Il deserto dellโanima e la stella filante: immagini e visioni nei versi iniziali della poesia di Amelia Rosselli
La pazzia amorosa non รจ che una stella filante nel deserto.
Il mio corsetto mi stringe troppo forte.
Lโacqua รจ una rana che si difende dallโannegare.
Questi versi iniziali di una poesia di Amelia Rosselli racchiudono tutta la forza e la complessitร del suo linguaggio poetico, denso di immagini visionarie, accostamenti inusuali e una tensione esistenziale che si percepisce come un sussulto continuo della lingua. Rosselli, poetessa che visse ai margini e al centro delle avanguardie del Novecento, ha costruito unโopera radicalmente originale, spesso difficile, ma sempre sincera e toccante nella sua espressione del dolore, dellโamore, della solitudine e della ricerca di senso.
Stella filante nel deserto, l’amore per Amelia Rosselli
Lโapertura del componimento presenta una delle immagini piรน enigmatiche e suggestive della poesia contemporanea: “La pazzia amorosa non รจ che una stella filante nel deserto.” Lโamore, o meglio la sua forma estrema, quella della โpazzia amorosaโ, non รจ qui raffigurato come una forza salvifica o costruttiva, bensรฌ come un fenomeno passeggero, illusorio, che brucia in fretta lasciando dietro di sรฉ il vuoto.
La โstella filanteโ รจ simbolo di bellezza effimera, di luce che si consuma subito, senza lasciare calore nรฉ traccia. E dove avviene tutto questo? Nel deserto. Il deserto รจ spazio simbolico per eccellenza: rappresenta la solitudine, lโariditร , lโassenza di vita. In questo scenario, lโamore impazzito รจ come un lampo che non rischiara, un bagliore privo di consolazione. ร lo slancio emotivo e irrazionale che, perรฒ, si consuma in una terra dove nulla puรฒ crescere.
Amelia Rosselli coglie qui una delle contraddizioni piรน profonde del sentimento amoroso: la sua intensitร non garantisce durata, nรฉ senso. La passione puรฒ accendersi anche nel vuoto piรน assoluto, come una forma di disperazione esistenziale. La pazzia amorosa non redime, ma acuisce lโisolamento.
Il corsetto che stringe e la vanitร dell’essere umano
Il secondo verso โ “Il mio corsetto mi stringe troppo forte.” โ si presta a una duplice lettura, sia letterale sia metaforica. Da un lato, รจ una reminiscenza concreta del corpo, della sua costrizione, del disagio fisico. Il corsetto รจ un indumento che modella, che impone una forma al corpo femminile secondo un canone spesso imposto dallโesterno. ร un simbolo di disciplina, di controllo, di repressione. In questo senso, Rosselli potrebbe riferirsi alla condizione della donna, al peso delle aspettative sociali e dei ruoli prestabiliti.
Ma il corsetto puรฒ essere anche il simbolo della mente, delle sue costrizioni, del peso dellโidentitร imposta. La poetessa ha vissuto esperienze personali dolorose, segnata da tragedie familiari e da una lotta continua con la fragilitร psichica. In questa luce, il โcorsettoโ diventa una prigione interiore, la forma troppo stretta dellโIo che soffoca lโanima. ร la gabbia dellโidentitร , la maschera sociale che non lascia spazio al respiro autentico dellโessere.
Rosselli ci parla, forse, di una costrizione psichica profonda: il dolore che deriva dalla consapevolezza della propria differenza, della propria inadeguatezza rispetto al mondo, e insieme la pressione di dover rientrare in uno schema che non si riconosce.
Il terzo verso โ “Lโacqua รจ una rana che si difende dallโannegare.” โ chiude questa breve sequenza con unโimmagine paradossale e straordinariamente potente. Lโacqua, per natura elemento fluido e avvolgente, diventa qui il soggetto che si difende dallโannegamento, assumendo la forma vivente della rana. ร un ribaltamento logico e percettivo: lโelemento che causa lโannegamento diventa esso stesso soggetto che lotta per non soccombere.
La rana, animale anfibio, รจ creatura doppia: vive tra due mondi, lโacqua e la terra. Puรฒ respirare, ma anche nuotare. In questo senso, rappresenta la precarietร , lโadattabilitร , la sopravvivenza. Ma nella poesia di Rosselli, anche la rana โ che pure appartiene allโacqua โ rischia di annegare. E lโacqua stessa sembra dover lottare contro ciรฒ che รจ suo.
Lโimmagine suggerisce lโidea che anche ciรฒ che รจ naturale e proprio possa diventare alieno e minaccioso. ร lโallegoria della mente in crisi, dove anche il pensiero โ che รจ il nostro elemento โ puรฒ diventare fonte di pericolo. Si puรฒ annegare nei propri pensieri, nella propria coscienza, nella propria lingua. E la poesia stessa, qui, รจ forse lโunico mezzo per galleggiare, per sopravvivere al naufragio interiore.
Rosselli รจ una delle poetesse piรน visionarie del Novecento. Il suo linguaggio spezza la linearitร del discorso, frantuma la logica, produce accostamenti che sfidano lโordine comune del significato. Ma dentro questo caos apparente, si percepisce una precisione estrema nella costruzione delle immagini: nulla รจ casuale, ogni metafora รจ il riflesso di un dolore reale, di una lotta continua con la lingua e con il sรฉ.
Questi tre versi โ cosรฌ brevi, eppure cosรฌ densi โ contengono giร i temi centrali della sua poetica: la solitudine, lโamore come perdita, il corpo come gabbia, la mente come minaccia, la lingua come possibilitร estrema di salvezza. In Rosselli, la poesia รจ una forma di resistenza, di sopravvivenza, di lotta contro lโinforme. ร uno spazio in cui anche la rana puรฒ combattere contro lโannegamento, e dove la stella filante, pur se effimera, puรฒ ancora brillare nel deserto.