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Novara, in mostra da oggi le emozionanti fotografie di Piergiorgio Branzi

Da oggi il Castello Visconteo Sforzesco di Novara ospita una mostra che documenta oltre cinquant'anni di fotografie di Piergiorgio Branzi, uno dei più importanti fotografi contemporanei

Dal 23 giugno al 6 settembre 2020, il Castello Visconteo Sforzesco di Novara ospita una mostra che documenta oltre cinquant’anni di fotografie di Piergiorgio Branzi, uno dei più importanti fotografi contemporanei. La rassegna, dal titolo “Il giro dell’occhio“, curata da Alessandra Mauro, presenta 60 immagini tra le più iconiche realizzate dal fotografo toscano in mezzo secolo di sguardi sul mondo.

Un viaggio attraverso l’Italia

Il percorso espositivo, ordinato per cicli tematici cronologici, delinea una mappa geografica che dalla sua Toscana si sposta verso l’Italia del sud e il Mediterraneo, per poi salire a Parigi e a Mosca. Si parte idealmente dai chiaroscuri toscani, come omaggio alla sua regione d’origine, con fotografie scattate negli anni cinquanta. Tutte rigorosamente in bianco e nero per rispettare il cromatismo della terra. Il viaggio di Piergiorgio Branzi si allarga poi a tutta l’Italia, in particolare al Meridione, che trova come un paese arcaico e doloroso. Sono immagini che lo stesso Branzi definiva di “realismo-formale” a valenza sociale, che gettavano uno sguardo di attenzione, ma ancor più di compassione.

Le fotografie da Mosca e Parigi

La mostra prosegue proponendo gli scatti realizzati tra il 1962 e il 1966 a Mosca, l’allora capitale sovietica dove Branzi lavorò come inviato della RAI. Quello che ne risulta è l’incontro con la quotidianità di una società, allora misteriosa e certamente poco conosciuta. E poi Parigi che Branzi visse da vero flaneur, girovagando senza meta per le sue piazze, i suoi boulevard e i suoi bistrot, lasciandosi stupire dagli sguardi e sorprendere dagli incontri fortuiti.

Piergiorgio Branzi

Piergiorgio Branzi nasce a Signa, Firenze, nel 1928. Nel maggio del 1953, Branzi espone per la prima volta nell’ambito della “Mostra della Fotografia Italiana”. A partire dall’autunno di quello stesso anno si dedica sempre di più alla fotografia. Intraprende lunghi viaggi in motocicletta e in auto attraverso l’Italia e la Spagna, raccontando in immagini la vita quotidiana dei paesi che attraversa. Dopo una collaborazione con Il Mondo di Mario Pannunzio, nel 1960 viene assunto alla Rai e intraprende la carriera di giornalista. Come inviato della Rai, e su incarico di Enzo Biagi, si trasferisce a Mosca per circa cinque anni e diventa il primo corrispondente occidentale nella Russia di oltrecortina. Dal 1966 al 1969 sarà, invece, corrispondente da Parigi. Nel 1969 torna in Italia, a Roma, per assumere l’incarico di commentatore del telegiornale.

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