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Israëlis Bidermanas, il grande maestro della fotografia del XX secolo

Israëlis Bidermanas, detto Izis, è considerato uno dei più grandi fotografi del XX secolo. Facente parte della cosiddetta ''fotografia umanistica'', corrente sviluppatasi nel Secondo Dopoguerra, sviluppò una visione dello scatto che rende l'immagine un insieme di perfezione formale, contenuto, tempo, azione ed emozione...

Facente parte della corrente della “fotografia umanistica”, Izis ha fatto suoi i più diversi soggetti, tutti immortalati in scatti perfetti dal punto di vista dello stile e della tecnica

MILANO – Israëlis Bidermanas, detto Izis, è considerato uno dei più grandi fotografi del XX secolo. Facente parte, insieme ai colleghi Brassaï, Robert Doisneau, Willy Ronis e Cartier-Bresson della cosiddetta “fotografia umanistica”, corrente sviluppatasi nel Secondo Dopoguerra, Izis sviluppò una visione dello scatto che, partendo da un dato realistico, rielaborato attraverso la propria personale esperienza, rende l’immagine un insieme di perfezione formale, contenuto, tempo, azione ed emozione.

LA VITA E GLI ESORDI COME FOTOGRAFO – Izis nacque a Marijampole, in Lituania, il 17 gennaio 1911. Attratto in giovane età dalla pittura, a soli 19 anni decise di trasferirsi a Parigi, l’allora capitale universale delle arti. Senza conoscere la lingua ed in difficoltà economiche, Izis trascorse un periodo piuttosto difficile, dopo il quale venne assunto in un laboratorio fotografico. Nel 1933 riuscì ad aprire un proprio studio fotografico. Nel 1934 sposò Nina Rabkina, dalla quale ebbe un figlio, Manuel. Nel 1941 l’occupazione tedesca costrinse Bidermanas a rifugiarsi ad Ambazac, comune nel cuore della Francia a poca distanza da Limoges. Fu in questo periodo che adottò lo pseudonimo di Izis. Nonostante la fuga, venne catturato e torturato. Liberato dalla resistenza nel 1944, decise di entrare a farne parte. Subito dopo la liberazione, Izis divenne fotografo. Durante la resistenza realizzò una straordinaria serie di ritratti partigiani, come per esempio quelli al Colonnello Georges Guingouin. Questi scatti lo misero letteralmente al centro dell’attenzione, in quanto si distinguevano per stile e tecnica. Ad occuparsi per la prima volta delle sue fotografie fu il poeta e compagno nella resistenza Robert Giraud. Izis realizzò in particolar modo una fortunata serie di fotografie dei membri del Maquis che gli valse una grande fama.


LA FINE DELLA SECONDA GUERRA MONDIALE
– Al termine del secondo conflitto mondiale tornò subito a Parigi, dove strinse amicizia con numerose personalità di spicco dell’epoca, tra cui Jacques Prevert, Aragon, Vercors e Marc Chagall. Le sue conoscenze e il suo talento cominciarono ad essere noti, tanto che fu proprio in questo periodo che incominciò ad essere visto ed identificato come personaggio di un certo calibro. Nel 1926 si sposò in seconde nozze con Luisa Trailin, dalla quale ebbe una figlia, Liza. Dal 1949 Izis cominciò a collaborare regolarmente con la rivista Paris-Match. Attraverso questo incarico ebbe modo di fotografare molti volti noti dell’epoca, trai quali Grace Kelly, Jean Cocteau, Colette, Colette, Gina Lollobrigida, Édith Piaf e Orson Welles. Realizzò inoltre importanti reportage fotografici in Algeria, Israele, Portogallo ed Inghilterra.

LE PUBBLICAZIONI – Nel 1951 pubblicò, con i testi dell’amico Prévert, quello che da molti viene considerato il suo capolavoro: “Paris des Rêves”. Nello stesso anno le sue fotografie vennero esposte in una mostra al Moma di New York. Nel 1965 uscì il circo di Izis, opera fotografica per la quale si avvalse della collaborazione di Chagall e, ancora una volta, di Prevert. Gli scatti ritraevano i personaggi che caratterizzano tutto il mondo circense: dallo sputafuoco ci pagliacci, dagli animali al pubblico che, divertito, assiste allo spettacolo. Nel 1968 dedicò gli scatti di un intero volume all’amico Chagall. La sua attività proseguì incessante tra grandi mostre ed opere stampate. Izis morì il 16 maggio 1980 a Parigi.

LA POETICA DELL’ARTISTA – La fotografia di Israëlis Bidermanas ricercava sempre ed assiduamente una perfezione formale, non solo nelle tonalità e nei rapporti geometrici, ma anche nella simbiosi tra contenuto, tempo ed azione. Nonostante le sue foto appaiano molto semplici, risultano fortemente cariche di realismo poetico. Con uno scatto forse meno romantico di Doisneau, ma immerso da una malinconia mista a dolcezza, Izis riflette nei suoi soggetti la dura esperienza della guerra. Nelle immagini dei quartieri popolari, dove la strada è teatro della vita, ogni dettaglio diventa motivo per raccontare la realtà umana. Bidermanas usa a suo piacimento le forme e la luce per plasmare dei mondi che prediligono atmosfere notturne e misteriose per rivelarci l’atmosfera di libertà ritrovata e ritorno alla vita.

15 luglio 2013

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