Una frase di Franco Battiato sull’essenza della vita

17 Maggio 2025

Leggiamo questa citazione di Franco Battiato contenuta nel libro "All'essenza", insieme di dichiarazioni e pensieri dell'intellettuale siciliano.

Una frase di Franco Battiato sull'essenza della vita

Franco Battiato (23 marzo 1945 – 18 maggio 2021), artista e pensatore fuori dagli schemi, ha spesso utilizzato la musica, le parole e la riflessione per cercare un senso profondo dell’esistenza. La citazione tratta dal suo, e su di lui, libro All’essenza offre un punto di vista radicale sulla condizione umana:

«È difficile accettare che siamo vittime di pensieri associativi, che siamo vittime di gusti preordinati, che siamo vittime di scelte che altri hanno fatto prima di noi. Il conosci te stesso è in realtà questo: riuscire a capire qual è la propria essenza. La personalità è una cosa posticcia, che in qualche modo si controlla e ciascuno deve trovare il suo posto, chi è nato per scrivere un libro, chi per dipingere, chi per fare il giardiniere».

Franco Battiato, seguace di Gurdjieff

Questa riflessione di Battiato ha la forza di un piccolo manifesto esistenziale. Il primo elemento da evidenziare è la triplice ripetizione della parola “vittime”: vittime dei pensieri associativi, dei gusti preordinati, delle scelte altrui. Questo schema ripetitivo non è casuale: serve a martellare nella coscienza del lettore l’idea di una condizione passiva, in cui la maggior parte delle persone vive senza aver veramente scelto il proprio cammino.

I “pensieri associativi” sono quel meccanismo mentale che collega automaticamente idee, giudizi, valori, in una sequenza appresa piuttosto che pensata. I “gusti preordinati” sono ciò che il mercato, l’educazione, la cultura dominante ci propinano come desiderabile o bello. Le “scelte altrui”, infine, sono le strade già tracciate da famiglie, società, mode e abitudini. Battiato invita ad aprire gli occhi: spesso crediamo di essere liberi, ma siamo semplicemente inseriti in un flusso preimpostato, senza esserne consapevoli.

La parte centrale della citazione recupera una delle massime più celebri dell’antichità: Conosci te stesso, l’esortazione incisa sul frontone del tempio di Apollo a Delfi. Ma Battiato ne offre un’interpretazione moderna e concreta: conoscere se stessi non significa indagare un ego misterioso e sfuggente, ma riconoscere ciò che realmente si è, liberandosi dalle sovrastrutture. Non si tratta, quindi, di costruire una personalità forte, brillante, carismatica – ciò che oggi spesso si confonde con l’autenticità – ma di scavare oltre, fino a scoprire la propria “essenza”.

E qui arriva il punto più sottile e più rivoluzionario della sua riflessione: “La personalità è una cosa posticcia”. Con questo termine Battiato intende dire che la personalità – ciò che riteniamo di essere – è in realtà una costruzione artificiale, un abito cucito addosso dalle circostanze. Essa può anche essere utile, può “in qualche modo controllarsi”, ma non rappresenta il vero centro dell’individuo. Al contrario, è nella ricerca della propria essenza che si gioca la partita decisiva: l’essenza come vocazione, come destino intimo, come direzione originaria.

Quando Battiato afferma che “ciascuno deve trovare il suo posto, chi è nato per scrivere un libro, chi per dipingere, chi per fare il giardiniere”, non fa una distinzione gerarchica fra attività intellettuali e manuali, né propone un modello elitario. Al contrario, egli invita ciascuno a riconoscere la propria naturale inclinazione. Questa affermazione è profondamente anti-nichilista: esiste un posto giusto per ognuno, esiste una verità interiore che attende di essere riconosciuta. Ma questa verità non può essere imposta, né suggerita: va cercata, scoperta, riconquistata con un processo lungo e personale.

L’essenzialità della vita, per Battiato, non consiste quindi nell’affermarsi o nell’ottenere riconoscimenti, ma nel sapersi collocare nel proprio posto naturale, in armonia con la propria vocazione. Questo tema risuona profondamente con filosofie orientali come il Taoismo – dove l’uomo virtuoso segue il “Tao”, la via naturale – ma anche con la mistica cristiana, con la sua ricerca di un’unione interiore tra l’essere umano e il divino.

Conosci te stesso

In una società dominata da modelli imposti, da percorsi professionali standardizzati, da sogni prefabbricati, la proposta di Battiato è disarmante nella sua semplicità: fermarsi, ascoltarsi, liberarsi dalle illusioni e iniziare a essere ciò che si è, davvero. Questo “conosci te stesso” è un atto di disobbedienza, ma anche di responsabilità. È un cammino verso l’autenticità che può condurre alla pace interiore, ma che richiede coraggio e rinunce.

In conclusione, la riflessione di Franco Battiato ci invita a rimettere al centro la domanda più antica e più difficile: chi siamo davvero? Non ciò che abbiamo, non ciò che mostriamo, non ciò che gli altri ci hanno detto di essere, ma ciò che – al fondo – costituisce la nostra essenza. È un messaggio semplice e potente, che scavalca le mode e le ideologie, per parlare direttamente all’anima.

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