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I versi di Alberto Moravia sul ricordo della felicità passata

Leggiamo assieme questi dolci e malinconici versi tratti da una poesia di Alberto Moravia, in cui lo scrittore ricorda con malinconia la felicità passata.

I versi di Alberto Moravia tratti dalla poesia L’odore delle rose si presentano come un’intensa evocazione del passato, immersa nella suggestione sensoriale dell’olfatto:

Chi mi restituirà
l’odore
inebriante
e soffocante
delle roselline bianche
tra le lance
delle cancellate
dei giardini
di maggio?

Alberto Moravia e il profumato ricordo della felicità

L’odore citato da Alberto Moravia diventa il fulcro della poesia, un elemento sensoriale che oltrepassa i confini temporali e riporta il poeta a un’esperienza passata. Questo rimando all’olfatto è particolarmente significativo nella letteratura, poiché tale senso è strettamente legato alla memoria e alle emozioni. Basti pensare alla madeleine proustiana, capace di dischiudere interi mondi interiori con il semplice sapore di un biscotto intinto nel tè.

In questi versi, l’odore non è solo un ricordo, ma un desiderio struggente di recuperare l’intensità di un momento irripetibile. L’aggettivazione inebriante e soffocante suggerisce che l’esperienza passata non era solamente piacevole, ma estremamente coinvolgente, capace di dominare completamente i sensi.

Moravia menziona il mese di maggio, stagione che tradizionalmente evoca immagini di rinascita e giovinezza. I giardini, con le loro cancellate e roselline bianche, diventano un’immagine di purezza e di vitalità, ma sono anche luoghi circoscritti, simbolo di un passato irraggiungibile.

Il maggio che il poeta ricorda potrebbe rappresentare non solo un momento specifico della sua vita, ma un periodo idealizzato, associato alla spensieratezza e all’intensità dell’adolescenza o della prima giovinezza. Le cancellate evocano una barriera: da un lato proteggono questo paradiso perduto, dall’altro lo rendono inaccessibile al presente.

La domanda chi mi restituirà contiene in sé una consapevolezza dolorosa: nulla può restituire ciò che è stato. Il rimpianto è intriso nella struttura stessa del verso, con quel contrasto tra il ricordo vivido e l’impossibilità di riviverlo.

L’odore delle roselline bianche non è solo un dettaglio sensoriale, ma un frammento di vita ormai svanito. Moravia non cerca di riportare in vita un’intera scena, ma si sofferma su un dettaglio che, proprio per la sua semplicità, è carico di potere evocativo. È un desiderio impossibile che rappresenta uno dei temi più cari alla poesia: il conflitto tra il tempo vissuto e il tempo percepito.

Attraverso il linguaggio poetico, Moravia cerca di fissare un’esperienza che, nel ricordo, rischia di dissolversi. La ripetizione ritmica e l’organizzazione dei versi brevi conferiscono ai suoi pensieri una cadenza che richiama il respiro, quasi a sottolineare che la poesia stessa è un tentativo di trattenere e rivivere quel respiro del passato.

Anche qui, è possibile individuare un parallelismo con la funzione dell’arte secondo Marcel Proust: se l’odore svanisce e la vita scorre inesorabilmente, l’arte permette di catturare l’essenza dei momenti vissuti.

Riflessi nell’opera di Moravia

Conosciuto soprattutto per i suoi romanzi, Moravia affronta frequentemente il tema della condizione umana e della relazione tra l’individuo e il tempo. Nelle sue opere narrative, i personaggi spesso lottano con la monotonia del presente e con la perdita di significati autentici nella loro vita. Nella sua poesia, invece, Moravia sembra più indulgente, cedendo al richiamo del ricordo con una malinconia che non è amara, ma contemplativa.

La tensione tra ciò che si può ricordare e ciò che non si può più toccare si ritrova anche nei romanzi di Moravia, dove la memoria e l’identità giocano un ruolo centrale. In questi versi, però, il tempo appare meno crudele: c’è un accenno alla speranza che, attraverso la poesia, l’odore delle roselline possa essere almeno parzialmente restituito.

Questi versi toccano una corda universale: tutti, prima o poi, sperimentano un odore, un suono o una sensazione che rievoca un passato lontano. La descrizione precisa ma aperta delle roselline bianche e dei giardini di maggio permette a ciascun lettore di sovrapporre il proprio ricordo a quello del poeta, creando una connessione intima con il testo.

L’odore delle rose, nella poesia di Alberto Moravia, non è solo un’immagine sensoriale, ma un accesso privilegiato al passato e ai sentimenti che lo accompagnano. Moravia ci invita a riflettere sulla forza evocativa dei dettagli e sulla nostra costante, struggente tensione verso ciò che è perduto. Se nulla potrà restituire l’esperienza originale, è proprio nella poesia che possiamo ritrovare almeno un’eco di quel mondo distante, fatto di odori, sensazioni e frammenti di vita.

Ecco qua il testo completo della poesia, così da poterla apprezzare nella sua interezza:

L’ODORE DELLE ROSE

Chi mi restituirà
l’odore
inebriante
e soffocante
delle roselline bianche
tra le lance
delle cancellate
dei giardini
di maggio?
Non ho più sentito
niente di simile
neppure
l’odore
del sesso femminile
al colmo
del desiderio
è più buono
di quello.

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