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Da Robert Capa a Ghirri, i 200 scatti che hanno segnato la storia della fotografia

Dal 20 febbraio, al Centro Italiano per la Fotografia di Torino, saranno esposti duecento capolavori dei maestri assoluti della fotografia mondiale

Con Memoria e passione. Da Capa a Ghirri. Capolavori dalla Collezione Bertero, dal 20 febbraio al 10 maggio 2020, CAMERA โ€“ Centro Italiano per la Fotografia si anima attraverso le storie e i racconti celati nelle immagini piรน significative della Collezione Bertero, raccolta unica in Italia per originalitร  dellโ€™impostazione e qualitร  delle fotografie presenti.

Robert Capa, la foto simbolo della sofferenza della guerra

Robert Capa, la foto simbolo della sofferenza della guerra

Ancora oggi Robert Capa rimane il fotografo di guerra piรน famoso al mondo: i suoi scatti sono diventati icone, capaci di comunicare il dolore universale

Raccoglie oltre 200 capolavori della fotografia mondiale

Tra le oltre duemila immagini che compongono la collezione, i curatori ne hanno scelte piรน di duecento, realizzate da circa cinquanta autori provenienti da tutto il mondo: tra i tanti, spiccano i nomi di Bruno Barbey, Gabriele Basilico, Gianni Berengo Gardin, Robert Capa, Lisetta Carmi, Henri Cartier-Bresson, Mario Cattaneo, Carla Cerati, Mario Cresci, Mario De Biasi, Mario Dondero, Alfred Eisenstaedt, Luigi Ghirri, Mario Giacomelli, Jan Groover, Mimmo Jodice, William Klein, Herbert List, Duane Michals, Ugo Mulas, Ruth Orkin, Federico Patellani, Ferdinando Scianna, Franco Vimercati e Michele Zaza.
Curata da Walter Guadagnini, direttore di CAMERA, con la collaborazione di Barbara Bergaglio e Monica Poggi, la mostra racconta il nostro passato e le radici del nostro presente, oltre allโ€™evoluzione della fotografia italiana e internazionale di un intero trentennio.

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Racconta la storia dell’Italia appena liberata dal fascismo

Nelle sale di CAMERA, la Storia diventa lo sfondo su cui si sviluppano innumerevoli storie, che ci parlano di un Paese e di tanti paesi. I protagonisti sono contadini, preti, famiglie, nobildonne, militari, bambini e soprattutto i fotografi che, con gli accenti e le lingue piรน disparate, hanno impresso su pellicola il ricordo di queste vicende. I maestri della fotografia italiana e mondiale hanno realizzato un racconto che nasce nell’Italia appena liberata dal fascismo, dove, nonostante le macerie e la povertร , si avverte intensamente la voglia di scendere in strada, di ballare e di utilizzare gli angoli remoti della natura per fare lโ€™amore invece che per nascondersi dal nemico.

Robert Capa e Gerda Taro, l'amore al tempo della guerra

Robert Capa e Gerda Taro, l’amore al tempo della guerra

Robert Capa con la sua compagna e fotografa Gerda Taro fotografรฒ i conflitti bellici. Un amore e due vite dedicate alla fotografia di guerra

Le opere piรน celebri in mostra

Fra le numerose opere in mostra ci sono alcuni degli scatti piรน riconoscibili di questo periodo, capolavori che hanno fatto la storia della fotografia internazionale come ยซLa strada per Palermoยป, realizzata da Robert Capa nel 1943, ยซAmerican girl in Italy, Firenzeยป di Ruth Orkin del 1951, e il reportage dedicato allโ€™Italia da Henri Cartier-Bresson nel 1952. Tante sono le opere che hanno segnato in maniera decisiva lโ€™evoluzione della fotografia italiana, autentiche pietre miliari ormai conosciute in tutto il mondo come ยซGli italiani si voltanoยป (1954) di Mario De Biasi, dove un gruppo di uomini ammira la bellezza di Moira Orfei che passeggia per le strade di Milano; i due amanti appartati fra le dune di un lido veneziano, scovati da Gianni Berengo Gardin nel 1958; ยซPalermo, via S. Agostinoยป (1960) di Enzo Sellerio, che ritrae una coppia di bambini trasportare due sedie sopra la testa; gli iconici seminaristi che giocano nella neve, ritratti da Mario Giacomelli nel 1961; la serie ยซMondo Cocktailยป, realizzata da Carla Cerati allโ€™inizio degli anni Settanta durante le inaugurazioni di gallerie dโ€™arte e negozi della Milano bene.

Dalla fotografia documentaria a quella concettuale

Nonostante il nucleo piรน numeroso della collezione sia costituito da fotografi del periodo neorealista, la scelta di Bertero รจ stata di ampie vedute. La raccolta, infatti, comprende racconti di decenni successivi che hanno contribuito alla nascita di un nuovo modo di intendere lโ€™immagine, distaccandosi progressivamente da una vocazione documentaria per diventare via via sempre piรน concettuali. In mostra quindi anche le celebri ยซVerificheยป (1969-72) di Ugo Mulas, attraverso cui il fotografo ha indagato e scardinato alcuni dogmi del linguaggio fotografico; il fondamentale viaggio che Luigi Ghirri compie nel 1973 attraverso gli stati, i deserti, gli oceani e le galassie sfogliando le pagine di un atlante; i ยซRitratti di fabbricheยป (1978-80) di Gabriele Basilico, dove le mutazioni del panorama industriale milanese diventano pretesto attraverso cui capire la complessitร  della nostra epoca; la cultura millenaria mediterranea riletta, a cavallo fra gli anni Ottanta e Novanta, attraverso la forza espressiva delle immagini di Mimmo Jodice, solo per citare alcune ricerche particolarmente iconiche di questa preziosa collezione.

Racconta la storia del collezionista Bertero

Questa mostra, tuttavia, รจ anche la storia di un collezionista, Guido Bertero, che, a partire dalla fine degli anni Novanta ad oggi, ha raccolto circa duemila stampe. Una collezione nata quasi per caso a Torino, cittร  nella quale Bertero vive da sempre, nel 1998 durante una visita ad Artissima, dove lโ€™allora collezionista di arte antica e contemporanea si imbatte in due fotografie dellโ€™artista americana Jan Groover, che decide di acquistare per le figlie. Nel giro di qualche mese le occasioni di contatto con questo linguaggio si moltiplicano, ma รจ da una proposta di finanziamento ad unโ€™edizione di โ€œPhoto Espanaโ€ dedicata al Neorealismo italiano che si concretizza lโ€™idea di costruire una vera e propria collezione. Un periodo di continui viaggi lungo tutta la penisola per conoscere e acquistare le opere di decine di fotografi che da lรฌ a poco verranno esposti nella prima grande mostra a Cagliari, poi in Spagna, a Monaco e Winterthur. Unโ€™esperienza ricordata con entusiasmo nonostante le numerose difficoltร , dovute soprattutto alla volontร  e alla lungimiranza di reperire stampe vintage in un periodo in cui ancora la consapevolezza sul valore artistico dellโ€™immagine fotografica era debole. Grazie anche a questa determinazione la collezione รจ oggi un punto di riferimento imprescindibile per lo studio della fotografia italiana del dopoguerra, tanto che dallo scorso anno, a seguito di unโ€™importante donazione fatta da Bertero al Metropolitan Museum of Art di New York, una ricca selezione del suo patrimonio sta attraversando gli Stati Uniti in una mostra itinerante sul Neorealismo che ha giร  coinvolto New York, San Francisco e Reno.

 

 

 

 

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