea che se tu sei una donna lavoratrice non sarai di certo una buona madre. Nella società di oggi si tende a pensare che una donna senza figli abbia più opportunità di far carriera in confronto a chi ha figli, portando così le donne a scegliere fra famiglia e carriera.

Il discorso sociale contemporaneo spesso lascia sole le donne ad affrontare la vertigine della maternità. Questa solitudine si traduce spesso nelle madri in un senso di inadeguatezza e di colpa. E allora, è importante riappropriarsi del significato unico del termine madre e, per riprendere il pensiero di Khalil Gibran, convincerci tutti che non ci sia parola più bella sulle labbra del genere umano come quella di “Madre”.

Khalil Gibran

Nato in Libano nel 1883 ed emigrato negli Stati Uniti per ragioni economiche, Khalil Gibran è stato un importante scrittore e poeta divenuto celebre per “Il Profeta”, la bellissima raccolta poetica pubblicata per la prima volta nel 1923 in lingua inglese e in seguito tradotta in moltissime lingue.

Quello di Khalil Gibran è un testo in cui si intrecciano immagini e simboli di ogni religione e filosofia, dove civiltà occidentale e orientale si mescolano, dando vita a una poesia di grande suggestione caratterizzata dall’uso del verso libero.

Pubblicato a New York nel 1923, “Il Profeta” viene subito accolto con grande favore di pubblico soprattutto presso i giovani, i quali vedono in Gibran un maestro di saggezza. A distanza di tanti anni l’interesse è rimasto immutato: silloge che abbraccia i problemi fondamentali dell’esistenza, il capolavoro del poeta libanese è anche libro di notevole fascino.

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