Piero Angela è stato molto più di un divulgatore scientifico: è stato un educatore, un filosofo della modernità, un osservatore acuto dei comportamenti umani e delle trasformazioni sociali. Nei suoi libri, come “Premi e Punizioni” e “Il mio lungo viaggio”, Piero Angela intreccia scienza, psicologia e buon senso, offrendo diversa chiavi di lettura che restano attuali e illuminanti.
10 frasi illuminanti di Piero Angela sulla vita e sulla società di oggi
Noi di Libreriamo abbiamo scelto 10 frasi su cui riflettere, per ragionare sul nostro rapporto con la cultura, il progresso e le sfide quotidiane.
1.
“Il sentirsi ricco oppure povero, del resto, è legato anche ai propri comportamenti: chi vive al di sopra dei propri mezzi avrà sempre una sensazione di inadeguatezza, finirà magari per fare debiti e si troverà in difficoltà per cucire insieme un mese con l’altro.”
Piero Angela richiama un principio semplice ma spesso ignorato: la percezione di benessere, la quale non dipende solo dal reddito, ma dalle abitudini di una persona. In un’epoca in cui il consumismo fa da padrone, il rischio è vivere in costante rincorsa all’oggetto materiale, creando ansia e frustrazione.
La frase di Piero Angela non è solo un invito alla responsabilità personale e alla gestione consapevole delle proprie risorse, ma anche uno stimolo alla riflessione: siamo davvero sicuri che il “ricco” sia davvero “ricco”, se a fine mese ha sperperato tutti i suoi guadagni? Se, d’altro canto, chi ha uno stipendio minore è in grado di mantenere da parte i suoi introiti, potrà un giorno definirsi “ricco”.
2.
“La fede, inoltre, è una consolazione per lenire dolori, o risolvere problemi quotidiani.”
Piero Angela osserva la fede con rispetto, ma la analizza anche come fenomeno umano.
La religione, in questa visione, è un rifugio psicologico, un modo per dare senso a ciò che sfugge alla razionalità. Non è una critica, la sua, ma un’analisi. La fede nasce dal bisogno di conforto, dalla fragilità che accomuna ogni individuo.
3.
“I genitori tendono del resto a esibire con fierezza i talenti, i meriti, i risultati dei propri figli: sono un «ornamento» per il loro prestigio.”
In queste parole emerge una lucida riflessione sociologica. Il successo dei figli diventa spesso uno strumento di autolegittimazione per i genitori che non hanno raggiunto dei traguardi. Un meccanismo che alimenta competizione sociale e, talvolta, ansia da prestazione nei giovani.
Questa frase mette in luce il lato nascosto dell’orgoglio genitoriale: non sempre è altruismo, a volte è narcisismo.
4.
“La «volontà» nasce proprio da queste forti motivazioni che mobilitano all’azione e che (se permangono) spingono alla perseveranza.”
Qui Piero Angela delinea un principio fondamentale della psicologia motivazionale: la volontà non è un’astrazione, ma una conseguenza delle motivazioni profonde. Senza un perché forte, la costanza vacilla.
È una frase che richiama la scienza comportamentale, ma parla anche alla vita quotidiana: non basta “volerlo”, bisogna desiderarlo davvero.
5.
“La nostra macchina per pensare, alla nascita, possiede molte potenzialità culturali, ma non dei contenuti.”
Piero Angela ribadisce un concetto chiave: nasciamo con una struttura cerebrale predisposta all’apprendimento, ma senza sapere nulla. Cultura e conoscenza non sono innate, sono frutto di educazione, esperienza e stimoli.
Nel libro da cui è tratta la citazione fa anche cenno a degli esperimenti in cui si è fatto crescere un essere umano senza stimoli esterni. Perché, giustamente, per confutare questa logica c’è stato bisogno di una prova scientifica — e l’America non ha mancato di fornirla, seppur in modo brutale.
In un mondo in cui si confonde opinione e competenza, questa frase è un monito a investire nell’istruzione.
6.
“Se le nostre spiagge pubbliche sono piene di immondizia non è perché la gente è maleducata, ma perché è impunita. È il controllo ambientale che regola il comportamento. Siccome manca un controllo, chi lascia i resti del proprio pranzo sulla sabbia lo può fare indisturbato.”
Una riflessione quasi comportamentista: i comportamenti non dipendono solo dalla morale individuale, ma dal sistema di regole e conseguenze. Dove manca il controllo, prevale l’inciviltà.
Piero Angela ci ricorda che la civiltà è una costruzione sociale, non un istinto.
7.
“Devo ammettere che è facile essere tifosi della Juventus, una squadra che un anno sì e l’altro no vince il campionato. È molto più nobile essere tifosi del Torino, come lo era mio cognato Pier Carlo, una squadra che lotta coi denti per rimanere in serie A (e ogni tanto scende in serie B), che fa soffrire i suoi sostenitori, e che proprio per questo richiede tanta dedizione e tanto amore.”
Dietro l’ironia calcistica, Angela esprime un concetto universale: il valore della fedeltà nelle difficoltà. Una metafora della vita, dove le sfide e le cadute danno spessore ai legami e alla passione, molto più della vittoria facile.
8.
“A scuola, ancora oggi, si studiano le scienze, ma non la scienza.”
Una delle critiche più celebri di Angela: il nostro sistema educativo trasmette nozioni, ma non il metodo.
Sapere come funziona la scienza – il dubbio, la verifica, la sperimentazione – è più importante che imparare a memoria date e formule.
È una denuncia ancora attualissima nell’era delle fake news, una delle critiche che permetterà il suo incontro con un giovane Massimo Polidoro.
9.
“Ho l’impressione che oggi il tempo dei giovani sia molto compresso, per via di tutti gli stimoli che riempiono la giornata.”
Angela coglie uno dei problemi della generazione digitale: la saturazione di stimoli riduce il tempo per riflettere, annoiarsi, pensare. È un richiamo a recuperare spazi di silenzio, indispensabili per lo sviluppo creativo e personale.
10.
“La mia generazione ha vissuto una grande transizione. Scienza e tecnologia, direttamente o indirettamente, hanno profondamente cambiato (e continuano a cambiare) ogni cosa: il lavoro, le comunicazioni, la medicina, i trasporti, ma anche l’informazione, i comportamenti, la morale, i rapporti tra generazioni…”
Una citazione che viene dalla prefazione de “ Il mio lungo viaggio” in cui Piero Angela si apre con sguardo antropologico verso i giovani.
Cambia il modo di vivere, di pensare, di relazionarsi. Comprenderne l’impatto è la sfida del presente, ma non la rifiuta. Sa che il cambiamento è parte del tempo, dell’evoluzione, e perciò lo accetta, anche se con un po’ di rimpianto verso il passato.
Piero Angela, un pensatore che non smetterà mai di parlare
Dalle riflessioni sulla volontà alla critica del sistema educativo, Piero Angela ci consegna un messaggio chiaro: il sapere non è solo conoscenza, è responsabilità. E in un mondo che corre, fermarsi a pensare – come ci invita a fare con queste frasi – è forse il primo atto di civiltà.