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Una frase di Gianni Rodari (1964) sul potere dell’errore per imparare e migliorare

Non ti è mai capitato di commettere un errore mentre parli o scrivi? Una frase di Gianni Rodari ti fa scoprire che i veri errori sono nelle cose intorno.

Una frase di Gianni Rodari ci conferma che gli errori fanno parte della natura umana. E quando si è bambini o ragazzi, dagli errori si può imparare tantissimo. Il Maestro di Omegna scrisse anche un libro dedicato alla agli errori, da cui è tratta la frase che vogliamo condividere.

“Gli errori sono necessari, utili come il pane e spesso anche belli: per esempio, la torre di Pisa.”

La frase di Gianni Rodari e l’idea che “gli errori non stanno nelle parole, ma nelle cose”

La frase che ci offre lo stimolo per questa riflessione è tratta dall’introduzione de Il libro degli errori, la raccolta di filastrocche e di racconti brevi scritti da Gianni Rodari, pubblicata nella collana Libri per ragazzi di Einaudi, per la prima volta, nel 1964.

Il libro degli errori di Gianni Rodari

La raccolta è divisa in diverse sezioni.

  • Parte prima. Errori in rosso

La prima parte ha come filo conduttore gli errori di ortografia, di pronuncia o di grammatica, spesso rilevati dal pedante professor Grammaticus, che compare come personaggio in diversi brani della raccolta di Gianni Rodari.

  • Parte seconda. Errori in blu

Questa sezione è dedicata agli errori che derivano da fraintendimenti o concezioni sbagliate della realtà.

  • Parte terza. Trovate l’errore

Nell’ultima sezione gli errori sono generati da deliberate disobbedienze alle “regole”, con lo scopo di provocare un cambiamento.

Il vero errore è non correggere il mondo

Seguendo quanto ci dice lo stesso Gianni Rodari “gli errori non stanno nelle parole, ma nelle cose; bisogna correggere i dettati, ma bisogna soprattutto correggere il mondo”. Non a caso le storie e le filastrocche contenute nel libro sono pieni di personaggi simpatici, ma che non vanno molto d’accordo con l’ortografia e la grammatica.

Era convinzione del “Maestro” Rodari che per correggere gli errori usava la valida grammatica della fantasia capace di consentire a tutti, attraverso il sorriso, il pieno possesso delle parole, “non perché tutti siano artisti, ma perché nessuno sia schiavo”.

La correzione dell’errore per Gianni Rodari era un modo per migliorare il Mondo e la società, dove purtroppo si incontrano molte ingiustizie. La lotta alla povertà, la pace, l’amicizia, la tolleranza, il rispetto degli altri erano per “il re delle filastrocche” la base della sua grande attività autoriale ed educativa.

Se non si sbaglia non si impara sembra dire Rodari. Ma, allo stesso tempo bisogna comprendere che non sia solo la grammatica fondamentale nel processo educativo dei bambini e dei ragazzi. Bisogna saper sviluppare l’educazione mirando ad un modello di società più giusta.

Gianni Rodari sempre nell’introduzione de Il libro degli errori  pone una domanda di grandissimo valore intellettuale, “Vale la pena che un bambino impari piangendo quello che può imparare ridendo?”

Egli stesso offre la risposta, ” Se si mettessero insieme le lagrime versate nei cinque continenti per colpa dell’ortografia, si otterrebbe una cascata da sfruttare per la produzione dell’energia elettrica. Ma io trovo che sarebbe un’energia troppo costosa”.

Bisogna avere l’apertura che sbagliare è importante per crescere. La “bacchetta” contro gli errori non è la scelta più giusta. Più utile sarebbe guidare l’educazione servendosi dell’arma del sorriso. Di certo, potrebbe avere maggiori motivazioni sui bambini e non solo.

Gianni Rodari non si rivolge solo agli insegnanti, ma soprattutto ai genitori e agli adulti in genere, ovvero “quelli insomma che hanno la terribile responsabilità di correggere – senza sbagliare – i più piccoli e innocui errori del nostro pianeta.”

Bisogna saper reagire con dedizione e positività agli errori che sono presenti nella società in cui viviamo. Basta seguire i media o frequentare i social per rendersi conto che siamo alla frutta. L’errore grammaticale se guardiamo alla società nel suo complesso sembra essere quello meno pericoloso.

Sia chiaro Gianni Rodari non è stato il “pirata della grammatica o della lingua italiana”, sarebbe assurdo affermarlo. Il grande genio “giocava” con l’errore per stimolare gli stessi bambini ad essere loro i protagonisti della correzione. Rodari utilizzava l’errore come strumento interattivo in cui i bambini potessero diventare protagonisti.

Seguendo il pensiero del “Maestro D’Italia” la fantasia è lo strumento più coinvolgente e in grado di portare i migliori risultati. E la fantasia dovrebbe essere utilizzata per costruire una società più equa e più giusta. Una società in cui il vero errore non sia la Torre di Pisa, ma la guerra, l’intolleranza, la violenza, la mancanza di rispetto nel prossimo, il degrado ambientale, i cambiamenti climatici.

Il professor Grammaticus, uno dei personaggi del libro di Gianni Rodari, lo dice chiaramente nella storia dell’Essere e avere, che fa parte del Libro degli errori,Stupido! Stupido che non sono altro. Vado a cercare gli errori nei verbi… Ma gli errori più grossi sono nelle cose!”.

L’insegnamento di Gianni Rodari

La frase di Gianni Rodari ci dona delle sane riflessioni. Prima delle quali la possibilità di accettare l’errore e utilizzarlo per migliorare. Nessuno di noi è perfetto e nella vita capita a tutti di errare. L’importante direbbe Agostino d’Ippona è non perseverare.

E se si legge bene la frase di Gianni Rodari si riferisce ai veri errori che si compiono nella vita ovvero nei confronti delle cose, dice il maestro, ovvero di tutto ciò che ci circonda.

Rodari con questa frase e attraverso Il libro degli errori vorrebbe più parlare agli adulti, lo dice esplicitamente nella sua introduzione alla raccolta.

Se vogliamo aiutare i bambini a vivere in un mondo migliore dobbiamo capire i veri errrori che commettiamo tutti i giorni. Il Mondo sembra “sull’orlo di una crisi di nervi” e il diabolico perseverare nella strada sbagliata sembra aver preso il sopravvento.

Bisogna saper rimediare agli errori che commettiamo che sono tutti da “Matita Rossa”.

È compito della scuola saper correggere non solo gli errori grammaticali e didattici in genere, ma soprattutto fare in modo che i bambini possano crescere evitando di commettere gli errori dei loro genitori.

Questa è una grande lezione del nostro “Maestro del cuore”.

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