12 frasi tratte da “Artemisia” di Anna Banti sul destino

30 Giugno 2025

Scopri le 12 frasi tratte dal celeberrimo romanzo di Anna Banti che raffigurano la vita travagliata ed eroica della giovane pittrice Artemisia Gentileschi

12 frasi tratte da Artemisia di Anna Banti sul destino

Pubblicato nel 1947, “Artemisia” di Anna Banti è molto più di un romanzo storico: è un dialogo profondo tra due donne che si parlano attraverso i secoli. Artemisia Gentileschi, pittrice barocca, stuprata e processata, dimenticata e infine riscoperta.

Anna Banti, intellettuale del Novecento, che durante i bombardamenti di Firenze perde il manoscritto a cui stava lavorando, ma decide di riscriverlo da capo, portando con sé il fantasma fiero della sua protagonista. Il romanzo si muove tra passato e presente, tra biografia e invenzione, tra voce narrante e voce evocata.

Artemisia diventa simbolo della resilienza femminile, della dignità ferita, del coraggio di creare nonostante la violenza. Le frasi di Artemisia ci insegnano cosa significa resistere, scegliere la bellezza come riscatto e riscrivere, con le proprie mani, il proprio destino.

Curiosità su Anna Banti e Artemisia: lo sapevi che…

Anna Banti, nome d’arte di Lucia Lopresti, fu critica d’arte, scrittrice e moglie di Roberto Longhi. Quando nel 1944 perse il manoscritto di Artemisia a causa di un bombardamento, decise di riscriverlo da capo. Ma quel gesto non fu solo un atto di tenacia: fu l’inizio di un dialogo tra due donne separate dal tempo ma unite da una stessa necessità, raccontare una verità ignorata, quella delle donne che non si piegano.

Il romanzo è oggi riconosciuto come uno dei primi esempi di riscrittura femminista della storia dell’arte.

12 frasi tratte da Artemisia di Anna Banti che ci insegnano a riscrivere il nostro destino

Le frasi di Artemisia non sono solo letteratura: sono schegge di vita, testimonianze di resistenza, specchi in cui riflettersi. Parlano a tutte le donne (e agli uomini) che hanno dovuto gridare, lottare, affermarsi contro un mondo che le voleva mute o invisibili. Ci insegnano che la bellezza è un’arma. Che la memoria è un diritto. E che ogni storia può essere riscritta, anche quando tutto sembra perduto.

1.
Tu sei sola, Artemisia.

Ma sola non sei mai stata tanto forte. La solitudine come forza radicale: un invito a scoprire nella propria unicità una risorsa inattaccabile.

 

2.
Non voglio piangere. Voglio dipingere.

L’arte come salvezza, come strumento per trasformare il dolore in qualcosa che resta e che parla.

 

3.
La verità era nel corpo. Lì avevano scritto la sua storia, e lei l’avrebbe dipinta.

Un corpo violato che diventa linguaggio: Artemisia risponde alla violenza con la pittura, dando forma a una narrazione personale e collettiva.

 

4.
Fu la collera a salvarmi. Non il perdono.

Una frase che rovescia la narrazione tipica della vittima: la collera è legittima, necessaria, vitale.

 

5.
Artemisia non era più una figlia. Era un nome, una firma, un pennello.

La conquista dell’identità attraverso il mestiere: una donna che si firma, che afferma la propria autorità nel mondo dell’arte e della memoria.

 

6.
Scrivevano la sua infamia. Lei scriveva la sua gloria, a colpi di pennello.

Mentre gli uomini la accusano e la processano, Artemisia risponde con il linguaggio della creazione.

 

7.
Non le bastava sopravvivere. Voleva essere vista.

Artemisia Gentileschi anticipa la rivendicazione del diritto alla visibilità e al riconoscimento.

 

8.
Taci, madre, che tu non conosci la rabbia delle figlie.

La rottura con una genealogia femminile che non protegge: un atto di emancipazione feroce e doloroso.

 

9.
Non ho nulla, eppure ho tutto: la mia rabbia, la mia arte, il mio nome.

L’elenco delle risorse invisibili che permettono di resistere, anche quando sembra che tutto sia stato tolto.

 

10.
Se la storia mi ha dimenticata, sarò io a riscriverla.

La riappropriazione della memoria come gesto politico e creativo: la storia non è solo di chi la scrive, ma anche di chi la reclama.

 

11.
Non cercava vendetta. Cercava giustizia, che è molto di più.

Una frase che ridefinisce il desiderio di riscatto: non vendetta, ma verità.

 

12.
Artemisia dipingeva per non morire. E per far vivere le donne che nessuno voleva vedere.

L’arte come missione collettiva: ogni tela è una voce restituita al silenzio delle donne cancellate.

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