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I versi di Czeslaw Milosz sul valore dell’identità personale

Ecco gli amari versi coi quali Czeslaw Milosz apre la sua poesia "Cosa Significa", in cui si interroga su chi sia stato durante tutta la sua esistenza.

Czeslaw Milosz, poeta polacco e premio Nobel per la letteratura, ha dedicato la sua opera a un’indagine profonda sull’esistenza, sul tempo e sulla condizione umana. Nei versi citati, tratti dalla poesia Cosa Significa, Milosz affronta un tema centrale della sua poetica: il senso dell’essere e l’incapacità di comprenderlo appieno.

Non sa di brillare
Non sa di volare
Non sa di essere questo e non quello.

E sempre più spésso a bocca aperta,
Con la Gauloise che si spegne,
Davanti a un bicchiere di vino rosso,
Penso a cosa significhi essere questo e non quello.

La consapevolezza mancata, durante tutta l’esistenza, per Czeslaw Milosz

“Non sa di brillare / Non sa di volare / Non sa di essere questo e non quello.”

Questi primi versi evocano un’idea di inconsapevolezza ontologica. L’oggetto della poesia, che può essere tanto un essere umano quanto un’entità astratta, ignora il proprio stato. Non sa di brillare, non sa di volare: due immagini che rimandano alla luce e alla leggerezza, a qualcosa che ha un’esistenza propria ma che non ne è cosciente. Questo senso di non-percezione richiama il paradosso dell’esistenza: siamo immersi nella realtà, ma spesso incapaci di afferrarla nella sua essenza.

Il terzo verso è ancora più esplicito: non sa di essere “questo e non quello”, un’affermazione che racchiude un interrogativo filosofico millenario. L’essere è definito dai suoi limiti, dalla differenza rispetto al non-essere o all’altro. Milosz sembra suggerire che l’uomo vive senza percepire realmente la propria identità e il proprio ruolo nel mondo, una condizione di alienazione che si riflette nella nostra incapacità di comprendere appieno il senso della nostra esistenza.

“E sempre più spesso a bocca aperta, / Con la Gauloise che si spegne, / Davanti a un bicchiere di vino rosso.”

Qui Milosz introduce una scena concreta, quasi cinematografica. Il poeta o il protagonista della poesia è seduto, perso nei propri pensieri, con una sigaretta che si spegne e un bicchiere di vino rosso davanti. L’immagine è intrisa di un senso di attesa, di una pausa carica di significato.

La sigaretta che si spegne suggerisce il passare del tempo, l’abbandono, forse un senso di impotenza. Il vino rosso, con il suo simbolismo legato sia al piacere che alla malinconia, diventa una metafora della riflessione esistenziale. Milosz ci offre una visione di quotidianità apparentemente semplice, ma carica di inquietudine interiore: un uomo che si interroga sulla propria esistenza, sul suo essere questo e non quello.

Il senso dell’esistenza per Czeslaw Milosz

“Penso a cosa significhi essere questo e non quello.”

L’ultimo verso è una dichiarazione di intenti. Il poeta è immerso in un pensiero profondo, che riguarda l’identità e la differenza, il senso dell’esistenza. Milosz non offre una risposta, ma piuttosto pone una domanda che riecheggia nella mente del lettore.

Il dilemma dell’essere e del non-essere, dell’identità e dell’alterità, è al centro della filosofia occidentale, da Parmenide a Heidegger. Milosz, con il suo stile sobrio ma penetrante, riesce a condensare questa riflessione in poche righe di straordinaria efficacia.

La poesia di Milosz si muove sempre tra due poli opposti: da un lato, la realtà tangibile, fatta di oggetti concreti (la sigaretta, il vino, la bocca aperta in attesa), dall’altro, l’astrazione del pensiero filosofico. L’essere umano, nella visione del poeta, è un essere sospeso tra questi due mondi, incapace di comprendere fino in fondo il proprio destino.

C’è in questi versi una malinconia sottile, una rassegnazione alla difficoltà di afferrare il senso ultimo delle cose. Eppure, al tempo stesso, c’è anche un’indagine inesausta, una volontà di non arrendersi di fronte all’enigma dell’esistenza. Milosz non accetta passivamente il mistero dell’essere, ma continua a riflettere su di esso, a interrogarlo con parole semplici e potenti.

I versi di Czeslaw Milosz sono un invito alla riflessione sull’identità e sul destino. L’uomo, ignaro della propria essenza, si muove nella vita come un’ombra, senza sapere di brillare o di volare. Ma è proprio questo interrogarsi, questo continuo cercare un significato, a definire la nostra umanità. Milosz ci lascia con una domanda che non ha risposte definitive, ma che continua a risuonare nella mente di chiunque si sia mai fermato, con una sigaretta e un bicchiere di vino, a contemplare il mistero dell’esistenza.

Ecco, infine, l’intera poesia, scritta a Montgeron, in Francia, nel 1960 Cosa Significa:

Non sa di brillare
Non sa di volare
Non sa di essere questo e non quello.

E sempre più spésso a bocca aperta,
Con la Gauloise che si spegne,
Davanti a un bicchiere di vino rosso,
Penso a cosa significhi essere questo e non quello.

Quando avevo vent’anni era lo stesso.
Allora però con la speranza di poter essere tutto,
Forse anche farfalla e merlo, per sortilegio.
Ora vedo le strade polverose del circondario
E la cittadina dove l’impiegato delle poste si ubriaca ogni giorno

Per il rammarico di essere identico solo con sé.
E se a rinchiudermi fossero soltanto le stelle
E se le cose stessero semplicemente così,
Che ci sono il così detto mondo e il così detto corpo.
Se volessi essere non contraddittorio. Ma no.

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