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La fotografia di Vivian Maier arriva al Castello di Pavia

Le Scuderie del Castello Visconteo di Pavia ospiteranno la rassegna dedicata alla grande fotografa Vivian Maier, una delle massime esponenti dello street photography...

MILANO –ย Dal 9 febbraio al 5 maggio, le Scuderie del Castello Visconteo di Pavia ospiteranno la rassegna dedicata alla grande fotografa Vivian Maier, una delle massime esponenti dello street photography da poco riscoperta. Questa grande mostra racconta con piรน di 100 fotografie in bianco e nero gli aspetti piรน intimi e personali della vita dellโ€™artista e uno spaccato della societร  americana della metร  del ‘900.

La riscoperta di Vivian Maier

Dal 9 febbraio al 5 maggio, le Scuderie del Castello Visconteo di Pavia ospiteranno la rassegna dedicata alla grande fotografa Vivian Maier, una delle massime esponenti dello street photography da poco riscoperta. Questa grande mostra, curata da Anne Morin e Piero Francesco Pozzi, racconta con pellicole super 8mm e con piรน di 100 fotografie in bianco e nero gli aspetti piรน intimi e personali della vita dellโ€™artista; si capiranno anche molti aspetti della sua personalitร , originale e unica, che delineano quello strano rapporto che la Maier aveva con la fotografia, in quanto tenne sempre nascosti i suoi scatti, come se volesse conservarli solo per sรฉ.

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Vivian Maier, Untitled, Chicago, IL, August 1976 30x40cm (11×14 inch.) Framed: 40,5×50 cm ยฉEstate of Vivian Maier, Courtesy of Maloof Collection and Howard Greenberg Gallery, NY

L’ossessione della fotografia

Nata a New York da madre francese e padre austriaco, la Maier trascorre gran parte della usa giovinezza in Francia dove, con la sua Kodak, inizia a scattare le sue prime fotografie. Negli anni โ€™50 torna poi a vivere negli Stati Uniti dove lavora come bambinaia per diverse famiglie. Questa professione la manterrร  per tutta la sua vita e la sua precaria condizione di instabilitร  economica e abitativa condizionerร  fortemente la sua produzione fotografica, incentrata oltre che sugli autoritratti, sui ritratti delle strade di New York e di Chicago, dove si impegna ad immortalarne la vita che le popolano, dai bambini, ai suoi abitanti, agli oggetti abbandonati, ai graffiti, ai giornali e in generale a qualsiasi cosa catturi la sua attenzione. Pur lavorando nei quartieri borghesi, dai suoi scatti emerge un certo fascino verso ciรฒ che รจ lasciato da parte, essere umano o no, e unโ€™affinitร  emotiva nei confronti di chi lotta per rimanere a galla; il suo lavoro mostra quindi il bisogno di salvare la โ€œrealtร โ€ delle cose trovate nei bidoni della spazzatura o buttate sul marciapiede. Cosรฌ facendo la Maier ha restituito non solo un grande patrimonio fotografico, ma uno spaccato originale della vita americana della seconda metร  del XX secolo.

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Vivian Maier, Self-portrait, 1953 40×50 cm (16×20 inch.) Framed: 53,2×63,4 cm ยฉEstate of Vivian Maier, Courtesy of Maloof Collection and Howard Greenberg Gallery, NY

Uno spaccato di societร 

Tra la fine degli anni Novanta e i primi anni del nuovo millennio, cercando di sopravvivere senza fissa dimora e in gravi difficoltร  economiche, Vivian vede i suoi negativi andare all’asta a causa di un mancato pagamento alla compagnia dove li aveva immagazzinati. Parte del materiale viene acquistato nel 2007 da John Maloof, un agente immobiliare, che, affascinato da questa misteriosa fotografa, inizia a cercare i suoi lavori dando vita a un archivio di oltre 120.000 negativi. Un vero e proprio tesoro che ha permesso al grande pubblico di scoprire in seguito la sua affascinante vicenda. Il lavoro della Maier, quindi, non รจ solo una testimonianza della storia fotografia e di una fotografa, ma รจ un esempio di come tramite lโ€™arte (in questo caso la fotografia) si possa giungere ad un racconto non finalizzato a sรฉ stesso, ma che restituisce uno spaccato della nostra societร  contemporanea.

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Vivian Maier, New York, 1953 40×50 cm (16×20 inch.) Framed: 53,2×63,4 cm ยฉEstate of Vivian Maier, Courtesy of Maloof Collection and Howard Greenberg Gallery, NY
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