10 frasi di Philippe Daverio che ci insegnano a guardare l’arte con curiosità

16 Ottobre 2025

10 frasi indimenticabili di Philippe Daverio che ci insegnano a guardare l’arte e il mondo con spirito critico, curiosità e meraviglia. Il pensiero colto e anticonvenzionale di uno dei divulgatori più amati.

10 frasi di Philippe Daverio che ci insegnano a guardare l'arte con curiosità

C’era una volta un critico d’arte che parlava con l’entusiasmo di un bambino e la competenza di un’enciclopedia vivente. Il suo nome era Philippe Daverio, e per molti italiani è stato il volto dell’arte in televisione: occhiali rotondi, papillon colorati, tono giocoso ma mai superficiale.

Una figura che ha saputo raccontare musei, capolavori e visioni con quella grazia rara di chi non insegna dall’alto, ma accompagna per mano. Daverio ha fatto della divulgazione un’arte in sé, unendo il rigore dello storico alla leggerezza del narratore. Ha criticato, spiegato, provocato. E soprattutto: ha coltivato il dubbio e la meraviglia, due qualità essenziali per chi vuole capire davvero l’arte (e forse anche la vita). Le sue frasi sono piccole mappe per orientarsi nel caos culturale contemporaneo.

10 frasi di Philippe Daverio che ci insegnano ad orientarci nel caos con l’arte

Philippe Daverio ha portato l’arte fuori dai musei e dentro le case. Con le sue parole ironiche, taglienti, poetiche, ha saputo spiegare senza semplificare, elevando il discorso culturale senza farlo pesare. Le sue frasi, come i suoi papillon, restano inconfondibili. Sono tracce di pensiero libero, in un mondo che tende a dimenticare quanto sia rivoluzionaria la bellezza. E quanto conti, oggi più che mai, guardare meglio, guardare oltre.

Le frasi

1.
“È l’essere umano, nella sua essenza ontologica, a essere irrimediabilmente complicato e proprio per questo motivo così curiosamente creativo e degno di nota.”
interviste e saggi televisivi

L’uomo, con tutte le sue contraddizioni, è ciò che rende l’arte possibile. Daverio parte dalla filosofia per ricordarci che la complessità è una ricchezza, non un limite.

2.
“Il fulcro della crisi attuale del pensiero critico sta nella confusione semantica.”
Guardar lontano, vedere vicino

Daverio lancia un allarme: se non sappiamo più cosa significano le parole che usiamo per descrivere l’arte, perdiamo anche gli strumenti per capirla. Ridare senso ai vocaboli è un atto politico.

3.
“La televisione è formidabile perché consente di carpire l’attenzione del pubblico per trascinarlo in un viaggio di scoperta.”
interviste RAI

Un’affermazione che spiega la sua missione televisiva: la cultura può passare anche dal piccolo schermo, se guidata con passione.

4.
“Platone è ben più vivo d’una capogruppo parlamentare che ci tocca vedere ogni sera nel telegiornale.”
conferenze pubbliche

Il passato, se compreso davvero, ha una potenza d’attualità maggiore del presente. Daverio ci invita a non dimenticare i classici.

5.
“Se il mondo nostro non avesse subito la conversione politica di Costantino al cattolicesimo… non saremmo stati costretti a vedere ovunque le brutture del Gotico.”
Il museo immaginato

Una frase provocatoria, ma profondamente coerente con il suo gusto estetico. Daverio non aveva paura di dire ciò che pensava, nemmeno se andava contro l’opinione comune.

6.
“La curiosità sarà anche un difetto e l’ozio un vizio, ma i due elementi combinati insieme sono un utile strumento di sopravvivenza. Per guardare le opere d’arte.”
Interviste su La7

Un inno alla lentezza e alla contemplazione: guardare un quadro non è produttivo, ma può salvarcidal rumore del mondo.

7.
“L’intera opera sembra pompeiana.”
Il gioco della pittura

Daverio amava i paragoni folgoranti. Qui ci fa capire che la bellezza può rivelarsi attraverso somiglianze inaspettate, creando continuità fra epoche lontane.

8.
“Gli italiani non sono mai stati grandi come nel periodo che va dal 1270 al 1310.”
Conferenze pubbliche

Una dichiarazione d’amore per l’Italia medievale, tra Giotto e Dante. Per Daverio, il genio italiano ha vissuto lì il suo picco assoluto.

9.
“Giotto è la scoperta del vero.”
Il museo immaginato

Per Daverio, l’arte è anche un atto conoscitivo. Giotto non solo dipingeva, ma svelava un modo nuovo di stare nel mondo: tridimensionale, concreto, umano.

10.
“Il denaro accumulato generava nuovo lavoro, con il sudore della fronte invece che con il rumore delle armi.”
L’arte di guardare l’arte

Una riflessione sul passaggio da guerre a mercati: l’arte, la ricchezza, la civiltà, tutte possono essere generate senza violenza, se fondate sul lavoro e sul pensiero.

 

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