I versi di Alberto Moravia per chi è innamorato dell’amore

22 Luglio 2025

Leggiamo i versi di Alberto Moravia tratti dalla sua poesia "La contraddizione" perché sì, forse a volte siamo semplicemente innamorati dell'amore.

I versi di Alberto Moravia per chi è innamorato dell'amore

Con questi versi, tratti dalla poesia La contraddizione, Alberto Moravia ci consegna una riflessione di rara densità sulla natura ambigua e spesso paradossale dell’amore umano. In poche parole, l’autore riesce a evocare un sentimento complesso, spiazzante, e a porre un interrogativo che non cerca una risposta univoca, ma apre invece a una meditazione sull’identità del desiderio, sulla memoria, sull’alterità e sulla disgiunzione tra emozione e oggetto amato.

Ho la nostalgia
dell’amore
con te
ma non penso mai
a te
spiegami
questa contraddizione

Alberto Moravia e La contraddizione, ma, contraddizione lo è davvero?

Al centro della poesia c’è un paradosso evidente, quasi una dichiarazione di impossibilità logica: si ha nostalgia dell’amore condiviso con una persona specifica, ma non si pensa a quella persona. Ciò che manca non è l’altro in quanto individuo concreto, bensì qualcosa di più impalpabile: l’esperienza amorosa che quell’altro ha reso possibile. L’oggetto della nostalgia, quindi, non è propriamente “te”, ma “l’amore con te”, come se l’autore separasse l’evento amoroso dalla persona che lo ha incarnato.

La poesia si apre con l’espressione “Ho la nostalgia”, e subito specifica “dell’amore con te”. La nostalgia è un sentimento che implica mancanza, ma anche idealizzazione: ciò che manca diventa qualcosa di più grande, più puro, più perfetto di quanto forse non sia stato nella realtà. Qui però l’oggetto del desiderio non è la persona amata, ma l’amore stesso, inteso quasi come condizione esistenziale, come stato di grazia legato a una determinata relazione, ma ora dissociato da essa.

La svolta avviene con la frase “ma non penso mai a te”. Questo verso, apparentemente semplice, rompe l’incanto e introduce una dissonanza radicale. Come si può desiderare qualcosa che è accaduto con qualcuno senza mai pensare a quel qualcuno? Moravia gioca sul filo della contraddizione, e nel farlo ci costringe a rivedere la nostra idea comune di amore. L’amore, in questa lettura, non è tanto legame con l’altro, quanto esperienza di sé nell’amore: un sé che ha vissuto un momento d’intensità, di verità o di illusione, che ora rimpiange, indipendentemente dalla persona con cui è stato condiviso.

Questo scarto tra soggetto e oggetto, tra emozione e memoria, ci porta a riflettere sul carattere impersonale e universale dell’amore, almeno in certe sue forme. Non a caso la poesia si conclude con una richiesta di spiegazione: “spiegami / questa contraddizione”. È un appello che sembra rivolto tanto all’altro quanto a se stessi, o forse al lettore, chiamato a sciogliere un nodo che in realtà non ha soluzione.

Alberto Moravia, celebre per i suoi romanzi in prosa come Gli indifferenti, La noia o Il disprezzo, non è noto soprattutto come poeta. Eppure in questi pochi versi condensa una visione coerente con la sua intera produzione narrativa: l’amore come dinamica complessa, talvolta incomprensibile, spesso segnata da ambivalenze, desideri contrastanti, rotture tra corpo e mente, tra volontà e azione, tra ciò che si vive e ciò che si pensa di vivere.

In particolare, la poesia ricorda i temi del romanzo La noia, in cui il protagonista Dino sente un’incolmabile distanza tra sé e il mondo, tra i propri sentimenti e gli oggetti del suo desiderio. Anche lì, come qui, l’amore è vissuto come una tensione, una spinta che non si risolve nella presenza dell’altro, ma che anzi si sviluppa nel vuoto, nell’assenza, nella percezione della mancanza.

La contraddizione richiamata da Moravia è dunque una verità profonda dell’esperienza amorosa: si può desiderare qualcosa che è stato reale e vissuto, ma di cui si è smarrito il volto, il nome, la concretezza. L’altro diventa uno specchio, una funzione, un tramite per qualcosa che si è perso e che non coincide più con la sua figura. In questo senso, la nostalgia dell’amore “con te” si trasforma in nostalgia di sé nel momento dell’amore: di un io che si è sentito vivo, vibrante, autentico.

Si può amare un sentimento?

C’è infine da considerare l’aspetto linguistico. I versi sono scarni, quasi spogli di ornamenti retorici. Ogni parola è scelta con precisione chirurgica: nostalgia, amore, te, penso, spiegami, contraddizione. È una poesia che parla per sottrazione, per sospensione, dove il bianco della pagina e i silenzi tra i versi parlano tanto quanto le parole. La struttura spezzata riflette la frattura interiore, l’incapacità di tenere insieme il sentimento e il pensiero.

In conclusione, La contraddizione di Alberto Moravia ci restituisce, nella sua brevità, un ritratto autentico dell’amore come esperienza scissa, parziale, contraddittoria. Un amore in cui si può desiderare il ricordo di un’emozione, senza desiderare la persona che ne fu veicolo. Un amore che dice di più sull’animo umano che non sull’oggetto del desiderio. E forse, proprio per questo, ci riguarda tutti.

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