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A Venezia l’originale mostra fotografica sui “Tarocchi” di Pino Settanni

Ispirati a Italo Calvino e a Caravaggio, i "Tarocchi" nascono dal romanzo “Il Castello dei destini incrociati” e diventano un omaggio dell’arte del maestro seicentesco

Alle Stanze della Fotografia a Venezia è possibile visitare una mostra fotografica molto particolare, fino al 26 novembre. Si tratta di una esposizione dedicata a Pino Settanni (1949-2010), fotografo italiano tra i più originali e creativi, intitolata semplicemente “Tarocchi”.

Tempo fa, l’Archivio Luce ha acquistato in blocco oltre 60.000 immagini del maestro della fotografia e, nel corso degli ultimi anni, l’arte e la poesia del maestro vengono raccontate a un pubblico variegato.

Definito “Il fotografo col pennello” Settanni è stato in grado di abbattere definitivamente i confini tra pittura e cinema. La mostra è ispirata alla rappresentazione.

L’esposizione delle sue immagini è intitolata “I Tarocchi” ed è nata come iniziativa congiunta di Marsilio Arte e Fondazione Giorgio Cini.

La splendida location delle Stanze della Fotografia diventa spazio ideale dedicato proprio ai protagonisti di questa splendida arte.

I Tarocchi pittorici

La sensazione principale, mentre si osservano queste opere della collezione “Tarocchi”, è quella di trovarsi avvolti in un mondo misterioso, fatto di presagi e destini… proprio come quelli del noto romanzo breve di Italo Calvino a cui la mostra si ispira: “Il castello dei destini incrociati del 1969”.

Già nella prima pubblicazione dell’opera erano pubblicate le riproduzioni di alcuni Tarocchi e, proprio a partire dalle carte, Calvino fa nascere i suoi racconti.

Un percorso inverso

Leggendo il romanzo, proprio come indicato dall’autore, è facile riconoscere “un numero finito di elementi le cui combinazioni si moltiplicano a miliardo di miliardi”, così come le emozioni che si provano dinnanzi a ogni opera de “Tarocchi”.

Leggendo il romanzo è facile scovare riferimenti ad altre opere come l’“Orlando furioso”. Italo Calvino, durante la stesura del suo romanzo, disse: “Quando le carte affiancate a caso mi davano una storia in cui riconoscevo un senso, mi mettevo a scriverla; accumulai così parecchio materiale; posso dire che gran parte della Taverna dei destini incrociati è stata scritta in questa fase; ma non riuscivo a disporre le carte in un ordine che contenesse e comandasse la pluralità dei racconti; cambiavo continuamente le regole del gioco, la struttura generale, le soluzioni narrative”.

Arcani Maggiori e Arcani Minori

Il fotografo Pino Settanni sceglie modelli e modella per interpretare gli Arcani. Ne risulta una serie ricca, equilibrata, originale e caravaggesca. È facile, infatti, ritrovare la forza pittorica del grande maestro dell’arte seicentesca.

La luce radente mette in risalto figure e colori rendendo l’insieme straordinario e avvolgendo lo spettatore in uno scenario emozionante e ricchissimo. Sulla splendida e originale esposizione, Chiara Sbarigia, Presidente di Cinecittà, ha dichiarato: “Ho scelto di proporre “I Tarocchi” di Settanni per una sede ideale come Le Stanze della Fotografia, selezionando le immagini insieme a Maria Gabriella Macchiarulo, Paola Angelucci ed Emiliano Guidi dell’Archivio Luce, perché lo ritengo un corpus altamente peculiare dell’opera di questo autore così eclettico e spettacolare. Vi si trova dentro la sua passione pittorica, il suo senso della scena, la sua curiosità e originalità compositiva. Un vero manifesto creativo, di un fotografo che non smette di sorprenderci e invitarci alla sua riscoperta”.

Una mostra articolata

La mostra dedicata ai Tarocchi di Settanni si compone di 61 immagini, di cui i 22 Arcani maggiori, 16 figure degli Arcani minori e una selezione inedita di foto di backstage, con lo stesso fotografo che si mette in scena sul set. Inoltre, una serie preziosa di bozzetti rivela il lavoro preparatorio del fotografo. Arte, luce, pittura, fotografia… l’essenza di tutto ciò che sa emozionare si ritrova in ognuna di queste immagini, ricche anche si colori sgargianti e giochi di luce impressionanti. Il fruitore viene immediatamente rapito dalla bellezza di queste immagini che sanno raccontare, oltre a un romanzo che già di per sé un’opera d’arte, anche il senso profondo e drammatico dei giochi di luce.

 

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