La mostra “Brassaï. L’occhio di Parigi”, in programma dal 16 novembre 2024 al 21 aprile 2025 presso il Museo Civico di Bassano del Grappa, rappresenta uno degli eventi culturali più attesi della stagione. Questo tributo al celebre fotografo ungherese naturalizzato francese è curato da Philippe Ribeyrolles e Barbara Guidi ed è realizzato in collaborazione con Silvana Editoriale e l’Estate Brassaï Succession. L’esposizione, che comprende quasi 200 stampe d’epoca, sculture, documenti e oggetti personali, offre una visione inedita e approfondita sull’opera di uno dei maestri indiscussi della fotografia del XX secolo.
Brassaï, nato come Gyula Halasz a Brasso, in Ungheria, e trasferitosi a Parigi nel 1924, ha saputo catturare l’anima della capitale francese, trasformandola in un’icona della modernità. Le sue immagini, ancora oggi, rappresentano il volto poetico e misterioso della “Ville Lumière” e costituiscono un patrimonio visivo fondamentale per comprendere l’atmosfera culturale e sociale della Parigi tra le due guerre mondiali.
Con questa esposizione, il Museo Civico di Bassano del Grappa si conferma un punto di riferimento per la grande fotografia internazionale, offrendo al pubblico non solo una mostra, ma un viaggio emozionante attraverso il tempo e lo spazio, alla scoperta di una Parigi che non smette mai di affascinare.
Brassai. L’occhio di Parigi
La mostra si distingue per l’esposizione di quasi 200 stampe d’epoca, accompagnate da sculture, documenti e oggetti personali dell’artista. Questo approccio offre un’immersione completa nel mondo di Gyula Halasz, noto come Brassaï, che scelse il suo pseudonimo in onore della città natale di Brasso. L’esposizione ripercorre l’evoluzione artistica del fotografo, concentrandosi sulle sue celebri rappresentazioni della Parigi del Novecento, un ritratto vivido della “Ville Lumière”.
Brassaï, trasferitosi a Parigi nel 1929, ha fatto della città il suo soggetto prediletto, immortalando il paesaggio urbano, la vita notturna e i protagonisti della società parigina. La sua abilità tecnica e la sensibilità artistica lo hanno reso un pioniere della fotografia notturna, capace di catturare la “sostanza stessa dell’oscurità”, come disse Diane Arbus. Dai quartieri operai alle icone architettoniche, dai graffiti alla moda, Brassaï ha raccontato ogni angolo della capitale francese con una prospettiva unica e poetica.
La mostra evidenzia non solo l’aspetto documentaristico delle opere di Brassaï ma anche il suo rapporto con il mondo artistico e intellettuale dell’epoca. La sua vicinanza al movimento surrealista e l’amicizia con personalità come Picasso, Prévert e Dalí gli permisero di accedere a un panorama culturale straordinario. Le sue immagini di scrittori, artisti, lavoratori e persone comuni compongono un mosaico umano che restituisce il clima sociale e artistico della Parigi tra le due guerre mondiali.
L’esposizione si articola in dieci sezioni tematiche, pensate per guidare il visitatore attraverso le sofisticate atmosfere della Parigi del Novecento. Oltre alle famose serie fotografiche come “Parigi di notte” e “Graffiti”, saranno presentate opere inedite e oggetti appartenuti all’artista, tra cui un arazzo e sculture. Il percorso si propone non solo come un’esplorazione visiva, ma anche come un viaggio nel tempo, capace di trasportare i visitatori nella realtà quotidiana e straordinaria della capitale francese.
Un’offerta culturale e didattica completa
La mostra sarà accompagnata da una pubblicazione bilingue a cura di Philippe Ribeyrolles, nipote di Brassaï, e da una serie di attività didattiche per tutte le fasce d’età. Tra gli eventi più attesi figura un workshop organizzato in collaborazione con il Liceo Artistico “Michele Fanoli” di Cittadella, durante il quale i partecipanti potranno cimentarsi nella stampa fotografica in camera oscura. Questi appuntamenti offriranno un’esperienza interattiva per approfondire l’arte della fotografia.
L’artista
Gyula Halasz, conosciuto come Brassaï, soprannominato “l’occhio di Parigi” dallo scrittore Henry Miller, è una figura centrale nella storia della fotografia del XX secolo. Nato a Brasov, in Transilvania, da un docente ungherese e una madre armena, trascorse l’infanzia tra Parigi e Budapest. Dopo aver studiato pittura e scultura e prestato servizio nell’esercito austroungarico durante la Prima Guerra Mondiale, si trasferì a Berlino, dove lavorò come giornalista e riprese gli studi artistici.
Nel 1924, si stabilì definitivamente a Parigi, a Montparnasse, dove trovò lavoro come fotogiornalista per la rivista surrealista Minotaure. Divenne rapidamente noto per i ritratti di artisti come Dalí, Picasso e Breton. Il suo primo libro, “Paris de nuit”(1933), fu un successo immediato, celebrato dal movimento surrealista, anche se Brassaï preferì mantenere un approccio personale e oggettivo al mondo esterno.
Con una tecnica innovativa, Brassaï esplorò la Parigi notturna con lunghe esposizioni, illuminando i suoi soggetti con luce riflessa o flash al magnesio. Le sue fotografie, caratterizzate da profondi contrasti tra ombra e luce, trasfigurano la città in una dimensione misteriosa e senza tempo. Spesso ritrasse clochard, lavoratori notturni e scenari urbani deserti, trasformando anche i dettagli più ordinari in immagini poetiche.
Oltre alla fotografia, Brassaï si cimentò in altre arti, scrivendo libri, tra cui il romanzo Histoire de Marie” (1948), e producendo il film “Tant qu’il y aura des bêtes”, che vinse un premio speciale al Festival di Cannes nel 1956. Conclusa la sua carriera, Brassaï morì nel 1984, lasciando un’eredità indelebile come uno degli osservatori più acuti e poetici della vita urbana del Novecento.