I versi di Bertolt Brecht sul valore d’imparare per crescere

16 Aprile 2025

Leggiamo assieme i versi con cui Bertolt Brecht esorta tutti, ma proprio tutti, a studiare, a imparare sempre nozioni e lezioni nuove, per essere liberi.

I versi di Bertolt Brecht sul valore d'imparare per crescere

Tra le voci più lucide e radicali del teatro e della poesia del Novecento, Bertolt Brecht ha saputo fondere impegno politico e sperimentazione artistica come pochi altri. La sua opera è costellata di inviti al pensiero critico, alla consapevolezza sociale, alla necessità di guardare il mondo con occhi vigili e di partecipare attivamente alla sua trasformazione. In questo contesto si inseriscono i versi della poesia “Lode dell’imparare”, un componimento che esorta l’uomo comune, senza distinzioni di età o condizione sociale, a studiare, conoscere, comprendere. A fare del sapere non un ornamento, ma uno strumento di liberazione.

Impara quel che è più semplice! Per quelli
il cui tempo è venuto
non è mai troppo tardi!
Impara l’a b c; non basta, ma
imparalo! E non ti venga a noia!
Comincia! Devi saper tutto, tu!
Tu devi prendere il potere.
Impara, uomo all’ospizio!
Impara, uomo in prigione!
Impara, donna in cucina!
Impara, sessantenne!
Tu devi prendere il potere.
Frequenta la scuola, senzatetto!
Acquista il sapere, tu che hai freddo!
Affamato, afferra il libro: è un’arma.

Bertolt Brecht e il valore dello studio

La poesia — scritta tra gli anni ’30 e ’40 del secolo scorso, in un’Europa segnata dall’ascesa dei totalitarismi e dalle profonde disuguaglianze sociali — conserva ancora oggi una forza e un’attualità sorprendente. I suoi versi sembrano rivolti a ogni epoca e a ogni individuo, soprattutto a coloro che sono stati privati dell’accesso alla cultura e al sapere.

“Impara quel che è più semplice!”: così Brecht apre il componimento, mettendo in chiaro la centralità dell’apprendimento come primo passo verso l’emancipazione. Non serve, sembra suggerire il poeta, partire da nozioni astratte o complesse: l’essenziale è cominciare. Imparare anche l’alfabeto, “l’a b c”, è un atto che può sembrare elementare, ma è in realtà il fondamento di ogni sapere, la chiave per decifrare il mondo e non subirlo passivamente. Brecht non concede spazio alla rassegnazione: “non è mai troppo tardi!” è il suo grido contro la disperazione e la marginalità.

Il poeta insiste che ognuno deve imparare, indipendentemente dalla propria età o condizione: “Impara, uomo all’ospizio! Impara, uomo in prigione! Impara, donna in cucina! Impara, sessantenne!” In questi versi, la poesia denuncia anche le barriere sociali e culturali che storicamente hanno escluso determinati gruppi dall’istruzione e dal diritto di partecipare al sapere collettivo. La donna confinata in cucina, l’anziano in ospizio, il detenuto o il povero senzatetto: tutti hanno diritto e dovere di imparare. E soprattutto, devono farlo perché da questo apprendimento dipende la possibilità di cambiare le cose.

L’invito ad apprendere non è fine a se stesso. Brecht lega indissolubilmente il sapere all’azione politica e sociale: “Tu devi prendere il potere”. Imparare, acquisire conoscenza, significa sottrarsi alla condizione di sudditanza, significa rompere le catene dell’ignoranza che alimentano le disuguaglianze e il dominio. La cultura, in questo senso, non è mai neutrale: è un campo di battaglia in cui si decide se il sapere sarà strumento di oppressione o di liberazione.

Emblematica è l’immagine con cui Brecht si rivolge ai diseredati della società: “Affamato, afferra il libro: è un’arma”. Il libro, simbolo di cultura e conoscenza, diventa un’arma contro l’oppressione, una risorsa per chi non ha altro se non la propria intelligenza e la propria voglia di riscatto. Questa visione del sapere come forza rivoluzionaria è un tratto distintivo della poetica brechtiana, che crede nel teatro e nella letteratura non come evasione estetica, ma come strumenti per svegliare le coscienze e preparare la trasformazione sociale.

Il valore di questi versi non è solo storico o letterario. Anche oggi, in una società in cui l’accesso all’informazione è apparentemente universale ma spesso frammentato e superficiale, l’invito di Brecht a imparare, a studiare, a non accontentarsi del sapere trasmesso passivamente, mantiene una forza intatta. In un mondo dove il divario culturale si traduce in esclusione sociale e politica, ricordare che nessuno è troppo vecchio, troppo povero, troppo marginale per apprendere significa riaffermare un principio di uguaglianza sostanziale.

Il libro è un’arma

La poesia “Lode dell’imparare” è anche un richiamo alla responsabilità individuale e collettiva. Imparare è un diritto, ma anche un dovere civico: significa essere cittadini più consapevoli, capaci di opporsi alle ingiustizie, di riconoscere le manipolazioni, di non cedere al conformismo. Brecht ci ricorda che senza conoscenza non può esserci libertà autentica, e senza libertà la democrazia stessa si svuota.

In conclusione, i versi di Bertolt Brecht si offrono oggi come un manifesto di straordinaria attualità. In un’epoca in cui la conoscenza è più accessibile che mai, ma spesso dispersa, svilita o manipolata, imparare rimane un atto di resistenza, un gesto politico, un’affermazione di dignità personale e collettiva. Proprio per questo il monito del poeta tedesco continua a risuonare: Impara, uomo all’ospizio! Impara, donna in cucina! Affamato, afferra il libro: è un’arma. Un invito, anzi, un’esortazione a non smettere mai di imparare e a farlo con la consapevolezza che sapere è potere, e il sapere può e deve servire a cambiare il mondo.

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