MILANO – Spesso ci succede di leggere il giornale o scorrere le news sul cellulare e di avere l’impressione che le notizie riguardino sempre e solo determinate aree del mondo, mentre di altre le informazioni sono sempre scarne, se non assenti. È il caso della crisi umanitaria dello Yemen, la più grande crisi umanitaria del mondo. Di recente, lo scorso 15 aprile, il fotoreporter italiano Lorenzo Tugnoli ha vinto il Premio Pulitzer dedicato alla fotografia proprio per il suo reportage sullo Yemen. In un’intervista a RaiNews ha spiegato il suo scopo e l’importanza di fare giornalismo anche in questi luoghi.
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Lorenzo Tugnoli e la crisi umanitaria in Yemen
Lorenzo Tugnoli ammette che coprire questa zona giornalisticamente parlando non è facile, anzi, ma comunque bisogna sforzarsi per fare in modo che tutto il mondo sia a conoscenza di questa grande crisi umanitaria che sta colpendo da ormai quattro anni la zona dello Yemen. Si tratta infatti della più grande crisi umanitaria al mondo: basti pensare che 8 yemeniti su 10 sono colpiti dalla povertà. Il fotogiornalista italiano, originario di Lugo, Romagna, è impegnato nel Medio Oriente da tempo e ha condotto viaggi per tutto lo Yemen per più di due mesi, cercando cogliere lo sguardo delle vittime civili circa la situazione e lo scontro. Spera che il Premio Pulitzer conferitogli possa servire per sensibilizzare la gente circa un disastro del genere, che non è nemmeno tanto lontano da noi.
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Lo sguardo dei civili
È iniziato nel 2015 il conflitto che ha condannato lo Yemen alla povertà assoluta e alla sofferenza: si tratta di una guerra tra fazioni che dichiarano di costituire il legittimo governo dello Yemen. È implicato anche l’ISIS, che ha effettuato attacchi e Al-Qa’ida controlla alcuni territori nel sud dello Stato. Lo Yemen già era uno dei paesi più poveri del mondo, ma con il conflitto la sua situazione è ulteriormente peggiorata, costringendo la popolazione a vivere nella miseria e ad emigrare per poter sopravvivere.
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Lorenzo Tugnoli cerca, con le sue fotografie, di immortalare lo sguardo dei civili, delle vittime in particolare, a proposito delle condizioni di vita, della guerra e della vita: il suo lavoro è focalizzato sulla crisi umanitaria e quindi nelle sue fotografie si vedono spesso ospedali in condizioni pietose e campi profughi. Le prime vittime della crisi sono i bambini: molto spesso la situazione è talmente disastrosa che bisogna scegliere quali figli nutrire e quali no, data la scarsità di risorse. E di questo, però, non si parla mai.