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Robert Capa, il re del fotogiornalismo sbarca a Genova

Dopo il successo di Roma e Firenze arriva a Palazzo Ducale di Genova la mostra dedicata al grande fotoreporter di guerra Robert Capa, un racconto per immagini dell'Italia...

Dopo Roma e Firenze, il Maestro del fotogiornalismo, arriva a Palazzo Ducale di Genova con una grande retrospettiva dedicata agli scatti italiani del biennio 1943 – 1944. Dopo 100 anni dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, le fotografie di Capa ci riportano indietro nel tempo, sollevando frammenti di memoria sopita

MILANO – Dopo il successo di Roma e Firenze arriva a Palazzo Ducale di Genova la mostra dedicata al grande fotoreporter di guerra Robert Capa, un racconto per immagini dell’Italia del dopoguerra dal titolo: ‘Robert Capa in Italia. 1943-1944’. 

LA MOSTRA – La mostra raccoglie 78 immagini in bianco e nero risalenti al soggiorno italiano di Robert Capa nel biennio 1943-44. La retrospettiva genovese nasce in collaborazione con il Museo Nazionale Ungherese di Budapest (in occasione dell’Anno Culturale Ungheria Italia 2013-2014 che coincide tra l’altro con il centenario della nascita del grande fotografo), con la Fratelli Alinari e la Fondazione per la Storia della Fotografia. L’esposizione è curata da Beatrix Lengyel.

A settant’anni di distanza, la mostra racconta lo sbarco degli Alleati in Italia con una selezione di fotografie provenienti dalla serie Robert Capa Master Selection III conservata a Budapest e acquisita dal Museo Nazionale Ungherese tra la fine del 2008 e l’inizio del 2009. 78 scatti per mostrare una guerra fatta di gente comune, di piccoli paesi uguali in tutto il mondo ridotti in macerie, di soldati e civili, vittime di una stessa strage. L’obiettivo di Robert Capa tratta tutti con la stessa solidarietà, fermando la paura, l’attesa, l’attimo prima dello sparo, il riposo, la speranza.

John Steinbeck in occasione della pubblicazione commemorativa di alcune fotografie di Robert Capa dice: «Capa sapeva cosa cercare e cosa farne dopo averlo trovato. Sapeva, ad esempio, che non si può ritrarre la guerra, perché è soprattutto un’emozione. Ma lui è riuscito a fotografare quell’emozione conoscendola da vicino».

I LUOGHI – Capa racconta la resa di Palermo, la posta centrale di Napoli distrutta da una bomba ad orologeria o il funerale delle giovanissime vittime delle famose Quattro Giornate di Napoli. E ancora, vicino a Montecassino, la gente che fugge dalle montagne dove impazzano i combattimenti e i soldati alleati accolti a Monreale dalla gente o in perlustrazione nei campi densi di fumo. Nel luglio del 1943 Capa raggiunse infatti la Sicilia; il reportage sullo sbarco Anglo-Americano (la cosiddetta Operazione Husky) iniziò con un volo in paracadute, in perfetto stile bellico.

BIOGRAFIA – Considerato da alcuni il padre del fotogiornalismo, da altri colui che al fotogiornalismo ha dato una nuova veste e una nuova direzione, Robert Capa (Budapest, 1913 – Th´i Binh, Vietnam, 1954) visse la maggior parte della sua vita sui campi di battaglia, per documentare la realtà e spesso il dolore: «se le tue fotografie non sono all’altezza, non eri abbastanza vicino», ha confessato più volte. In oltre vent’anni di attività ha seguito i cinque maggiori conflitti mondiali: la guerra civile spagnola, la guerra sino-giapponese, la seconda guerra mondiale, la guerra arabo-israeliana del 1948 e la prima guerra d’Indocina. Nel 1947 è tra i fondatori della Magnum Photos. Esiliato dall’Ungheria nel 1931, Robert Capa inizia la sua attività di fotoreporter a Berlino e diventa famoso per le sue fotografie scattate durante la guerra civile spagnola tra il 1936 il 1939. Quando arriva in Italia come corrispondente di guerra, ritrae la vita dei soldati e dei civili, dallo sbarco in Sicilia fino ad Anzio: un viaggio fotografico, con scatti che vanno dal luglio 1943 al febbraio 1944 per rivelare, con un’umanità priva di retorica, le tante facce della guerra spingendosi fin dentro il cuore del conflitto.

3 giugno 2014

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